Solitamente i grandi eventi sono la vetrina che apre le porte al cicloturismo, alla pratica quotidiana, a una visione più ampia della fruizione di un territorio. In Val di Sole è successo esattamente il contrario. La progressiva diffusione della mountain bike, diventata non solo sport olimpico, ma disciplina di massa quasi ai livelli della bici da strada, spinse alcuni appassionati locali a sfruttare i percorsi trentini per richiamare i grandi campioni dell’epoca. Eravamo sul finire del secolo scorso e dagli eventi locali si passò in maniera molto veloce a quelli internazionali, fino ai mondiali del 2008. Un vero spartiacque.
Nel 2026 torneranno i mondiali mtb
Da allora Val di Sole Bike Land, marchio registrato, ha ospitato altre due edizioni della rassegna iridata (e tornerà a farlo nel 2026), tappe annuali di Coppa del Mondo nella mountain bike e fino allo scorso anno anche nel ciclocross (portando addirittura questa disciplina alle porte dell’ingresso nel programma olimpico), facendo di quei territorio un tempio delle ruote grasse conosciuto in tutto il mondo.
Ma la Val di Sole non è solo questo. Perché gli eventi hanno restituito alla gente locale quell’immagine turistica di cui c’era bisogno, tanto che la valle è diventata un richiamo irresistibile per appassionati di tutto il mondo. La proposta che Val di Sole Bike Land fa cambia anno dopo anno perché vengono proposti sempre nuovi sentieri e i confini si allargano, non tanto a livello geografico quanto prestativo, perché ormai la valle sta diventando un riferimento anche per il gravel.
Oltre 400 chilometri di rete ciclabile
Di tutto questo parliamo con Vittorio Menghini, responsabile del prodotto bike per Val di Sole Bike Land: «Ci sono oltre 400 chilometri di percorsi disegnati, senza contare tutte le strutture ad essi annesse come le funivie che portano i biker in cima ai percorsi di downhill ma anche, e questo è un fiore all’occhiello, ben 7 percorsi disegnati per diversamente abili, da affrontare con handbike o tandem. Tutti di diversa difficoltà perché il prodotto Bike Land deve accontentare ogni gusto».
La nascita di nuovi itinerari va a infarcire la proposta annuale, ma il lavoro di Bike Land non si ferma qui: «Noi abbiamo i bike park che offrono il più vasto campionario di possibilità per chi ama la mountain bike, oltretutto abbiamo squadre di manutenzione in funzione costante da giugno a fine settembre, finanziate dall’Apt e dai comuni, che procedono alla ripulitura e alla sistemazione dei sentieri perché ogni giorno dobbiamo dare ai clienti il massimo dei servizi, soprattutto a livello di sicurezza. Abbiamo dimostrato che la bici può essere un mezzo che apre grandiose possibilità turistiche avendo un influsso forte sull’economia locale. Ma questo sempre preservando l’ambiente naturale nel quale ci muoviamo».
Anche per la bici da strada
Mountain bike ma non solo: «Qui passa la Ciclovia della Val di Sole che registra 80 mila passaggi tra maggio e ottobre ed è frequentatissima soprattutto nei weekend. Parte dalla Val di Pejo oppure in alternativa da Vermiglio fino a Mostizzolo, sono 35 chilometri estremamente gradevoli anche dal punto di vista climatico e paesaggistico, poi si può anche optare al ritorno per il trenino elettrico che aggiunge una nuova visuale al tutto. Quindi anche il ciclismo su strada ha la sua diffusione, non dimentichiamo d’altronde che la valle è un collegamento importante per salite epiche, basti pensare al Passo del Tonale che è trampolino di lancio verso Gavia e Mortirolo e infatti tanti appassionati che vogliono ripercorrere le strade del Giro passano di qui».
C’è però una nuova frontiera sulla quale tutto lo staff sta lavorando e riguarda il gravel: «Ma intendere il gravel qui in Val di Sole è qualcosa di diverso che in altri luoghi – spiega Menghini – Noi abbiamo abbracciato questa nuova filosofia nel 2022, quando abbiamo pensato che la valle potesse essere ideale anche per questo nuovo tipo di bici. Ma dovevamo farlo a ragion veduta, abbiamo quindi invitato una ventina di appassionati facendoli pedalare sui nostri percorsi. Abbiamo raccolto le loro impressioni e i loro consigli per capire come potevamo accontentarli, ci abbiamo lavorato l’anno dopo e nel 2024 abbiamo lanciato la nostra proposta cicloturistica».
6 itinerari per l’Alpine Gravel
E’ una proposta diversa sin dal nome, Alpine Gravel: «Abbiamo lanciato 6 itinerari specifici, certamente non agevoli perché qui non siamo nel Chianti, dobbiamo tenere conto dei dislivelli. Ma anche della tecnica, della guida in discesa. Non sono percorsi per tutti, richiedono allenamento e manico, ma tanti che sono venuti ad affrontarli dicono che proprio per il fatto di essere una sfida sono estremamente divertenti. Qui c’è da affrontare un dislivello che spesso supera i 1.000 metri.
«Poi, cosa non trascurabile per chi pedala sulle gravel, dovevamo abbinare all’aspetto tecnico anche quello enogastronomico e infatti i nostri itinerari prevedono sempre il passaggio in malga per assaggiare i prodotti tipici del territorio».
Nuove idee all’orizzonte
La risposta qual è stata? «Era il primo anno, abbiamo lanciato questa proposta senza neanche un particolare battage pubblicitario, ma la risposta è stata estremamente incoraggiante, abbiamo avuto tanti fruitori anche dalla vicina Germania. Ora ci stiamo lavorando sopra, vogliamo inserirci in un contesto specifico, lanciare l’idea in grande stile e stiamo pensando anche a una campagna promozionale in Italia e all’estero e a un evento che funga da traino. Per noi questa è la nuova sfida».