| 24 Febbraio 2024

Rapiti dalla Via Silente e dal calore del Cilento

«Può capitare di riposarsi in piazza su una panchina, con la propria bici accanto, e vedersi arrivare una signora del paese che ti porta una tazzina di caffè, oppure il barista che ti offre una birra». E’ quello che può accadere lungo la Via Silente, stando alle parole della sua ideatrice Simona Ridolfi. Siamo nel Cilento, a sud di Salerno, e vogliamo saperne di più su questo frastagliato percorso di ben 600 chilometri, che potrebbe diventare il terreno di una prossima vacanza con la bici per compagna.

Simona, come è nata l’idea della Via Silente?

Il mio primo viaggio in bici l’ho fatto una decina di anni fa sul Cammino di Santiago e da lì, osservando quel territorio, ho pensato al mio Cilento. Una volta rientrata ho messo insieme un gruppo di amici per far partire il progetto che abbiamo presentato innanzitutto al territorio, e poi fuori regione. Le cose poi sono andate in crescendo, essendo, lo ricordo, il primo ciclopercorso nato al Sud.

Quali sono le peculiarità di questo tour?

Innanzitutto attraversiamo interamente un’area protetta, il Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, nato grazie alla sua biodiversità. Nel giro di pochi chilometri si passa dal mare alla collina, fino alla montagna sfiorando i 2.000 metri, per cui il viaggio non è mai noioso, proprio perché non ci sono tratti che somigliano ad altri. E poi è un percorso ad anello e la cosa piace per una questione pratica. Tecnicamente è vario poiché ci sono molte salite e anche dal punto di vista architettonico abbiamo delle sorprese come la Certosa di Padula che è tra le più grandi d’Europa e si presenta al cicloviaggiatore come un’isola del deserto. E infine siamo la patria della dieta mediterranea, dato che è storicamente riconosciuto che ha avuto origine nei centri di Pioppi e Acciaroli.

Quale è la bici più adatta a percorrerlo? E in quali periodi dell’anno?

La Via è tutta asfaltata con pochissimo traffico e la bici migliore è una gravel perché spesso nei tratti montani a causa delle nevicate i fondi stradali sono sconnessi. Per i periodi dell’anno diciamo tutti: autunno e primavera i migliori, specie in ottobre dove abbiamo delle bellissime giornate. Ovviamente bisogna tener conto che nei periodi invernali la rete di strutture ricettive è meno ricca.

Il vostro è uno dei cammini più in voga, addirittura su Prime Video c’è un episodio della serie Dinner Club con Carlo Cracco in cui lo chef e l’attore Valerio Mastandrea la percorrono in bici. A cosa è dovuto questo boom? 

Sicuramente noi abbiamo lavorato bene perché, viaggiando in bici nel mondo, conosciamo tutte le esigenze di chi pedala. Ma dico anche che la Via Silente ha avuto delle fortune tra cui, appunto, questa della serie di Cracco, Dinner Club, il cui format è quello di andare a caccia di luoghi sconosciuti, specie dal punto di vista culinario. Ciò è stato un lancio pubblicitario fortissimo di cui ancora oggi godiamo i benefici a distanza di qualche anno. E poi c’è da sottolineare che i Cilentani hanno una grande accoglienza verso i viandanti, soprattutto nell’entroterra dove non erano abituati al turismo. Queste persone, un po’ per curiosità e un po’ per indole, riescono ad essere autentiche ed ospitali, e questa cosa piace tantissimo creando un bel passaparola.

A proposito di chef… Quali prelibatezze gastronomiche attendono il cicloviaggiatore?

Bella domanda! Tante persone, soprattutto del Nord, alla fine del tour dicono che sono ingrassate invece che dimagrire! Per anni la cucina cilentana l’abbiamo considerata troppo semplice per essere attraente per gli altri, sbagliando. Abbiamo il fico bianco del Cilento, Cicerale è famoso per la produzione dei ceci, Controne dei fagioli, Pisciotta per le alici di menaica (il nome della rete a maglie larghe che cattura solo le alici più grandi). E ancora l’olio, le castagne, le cipolle di Vatolla, il fusillo di Felitto…

Come hanno risposto le strutture del luogo in questi anni?

Questo è stato il lavoro più duro, ovvero far capire ai gestori che il cicloviaggiatore non è un turista qualunque. Innanzitutto vanno divise le strutture della costa da quelle dell’entroterra. Le prime sono più abituate a ricevere visitatori, ma non hanno quella autenticità di chi vive sulle alture, dove i cicloturisti vengono accolti quasi come fossero persone di famiglia. Nel tempo abbiamo dovuto dare qualche suggerimento, ad esempio relativamente alla colazione per ciclisti, alla possibilità di portarsi la bici in camera, ad accogliere viaggiatori anche solo per una notte in alta stagione… Nel complesso in questi dieci anni sono migliorate molto.

Quale è il profilo dei cicloturisti che arrivano?

Vengono principalmente dal Nord Italia (molti dal Trentino) e sono per lo più persone che hanno già fatto altri ciclopercorsi, con un livello di allenamento medio-alto. Poi c’è anche chi si lancia un po’ troppo all’avventura sottovalutando i dislivelli, specie dopo il programma di Cracco con le sue splendide immagini di cibo e paesaggi. Hanno mediamente dai 35 ai 70 anni, con un livello culturale medio-alto e c’è un buon numero di donne.

Simona Ridolfi, al centro, è l’ideatrice della Via Silente. Con lei Matilde Atorino, compagna di viaggio e di progetti (immagine Facebook)
Simona Ridolfi, al centro, è l’ideatrice della Via Silente. Con lei Matilde Atorino, compagna di viaggio e di progetti (immagine Facebook)
E quando se ne vanno ti raccontano qualche aneddoto simpatico?

Aneddoti? Hai voglia… Una volta due ragazzi che chiedevano indicazioni per un posto dove cenare sono stati caricati su una vecchia Panda e, dopo un viaggio surreale, si sono ritrovati a fare serata nella piazza di un paese per la festa di compleanno del parroco. Erano contenti e non si aspettavano una cosa del genere, ma per me che sono cilentana non c’è da meravigliarsi

Abbiamo fatto una bella chiacchierata dimenticandoci di dislivelli, tappe e chilometraggi. Del resto il sito della Via Silente è ricco di informazioni e anche di pacchetti più o meno lunghi, con o senza guida. Fateci un salto e scaricate la credenziale di viaggio, la “Silentina”, che magari viene voglia di partire anche a voi…

La Via Silente

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