Che la Basilicata sia diventata negli ultimi anni una meta privilegiata per i cicloturisti è un dato ormai acclarato. La seconda posizione conquistata dalla Ciclovia Meridiana agli ultimi Oscar del Cicloturismo è solo una certificazione in più e chi ha affrontato il bellissimo percorso ad anello di 295 chilometri, attraverso il Parco Nazionale dell’Appennino Lucano Val d’Agri-Lagonegrese avrebbe anche visto di buon occhio la conquista del massimo alloro.

Meridiana, nome dato non a caso
Il suo nome deriva da una riflessione del filosofo Franco Cassano che ha dato un senso particolare al termine meridiano, intendendolo come un modo di vivere reinterpretando e facendo propria l’immagine del Sud Italia, vedendolo come una realtà dalle mille sfaccettature e un agglomerato che offre molteplici aspetti del suo essere. Un condensato di profumi, sapori, colori di un importante angolo d’Italia.
La forza di questo tracciato non è solo nella sua lunghezza, nel fatto che tocca 22 centri abitati, aree naturali, siti archeologici, oasi protette dove vivono specie animali che vanno tutelate. La sua caratteristica che la rende davvero unica è che può essere tranquillamente considerata un agglomerato di percorsi che possono benissimo vivere a sé stanti. Il che significa che un turista può anche scegliere di affrontarne un tratto, concentrarsi su quello, conoscerlo e apprezzarlo appieno.
Sulle tracce della Via Herculia
Per molti versi è un modo diverso di vivere una ciclovia, andando anche un po’ contro le sue radici. La ciclovia infatti è sviluppata lungo quella che era la Via Herculia, una delle principali arterie di uscita da Roma nell’epoca imperiale che si snodava verso sud. Era un percorso fondamentale per il trasporto delle derrate agroalimentari ma anche per gli spostamenti di truppe verso le terre della Magna Grecia. Era per certi versi il magazzino gastronomico della Città Eterna e al tempo i viaggi non erano sempre semplici né sicuri, per questo venivano inviate guarnigioni a controllo di quel che vi avveniva.
E’ la natura la vera protagonista della Ciclovia Meridiana, pronta a illuminare ognuno dei suoi tratti. Proviamo allora a viverla in maniera diversa, non seguendo il suo percorso originale ma affrontando tratti tematici, ognuno con le sue caratteristiche, ognuno completamente indipendente e che può essere la destinazione di un’escursione singola oppure essere messa insieme ad altri tratti, rimandando magari il suo completamento ad un altro periodo.
Sei scelte alternative. Imperdibili…
Sellata-Marsico Nuovo: questo percorso misura circa 22 chilometri. Siamo nel cuore della Lucania e il tratto è una sorta di linea retta fra i due borghi nel cuore del Parco, altrimenti si può scegliere la via più lunga salendo prima verso Pignola entrando nel Parco Regionale del Lago Pantano e ripercorrendo buona parte della Via Herculia originaria verso Sasso di Castalda e, appunto, Marsico Nuovo. La scelta più breve consente di conoscere da vicino la Basilicata tipicamente montana regalando uno spaccato della più pura cultura dei luoghi.
Calvello-Villa d’Agri. Qui il principio è lo stesso del tratto precedente. Un percorso di 30 chilometri che abbrevia notevolmente questa parte di anello altrimenti sviluppata fra Laurenzana, Abetina, Viggiano e risalendo verso Villa d’Agri. Si passa in mezzo a boschi secolari, incontrando anche bellissimi borghi come Marsicovetere. La parte “evitata” merita però una visita approfondita, fra Abetina e Viggiano sia perché è piuttosto breve, appena una quindicina di chilometri, sia perché attraverso la parte più selvaggia e incontaminata del territorio del Parco, dove capiterà di pedalare a lungo senza incontrare anima viva…
Una visita ai resti di Grumentum
Spinoso-Moliterno. Uno dei tratti forse più affascinanti dell’intera Ciclovia. Un itinerario di 20 chilometri che offre uno spaccato di quel che è la Basilicata dell’acqua, della sua vita scaturita da fiumi e laghi della zona, intorno ai quali si erano creati importanti insediamenti urbani nell’epoca romana e a tal proposito è assolutamente da prevedere una breve deviazione verso gli scavi di Grumentum.
Piani di Maglia-Cogliandrino. Anche qui si riprende il percorso originario della Via Herculia, tagliando gran parte del lungo anello della ciclovia. Ma ne vale davvero la pena considerando che sono 24 chilometri che consentono di visitare verdi pianure e valli nascoste. Un’escursione nella Lucania meno conosciuta e battuta dalle normali rotte turistiche.
C’è spazio anche per la mtb
Anello del Parco Fluviale. Sono 18 chilometri che toccano gli ambienti naturali generati intorno al fiume. Questa è la parte più amata da chi vuole conoscere da vicino la fauna locale, ma anche scoprire come lo scenario possa cambiare anche in base alle condizioni morfologiche del territorio cambiando solo pochi chilometri.
La Via dell’Acqua. Questa è una vera e propria digressione dalla Meridiana, tanto è vero che è un percorso ideale per le mountain bike e che infatti è molto battuto dai biker sia per allenamento che per scoprire ciò che il territorio può offrire. Sono 40 chilometri di vera avventura, pedalando fra i corsi d’acqua che attraversano la regione.
Un impegno che va avanti da anni
Come è evidente, la Ciclovia Meridiana può essere affrontata in maniera differente da qualsiasi altra ciclovia. Diventare qualcosa di nuovo anche per chi l’ha percorsa una prima volta in via “canonica”, seguendone fedelmente la traccia. Questo è probabilmente il suo segreto, poter regalare emozioni nuove anche a chi la conosce già, a chi l’ha affrontata. Le parole con cui la Giuria degli Oscar ha giustificato il suo voto rendono bene l’idea che si trae affrontandola: “La Giuria ha premiato la potenzialità di una nuova ciclovia che si inserisce nel forte impegno regionale per la promozione del turismo lento e la valorizzazione del territorio, a partire dall’immenso patrimonio naturalistico. Un’alternativa ai grandi flussi turistici, ancora tutta da scoprire”. E’ l’altronde l’impegno che da anni la Regione sta mettendo per dare della Lucania un’immagine nuova, dove la bici ha un ruolo centrale.