| 20 Aprile 2025

Gran Fondo por Valencia: il 3 maggio si pedala per i bambini

Devolvamos a Valencia todo lo que nos ha dado: restituiamo a Valencia tutto quello che ci ha dato. Si apre con questa frase ad alto impatto emotivo il sito che lancia la Gran Fondo por Valencia del 3 maggio. Le immagini della Dana sono ancora negli occhi e chiunque atterri nella città spagnola non fa fatica a riconoscerne ancora oggi i segni. Era la fine di ottobre e le piogge smodate provocarono l’esondazione del fiume Magro e del torrente Poyo. La conta delle vittime arrivò a 222. Strade invase dal fango. Case spazzate via. Auto scaraventate come fuscelli contro i muri. Sembrava la fine di tutto, invece la vita è ripresa e con la vita è tornato il ciclismo. Alla fine di gennaio tornarono i professionisti con la Vuelta Valenciana e maggio sarà il mese dei cicloturisti. Cercavate un’idea per il ponte del primo maggio? Eccola qua…

La Gran Fondo por Valencia ha due percorsi: uno lungo di 177 chilometri e uno corto di 148, con dislivelli rispettivamente di 2.033 e 1.474 metri. Complessivamente poca pianura e la raccomandazione, per chi affronterà il lungo, di dotarsi di pignoni da 34 per scalare l’Alto Segart, seconda salita di giornata. Per tutto il resto, sarà la grande festa di cui la città ha bisogno per ritrovare la gioia di vivere. Siete mai stati a Valencia? Sarà il clima, sarà la giovialità della gente, saranno il cibo e la cultura, sarà il mare, ogni volta si ha voglia di restare.

A fine ottobre 2024, la Dana ha funestato Valencia: 222 vittime e danni a case e strutture
A fine ottobre 2024, la Dana ha funestato Valencia: 222 vittime e danni a case e strutture

Sport e solidarietà

Ne parliamo con l’organizzatore Javier Castellar, ciclista professionista dal 1984 al 1988, che nel 1992 ha fondato il Club Deportivo Podium, un’impresa dedita all’organizzazione di eventi sportivi.

«Organizzo corse da oltre trent’anni – spiega – e qui a Valencia cominciai con l’organizzare dei criterium con i professionisti. Ricordo quando vennero anche Pantani e Chiappucci. Da vent’anni abbiamo messo in piedi la Marcha Ciudad de Valencia e siamo stati accolti sempre bene. Quando è avvenuta la tragedia della Dana, ho capito che era un momento importante per unirsi e aiutare. Le persone in generale aiutavano con la scopa e con la pala, togliendo il fango e anche offrendo un sostegno morale. Tutto questo mi ha motivato molto a fare qualcosa che col tempo non sarà dimenticato. Per cui il 50 per cento della quota di iscrizione sarà devoluta per un obiettivo ben preciso. E questo mi piace, mi fa pensare che possiamo fare qualcosa per le persone che hanno perso tutto. Sono sempre stato una persona che pensa ad aiutare e rendere felici le persone…».

Le iscrizioni costano dai 55 agli 85 euro, un bel contributo: per cosa sarà usato il contributo raccolto?

Avevo un sacco di idee, ma era complicato. Non sapevo se donare il denaro alle famiglie o ad un’associazione. Così un giorno mi è venuto in mente di chiamare un club di ciclismo giovanile, una scuola di giovani promettenti ad Alfafar, che è una delle città colpite dalla Dana. Li ho chiamati e ho chiesto loro di raccontarmi la storia o cosa si sarebbe potuto fare in città. E in quel momento mi hanno detto: «Guarda, Javier, siamo una scuola di ciclismo per bambini di 9 anni, che si allenavano su un circuito che il Consiglio Comunale aveva costruito per noi. Ma Dana ha sepolto tutto». Era il segnale che aspettavo e così gli ho chiesto quanto bambini ci siano nel club. Mi ha detto che sono tantissimi, perché in quel circuito andavano ad allenarsi anche bambini dalle scuole di altre città.

L’occasione giusta?

Sono andato ad Alfafar e ho chiesto al presidente della scuola di mostrarmi il circuito. Ho visto che effettivamente era distrutto e che era impossibile per i bambini continuare ad allenarsi. Ho chiesto un incontro con il sindaco, l’assessore allo sport e il preside della scuola. Ho promesso loro che se avessero accettato la mia donazione, ci saremmo impegnati a ricostruire il circuito, in modo che i bambini possano averlo a disposizione per allenarsi. Erano felici e contenti. Ed è lì che il 2 maggio, il giorno prima del Gran Fondo, doneremo la somma raccolta, alla presenza di tutti i media e di Perico Delgado (vincitore del Tour de France del 1988, ndr).

Un gran bel gesto…

Ma queste sono cose delicate e ho già detto al sindaco che tutto deve essere firmato e spiegato chiaramente. Credo sia molto importante che, se mai dovesse cambiare il sindaco, questo circuito rimarrà per sempre a disposizione delle scuole. Queste iniziative sono molto belle, ma a volte basta che cambi il sindaco e potrebbe andare tutto in fumo. E vorremmo evitarlo.

Come mai “Perico” Delgado?

Di solito nei miei eventi annuali porto un campione come ambassador e quest’anno ho pensato a lui, che è anche un mio amico e abbiamo corso insieme. Abbiamo avuto il tre volte campione del mondo Oscar Freire, Chiappucci, il campione olimpico Samuel Sanchez e anche Miguel Indurain.

Venendo alla Gran Fondo por Valencia, i percorsi sono due.

Uno è lungo 177 chilometri e l’altro 144. A metà gara le due corse si incontrano, anche per rendere più semplice la logistica che abbiamo predisposto. In questo modo ciascuno avrà la possibilità di un percorso alla sua misura e potrà andare alla velocità che gli interessa. Abbiamo una logistica da gara di professionisti, in modo che chi viene si goda la Gran Fondo sicuro di avere alle spalle organizzazione e professionalità. E’ importante che tutto funzioni bene, bisogna essere professionali in ogni cosa.

Alla fine tutti a tavola, quando i corridori ritrovano le famiglie
Alla fine tutti a tavola, quando i corridori ritrovano le famiglie
Sul sito si parla di una festa per le famiglie…

Il colpo di scena è molto bello, è incredibile, qualcosa di divertente. Lavoriamo per la famiglia, non solo per rendere felice il cicloturista. Vogliamo creare entusiasmo per lo spettacolo del giorno prima e del giorno dopo, in modo che la gara li sorprenda piacevolmente. L’anno scorso abbiamo organizzato un evento a La Nucia, con ospite Van der Poel su un’auto cabrio. E’ quello il nostro concetto di evento, una vera festa. Vogliamo essere sicuri che chiunque venga sia felice e consapevole di aver fatto qualcosa di buono.

Ultima domanda, prima di invitare i nostri lettori a comprare il biglietto: questo Alto Segart è davvero così duro?

E’ breve, ma ha pendenze che arrivano al 28 per cento. E’ bene essere ben attrezzati e non sottovalutarlo. In ogni gran fondo deve esserci qualcosa di indimenticabile, no?

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