| 24 Maggio 2025

Tutti (o quasi) i sapori del Friuli Venezia Giulia

Il Friuli Venezia Giulia, come ormai i nostri lettori avranno capito, è un gran posto per pedalare. Questo perché, come dice una nota frase di Ippolito Nievo, è “un piccolo compendio dell’universo, alpestre piano e lagunoso in sessanta miglia da tramontana a mezzodì”. Il suo segreto è quindi la molteplicità, paesaggistica, ambientale, culturale, che racchiude in uno spazio molto ridotto: quelle sessanta miglia di cui parlava lo scrittore. Quella molteplicità però non si limita a regalare ogni possibile tipo di terreno agli amanti della bicicletta.

Si traduce anche in un’offerta enogastronomica che dire variegata è dire niente. Nell’organizzatissima Press Ride a cui abbiamo partecipato poco tempo fa accompagnati dalla ciurma dell’FVG Bike Trail (ricordate: appuntamento al 4 settembre 2025!), abbiamo visitato solo una porzione relativamente piccola della Regione. Non abbiamo toccato la parte montana, la Carnia, né la costa e la Venezia Giulia propriamente detta (siamo stati a Gorizia, che però è a cavallo tra Friuli e Venezia Giulia). Eppure già in questo spicchio di territorio abbiamo provato un’infinità di sapori diversi. Di seguito proviamo a raccontare, menù alla mano, i diversi antipasti, primi, secondi e dolci che ci sono passati sotto il naso in quei tre giorni. E anche i vini, certo, ci mancherebbe. 

In Friuli Venezia Giulia si trova un po’ tutto, anche ottimi formaggi (foto Stefan Nita)
In Friuli Venezia Giulia si trova un po’ tutto, anche ottimi formaggi (foto Stefan Nita)

Antipasti 

Il primo antipasto che ci è stato servito, durante la cena della prima sera all’Osteria da Michele in centro ad Udine, è stato un grissinone lungo mezzo metro avvolto nel prosciutto San Daniele. Anzi a dire il vero quello faceva parte dell’aperitivo, l’antipasto vero è proprio era costituito da un piatto misto che conteneva frico (il cavallo di battaglia del Friuli), prosciutto D’Osvaldo (molto diverso da San Daniele: leggermente affumicato, fatto a Cormons), salame all’aceto e cipolla. Il secondo antipasto, durante il pranzo del secondo giorno nel bellissimo agriturismo Scribano a Prepotto, è stato il seguente: tris di formaggi locali con confettura di pomodori verdi, salumi vari fatti in casa, sottaceti e sott’olio fatti in casa anche loro. 

Alla cena del secondo giorno (all’agriturismo Altùris di Cividale) ci è stato servito toç in braide, cioè una polentina con formadi frant (intraducibile) e burro fuso. E fu sera e fu mattina, terzo giorno: pranzo alla trattoria Alla Luna a Gorizia. Com’è noto Gorizia è giusto sul confine, e si vede che solo dai nomi che danno agli antipasti. In questo caso il tolcenije (sa dio come si pronuncia). Comunque sia, consta di polentina servita con un battuto delle ortiche e ricotta salata delle Valli dell’Isonzo, riccioli di mais, burro cotto e gocce di balsamico. Mamma mia, siamo solo agli antipasti. Via coi primi.

La gubana del gubanificio Dorbolò vale una sosta, ma forse anche un viaggio (foto Stefan Nita)
La gubana del gubanificio Dorbolò vale una sosta, ma forse anche un viaggio (foto Stefan Nita)

Primi e secondi

Mantenendo l’ordine cronologico utilizzato per antipasti, i primi sono stati i seguenti. Prima sera: Fettuccine agli asparagi bianchi e verdi. Secondo giorno a pranzo (bis di primi n°1): selinka di primavera, cioè crema di sedano rapa con panna acida e trito di prezzemolo e menta; blecs (una sorta di maltagliati) di grano saraceno con ragù di salsiccia finocchietto selvatico e ricotta affumicata di capra. Secondo giorno a cena (bis di primi n°2): risotto agli asparagi e tagliolini con San Daniele. Terzo giorno a pranzo: palčinke (tipo delle crespelle) ripiene di zucchine locali con burro schiumato e polvere di montasio stravecchio.

Per quanto riguarda i secondi c’è da dire che, almeno lì, non abbiamo esagerato. Ce li hanno serviti solo durante le due cene, mentre per i pranzi, dovendo poi continuare a pedalare, ci siamo limitati – se così si può dire – ad antipasti, primi e dolce. Comunque sia, all’Osteria da Michele ad Udine ci hanno portato pollo alla cacciatora con patate al forno, mentre all’agriturismo Altùris un classico stinco maiale alla birra con polenta.

Non sarà difficile, se passate per un agriturismo in Friuli Venezia Giulia, convincere l’oste a farvi offrire una grappa alla fine del pasto (foto Stefan Nita)
Non sarà difficile, se passate per un agriturismo in Friuli Venezia Giulia, convincere l’oste a farvi offrire una grappa alla fine del pasto (foto Stefan Nita)

Dolci e vini

Anche con i dolci siamo stati abbastanza morigerati durante i pasti, se così si può dire: solo due in tre giorni. Crostata con crema di ricotta e confettura di uva fragola fatta in casa all’agriturismo Scribano e gibanica alla trattoria Alla Luna. La gibanica è un dolce tipico sloveno fatto di strati di pasta frolla con ripieno di semi di papavero, ricotta, noci e mele.

Però c’è stato un interessante quanto piacevole fuori programma, quando abbiamo visitato la gubaneria Dorbolò a San Pietro al Natisone. Lì producono, appunto, la gubana, il più tipico e noto dolce del Friuli Venezia Giulia. E’ una chiocciola di pasta lievitata ripiena di noci, uvetta, pinoli, quello che un tempo si trovava nei boschi delle Valli del Natisone. A Dorbolò sono alla terza generazione di gubaniere e le nipoti della fondatrice ci hanno mostrato tutta la filiera della lavorazione. E alla fine, naturalmente, ci hanno fatto assaggiare una fetta della loro, invero memorabile, gubana.

E siamo ai vini. Sempre per quella faccenda della molteplicità, il Friuli Venezia Giulia è una terra di vino famosa in tutto il mondo, soprattutto per i bianchi. Vanta 4 vini DOCG e 10 DOC e noi abbiamo assaggiato sicuramente: Cabernet, Malvasia, Friulano, Pinot Grigio, Pinot Nero, Scioppettino e Verduzzo. Probabilmente anche altro, ma ad un certo punto delle bottiglie è meglio non tenere più il conto.  

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