Giunta alla sua 23esima edizione, la Gran Paradiso Bike si prepara ad accogliere i ciclisti da tutto il mondo, il primo settembre prossimo. Quest’anno la manifestazione ha un significato ancora più profondo, che lega sport, territorio e anche spirito di comunità. Dopo l’alluvione che ha colpito Cogne a giugno e che ha distrutto moltissimi sentieri da sogno, la ripartenza avanza a grandi passi. Questo evento è la testimonianza di un territorio che sta tornando al suo splendore di sempre.
Nel cuore del Parco del Gran Paradiso
Il tracciato della Gran Paradiso Bike transita anche all’interno del Parco Nazionale più antico d’Italia. Questo è uno dei plus della manifestazione, come sottolinea il vicesindaco Giuseppe Lamastra.
«La gara si sviluppa in parte all’interno del Parco Nazionale ma non abbiamo particolari vincoli perché parliamo comunque di aree già antropizzate e di uso comune. Sono sentieri pedonali molto frequentati. L’ente del Parco è chiaramente molto coinvolto. In questo modo i turisti hanno modo di scoprire il parco anche dal punto di vista sportivo».
Il rispetto per la prestigiosa location è ovviamente sempre al primo posto con un disciplinare ecologico – che oggi stanno attuando molti eventi – e piccole accortezze per rispettare l’ambiente.
La Gran Paradiso Bike
La Gran Paradiso Bike è una vera e propria full immersion negli scenari montani più iconici della Val d’Aosta. Oltre che ad una competizione agonistica, si rivela come un modo unico per scoprire il territorio, attraverso boschi da fiaba e vette da sogno.
«Siamo arrivati alla 23esima edizione con un albo d’oro importante» spiega l’organizzatrice Giuliana Lamastra. «Hanno partecipato molti atleti di rilievo, abbiamo avuto il campione Marathon nel 2020 e anche una giovane promessa che quest’anno ha partecipato alle Olimpiadi. In più questa volta proponiamo anche la pedalata ecologica. Venti chilometri alla portata di tutti per scoprire Cogne, con la possibilità di partecipare sia con bici elettriche che con quelle muscolari».
Ma la Gran Paradiso Bike è anche un modo per assaporare l’enogastronomia del territorio con il polenta party che aspetta i partecipanti dopo la linea del traguardo.
«Qui si possono ritrovare tutti i prodotti del territorio» continua Giuliana. «La salsiccetta, per esempio. Per anni poi abbiamo messo il Mécoulin – il tipico pane dolce del luogo – nel pacco gara».
Dopo l’alluvione
Sono passati solo pochi mesi dall’ alluvione che ha colpito Cogne. I cittadini non si sono persi d’animo e hanno subito rimboccato le maniche per poter accogliere di nuovo i turisti della stagione estiva.
«Quest’anno nel pacco gara abbiamo inserito una maglietta che fa parte di un progetto» spiega il vicesindaco. «Un piccolo segno per aiutare nella ricostruzione. Al di là dell’alluvione, l’evento è anche un po’ un metro di verifica per le condizioni dei sentieri, la fruibilità dei boschi e la pulizia. Questo ci permette di monitorare il territorio in modo minuzioso. Ecco perché mi sento di dire che, anche quest’anno siamo pronti a dare il benvenuto ai nostri biker. Le vallate non sono più come prima in certi punti ma ce la stiamo mettendo tutta per tornare più forti di prima».
Il messaggio dell’evento è dunque chiaro: Cogne si sta rialzando e il ciclismo può fare molto in questo senso. Lamastra sottolinea anche come, fino a pochi giorni fa, sembrava impossibile riaprire la valle più rovinata – quella di Valnontey. Invece, in tempo zero, è stato ripristinato un ponte che permetterà alla competizione di ritornare in luoghi veramente straordinari.
Cogne è sempre più una meta per i ciclisti
«Cogne è sempre stata una meta di camminatori» conclude Giuliana. «Ma negli ultimi anni tutto il mondo ciclismo si sta attivando molto. La comunità si sta impegnando molto anche nel far scoprire questo territorio con nuovi occhi. La bicicletta permette tutto questo e i ciclisti cominciano ad amare sempre di più le nostre vallate».