L’icona della mountain bike Nino Schurter ha scelto l’Italia per affinare la sua preparazione e gareggiare nell’XCO Coppa Città di Albenga. La notizia ha subito infiammato l’ambiente: il campione svizzero, dieci volte iridato, sarà il faro di una competizione che negli anni ha acquisito uno status di rilievo internazionale.
Ma cosa comporta una presenza così ingombrante, nel senso più positivo del termine, per una gara e una città che non sono nel circuito della Coppa del mondo? L’effetto è immediato: più media, più tifosi e, soprattutto, una visibilità senza precedenti. Ne abbiamo parlato con Luca Raggio, presidente del Comitato Regionale della Liguria, e con Alessandro Saccu, organizzatore dell’evento e riferimento per il mondo italiano del cross country.
Non solo Nino
Manca un mese alla gara di Campochiesa e già i nomi annunciati promettono spettacolo. Oltre al team Scott-Sram capitanato da Schurter, saranno al via Filippo Colombo e Andri Frischknecht, l’americano Bjorn Riley e la canadese Emily Johnston. Presente anche il Team Wilier con Luca Braidot e Simone Avondetto, senza dimenticare Martina Berta con il suo nuovo team Origine.
«Questa gara – spiega Raggio – si è sempre distinta per la grande partecipazione. L’arrivo di Schurter è un’opportunità incredibile, soprattutto per le categorie giovanili: i ragazzi lo vedono in tv e ora potranno ammirarlo da vicino. È una spinta per tutto il movimento».
La Coppa Città di Albenga ha ormai una tradizione consolidata, con il sabato dedicato alle categorie assolute e la domenica riservata ai giovani e agli amatori. Il fermento cresce, e non solo tra gli appassionati di mountain bike.
Mtb: un motore per Albenga
Un campione come Schurter non passa inosservato e la sua presenza ad Albenga ha avuto un effetto immediato sui media e sui social. «Abbiamo notato un grande incremento dell’attenzione – conferma Raggio – ogni volta che appare il nome di Nino si scatena l’entusiasmo. E per gli organizzatori è una vetrina perfetta in vista dei Campionati Italiani Giovanili di giugno».
Oltre alla visibilità, c’è un risvolto economico significativo: più atleti e squadre si traducono in più pernottamenti e attività turistica. Tuttavia, come sottolinea Raggio, la questione dell’accoglienza in bassa stagione non è semplice: «Gli albergatori sono favorevoli, ma trovare strutture disponibili non è scontato. Il Comune di Albenga, fortunatamente, è molto collaborativo e crede nello sport come motore di crescita». In un periodo dell’anno in cui molte destinazioni ciclistiche spagnole attirano squadre e atleti, la Liguria potrebbe giocare le sue carte, puntando su un clima favorevole e su eventi di alto livello.
Opportunità per il territorio
E qui si apre un altro capitolo che ci porta a parlare in modo più ampio di questo spicchio di Liguria. La mtb sta innescando un vero effetto volano in termini di destagionalizzazione, come accennava Raggio, ma anche come presenze in senso assoluto sul territorio.
Oltre alla gara, si sviluppa una fitta rete di sentieri che si snoda fino al confine con quello che è ritenuto uno dei “bike park” più affascinanti al mondo: Finale Outdoor Region. La fisionomia dei sentieri se non è identica è molto simile. Si tratta di trail nella media piuttosto tecnici e difficili, ma proprio nella zona di Albenga, dove la costa degrada un po’ meno a picco sul mare c’è qualche opportunità in più per chi ama pedalare in modo più “tranquillo”, diciamo così.
Proprio l’Ucla di Saccu e la Gallinara Freeride (Gallinara è il nome dell’isolotto che spunta proprio di fronte ad Albenga e che si nota praticamente ovunque non appena si prende un minimo di quota) sono le due società del luogo che si sono unite in una proficua collaborazione. Assieme ad una terza associazione, il Cai, si sono fatti carico della manutenzione dei sentieri e della segnaletica.
Da Augusto a Schurter
Qualche tempo fa Riccardo Tomatis, sindaco di Albenga aveva sottolineato l’importanza della mtb per la sua terra: «La valorizzazione dei sentieri, la promozione attraverso eventi come la Coppa Città di Albenga e la fiera dell’outdoor stanno portando risultati. Fare squadra ci ha permesso di offrire opportunità adatte a tutti. Il turismo legato all’outdoor e, in particolare alla mountain bike, si rivolge a famiglie, ragazzi, giovani e meno giovani, esperti e principianti grazie anche alle e-bike». E infatti le presenze dal Nord Europa sono in netta crescita.
Campochiesa, sede esatta della gara, è considerata il centro nevralgico dell’outdoor di Albenga. E’ una “porta” verso i monti. Monti che toccano i 600 metri di quota e che si susseguono senza sosta. I tracciati sono molti, e servirebbe un articolo a parte, ma proprio la zona di Albenga è custode di un tratto di strada romana, l’Antica Via Julia Augusta. In pratica è una sorta di parallela in cresta o a mezzo pendio dell’Aurelia. Pedalarci regala qualcosa di mistico e possibile a tutti. Ma qualora si abbia voglia di adrenalina, di sentirsi un po’ Schurter, basta svoltare per uno dei sentieri che scendono verso valle e si torna sul tecnico.
Un messaggio alle istituzioni
L’arrivo di Schurter è un segnale anche per le amministrazioni locali. «Nel confronto con altre nazioni – dice Raggio l’Italia è ancora indietro sulle strutture dedicate. In Francia, ad esempio, è comune trovare impianti polifunzionali con aree per mountain bike, BMX e altre discipline. Qui manca ancora una visione d’insieme, anche se le cose stanno migliorando». L’evento di Albenga dimostra che la domanda c’è, così come la capacità organizzativa. Ora serve il supporto istituzionale per consolidare questa crescita.
La speranza è che la Coppa Città di Albenga non sia solo una gara di livello, ma un esempio di come lo sport possa valorizzare un territorio. Il ciclismo, e in particolare la mtb, non è solo spettacolo: è turismo, sviluppo e cultura. E quando una leggenda come Schurter sceglie di gareggiare qui, è un’opportunità da non sprecare.