Dopo averne seguito con curiosità la presentazione a Milano, siamo stati a Pantelleria per partecipare a SportxEvent, una interessante formula che sfuma il confine tra evento sportivo e vacanza. L’organizzazione prevedeva infatti una settimana di appuntamenti dal 24 al 30 maggio che spaziano fra quattro differenti sport per riempire la settimana. Ciclismo declinato fra bici da strada e gravel, trail running, esibizioni freestyle e per gli sport acquatici windsurf e wingfoil. Per i primi due è prevista anche una competizione durante la settimana e percorsi con assistenza negli altri giorni. Per i secondi le attività invece vanno a riempire i pomeriggi permettendo a chi partecipa a corsa e ciclismo di fare una prima esperienza o assistere alle evoluzioni di alcuni campioni di questi sport. Approfittando dell’occasione, abbiamo esplorato l’isola.
SportXevent, edizione zero
L’evento, in questa prima edizione zero, inizia con qualche rallentamento dovuto soprattutto al collegamento via nave interrotto dalle condizioni meteo che rende indisponibili le gravel previste per i primi giorni. L’organizzazione ci mette a disposizione tramite un noleggio locale alcune biciclette da strada. Da quest’anno è presente a Pantelleria anche un servizio di bike sharing adeguate per i piccoli spostamenti o fare turismo con la famiglia. Chi invece ha un’animo più sportivo farà meglio a portare la propria bicicletta, ricorrerendo all’efficiente collegamento aereo.
L’orografia dell’isola infatti rende estremamente piacevole il giro lungo la strada che percorre tutta la costa: è la Perimetrale di circa 40 km tra panorami mozzafiato e asfalti perfetti. Tuttavia riserva le strade interne a chi ha più che buone doti di allenamento, con strade che si inerpicano facilmente su pendenze oltre il 10% e brevi strappi vicini a cifre doppie.
Vento per 310 giorni all’anno
Soprattutto la salita al monte più alto dell’isola, previsto nella competizione di cronoscalata a Montagna Grande, vede l’ultimo tratto da Sibà alla cima (836 metri di elevazione) in cui si percorrono 440 metri di dislivello in 3,8 km. La spettacolare vista a 360° da cui si gode in sommità vale tutta la fatica necessaria per arrivare in cima.
Queste caratteristiche, unite alla presenza quasi costante di vento anche molto forte (il sindaco ci indicava una media di 310 giorni all’anno di giornate ventose) ci invitano a sconsigliare l’uso di biciclette orientate alla pianura e magari cerchi ad altro profilo. Anzi è caldamente consigliato l’utilizzo di una gravel, anche solo per sfruttare il primo paio di giorni per orientarsi ed esplorare l’isola su asfalto.
L’isola dei Dammusi
Dopo i passaggi ad esplorare su asfalto luoghi iconici come la costa vulcanica di Nord Ovest tra Pantelleria e Punta Tre Pietre, l’arroccato paesino di Scauri, l’arco dell’elefante, il lago specchio di Venere con la sua forma a cuore, si apre tutta una nuova isola. Ci si perde fra le innumerevoli strade bianche presenti, di cui l’organizzazione ci ha fornito alcune tracce e che un giorno abbiamo provato anche ad esplorare in autonomia.
Pantelleria infatti è abbastanza piccola da orientarsi ed essere esplorata in un paio di giorni con la bici da strada. Tuttavia l’abbondante sfruttamento agricolo dove ogni terreno presenta una strada che raggiunge un Dammuso, il tipico edificio dell’isola, e lo separa dal terreno vicino, ci invitano a mettere continuamente le ruote nella polvere. Gli accessi verso mare, le cale e tutta la zona intorno intorno a Montagna Grande e monte Gibele assieme a l’entroterra di Sud Ovest sono ricche di sentieri e stradoni perfetti per riempire la settimana in sella, in cerca di avventura. Anche senza preoccuparsi troppo di rischiare di perdersi.
Perfetta per le gravel
A partire dal mercoledì abbiamo finalmente avuto a disposizione le gravel che ci hanno permesso di raggiungere con le ruote i vecchi crateri dei vulcani spenti come la cima del monte Gibele. Qui fra l’altro si trova l’unica strada riparata un po’ da sole e vento, grazie a qualche albero più alto e il vicino Bosco delle Fate, sede di tante favole locali, e persino le Favare. Sono fumarole attive in spiazzi dall’aspetto lunare. Grazie alla bici si attraversano velocemente le ampie vallate coltivate a olivi e viti, tutti rigorosamente bassissimi e a cespuglio per resistere al vento, incastonati fra infiniti terrazzamenti di muri a secco di roccia lavica. Moltissimi campi presentano il proprio Dammuso con il suo splendente tetto bianco e almeno un Giardino Pantesco. Alti muri circolari proteggono i pochi alberi coltivati, tipicamente agrumi e dovunque spazi lo sguardo è un piacere per gli occhi.
Questi angoli rigogliosi contrastano incredibilmente con le zone dove la natura vulcanica dell’isola emerge con la sua forza come a Punta Spadillo. Le rocce scure brillano al sole, incastonando il faro dell’isola, tappa fissa come pure il museo vulcanologico e il vicino Laghetto delle Ondine, una formazione naturale in cui le onde creano delle piscine calde scavate nella roccia.
Aziende agricole e cantine
Girovagando poi si può arrivare a fare un ristoro o una degustazione in una delle innumerevoli aziende agricole e cantine che offre l’isola, anch’esse spesso raggiungibili solo attraverso una strada bianca. Alcune sono in posizioni perfettamente strategiche per godere anche degli splendidi tramonti dai cieli infuocati per cui è famosa Pantelleria, ascoltare le storie degli abitanti e imparare di più di quest’isola divisa a meta fra la cultura araba e orientale.
Pantelleria è un piccolo gioiello. Il terreno difficile, il vento e la scarsità di precipitazioni non ha fermato gli abitanti nel creare un piccolo paradiso di profumi e sapori. Ricchissima di scorci da esplorare e ammirare con la libertà permessa dalla propria bici.