| 16 Agosto 2024

Nuova gamma BMC URS, un test senza limiti nello Jura

GRENCHEN (Svizzera) – A distanza di cinque anni BMC rinnova il progetto URS. Nel frattempo il segmento gravel si è espanso ed è cambiato. La stessa BMC con il modello Kaius ha una efficiente proposta per coprire i corridori e chi fa della prestazione il suo primo focus. Questo ha permesso ai tecnici svizzeri di eliminare alcuni compromessi esistenti nella precedente generazione. La nuova URS è una gravel che ancor più di prima assottiglia i limiti di utilizzo fra gravel e mtb. La parola d’ordine è stabilità e facilità di guida in fuoristrada.

Le abbiamo provate per due giorni in una epica avventura in fuoristrada sul massiccio dello Jura. Non abbiamo risparmiato nulla alle bici dell’intera gamma, composta da tre telai. URS, URS 01 – disponibile anche in versione LT con forcella ammortizzata – e la pedalata assistita URS AMP, quest’ultima disponibile solo in versione LT.

Tre giorni di test in Svizzera provando tutte le bici della gamma URS di BMC
Tre giorni di test in Svizzera provando tutte le bici della gamma URS dii BMC

Dieci fori per le borse

Appena partiti da Oensigen col modello “base”, la bici si dimostra ben piantata. Risultano facilitate anche operazioni comuni come gestire la navigazione sul ciclocomputer o recuperare una barretta dalle borse. A tal proposito abbiamo contato ben 10 fori filettati per fissare queste ultime. Sei sulla forcella, 2 sopra il tubo orizzontale, i rimanenti nella parte bassa anteriore dell’obliquo. Vanno poi considerati anche i fori predisposti per un portapacchi o i parafanghi anteriore e posteriore. Ci troviamo certamente davanti una bici pronta anche ai tour più lunghi.

Iniziamo a salire abbandonando le larghe sterrate di collegamento per imboccare qualche salita nel bosco: la bicicletta si conferma una compagna docile che aiuta con una buona trazione anche ad arrampicarsi sul tecnico. 4 mm di carro in più della precedente e le gomme da 45mm standard lavorano bene. Tutte le nuove URS possono montare fino a 47mm o 50mm nel caso di 650b con ancora 6mm di luce per le giornate più fangose. Il piantone reggisella a D avanzato a 74,5° ad offset 0, in carbonio su tutta la gamma, permette di avere il peso ben centrato. Ci si sente così liberi di spostarsi avanti e indietro per attaccare le salite tecniche quasi come una hardtail leggera.

Ispirazione MTB

Continuiamo alternando piccoli strappi nel bosco, strade bianche e tratti in asfalto dove sarebbe ovviamente un’esagerazione indicare quella vitalità e quella capacita di scattare tipica bici da corsa. Però si riesce comunque a far un bel passo, senza sentirsi frenati dal mezzo. La bici ha bisogno di un po’ più energia per scattare, ma mantiene bene anche le alte velocità. Grazie a questo, nonostante le molte pause, arriviamo presto alla panoramica seggiovia che ci porta al ristorante Weissenstein poco sopra la città di Soletta. Qui assistiamo alla presentazione vera e propria e da qui partirà la parte più interessante (e consigliata) del tour sullo Jura.

In quest’occasione, lo staff capitanato dal Product Manager per il settore gravel Stefano Gennaioli ci ha svelato che la filosofia del prodotto è stata quella di allargare ancora lo spettro di utilizzo della gravel di BMC. Pescando di più dalla vincente esperienza del brand svizzero in MTB, la nuova URS segue l’andamento delle moderne ruote grasse. L’orizzontale virtuale è cresciuto, l’angolo sterzo è più aperto, aumentano interasse ed avancorsa. Diminuisce invece l’altezza da terra del movimento centrale rispetto al precedente modello. Tutto per dare confidenza nelle discese tecniche e per mantenere guidabilità anche con la bici a pieno carico. Per mantenere un equilibrio su tutta la gamma, troviamo come le precedenti versioni una pipa corta, tra i 70 e i 90 mm al crescere della taglia con pure una opzione con pipa ammortizzata. La prima sul mercato con il passaggio integrato dei cavi.

Dalla cima dello Chasseral la vista si perde all’infinito fra la pianura e le Alpi
Dalla cima dello Chasseral la vista si perde all’infinito fra la pianura e le Alpi

Passaggio interno dei cavi

Sempre nell’ottica di una bici pronta a tutto, è stato ricavato uno spazio nel tubo obliquo con la sua sacca dedicata accessibile dal portaborraccia senza bisogno di attrezzi. Dalla precedente URS torna pure la predisposizione per il passaggio interno del cablaggio di una dinamo sulle forcelle. Tutti i telai possono montare oltre a forcella e reggisella proprietari anche forcelle standard tramite adattatori. E’ previsto anche il cablaggio interno per il telescopico. Tutti i passaggi possono essere completamente interni per la URS 01. Ritroviamo l’ammortizzatore posteriore ad elastomero, introdotto per la prima volta sulla Twostroke. Non si tratta di un puro sistema elastico, perché la schiuma a celle chiuse ha anche caratteristiche di smorzamento. Essa assicura 10mm di escursione dell’asse posteriore. In sinergia col nuovo design del morsetto reggisella, aumenta il comfort soprattutto sulle lunghe distanze.

Le versioni LT tornano a impiegare anche una forcella MTT sostanzialmente invariata. La soluzione di BMC assicura 20mm di escursione con molla meccanica smorzata idraulicamente nel tubo sterzo. L’unico compromesso è la perdita di integrazione dei cavi nella zona sterzo e un piccolo aggravio in peso. Tutti questi sistemi sono completamente personalizzabili con diversi elastomeri per la pipa e MTT posteriore o diverse molle per la forcella.

La URS assistita

In ultimo ci presentano la URS assistita. La scelta è ricaduta su un sistema TQ. Leggero e silenziosissimo si sposa perfettamente per cercare di mantenere lo spirito delle due altre versioni. Non si eccede con aggravio di peso o intrusività dell’assistenza. Si perde su questa versione lo spazio nel tubo obliquo e si ricollocano i bossoli per gli accessori dalla parte superiore del tubo orizzontale a quella inferiore. Per far spazio al sistema elettrico, le geometrie sono leggermente cambiate rendendo la bici leggermente più lunga. Se ne ha un vantaggio di trazione e comfort percepito, soprattutto perché disponibile solo in versione biammortizzata.

Ripartiamo quindi con la URS 01 nel suo allestimento migliore. Il percorso ci porta dopo poco su alcune ripide salite. Qui le Zipp 101 e la trasmissione Red/XXsl riportano la bici a una reattività al pedale che invoglia ad attaccare ogni metro. Forse anche troppo. Il sentiero scelto è ben oltre i “convenzionali confini del gravel” e la risposta confidente della bici in ogni condizione porta presto a esagerare. Su qualche roccia e alcuni piccoli drop, la sella alta inizia a scalciare e dare qualche brivido extra.

Pedalando su asfalto, la risposta è quasi da bici stradale, con tutti i vantaggi di un impianto frenante offroad
Su asfalto, la risposta è quasi da bici stradale, con tutti i vantaggi di un impianto frenante offroad

Senza limiti apparenti

La stabilità e robustezza percepita ci fanno pensare che i confini di questa piattaforma siano molto lontani da quanto si possa pensare. Con un semplice telescopico i più tecnici possono certamente togliersi discrete soddisfazioni. In questi frangenti è piaciuta un po’ meno la pipa ammortizzata. E’ ottima per limitare le vibrazioni alle mani senza aggravare sulla bilancia come una sospensione. Tuttavia con un settaggio di fabbrica un po’ troppo morbido quando il sentiero vira dal gravel standard al tecnico con rocce, buche e compressioni, diventa ancor più obbligatoria la presa bassa per non perdere molta precisione con questo componente.

Passato lo splendido e tecnico tratto di cresta, una vera terrazza sulla valle sottostante con in lontananza le alpi svizzere a chiudere il quadro, ci lanciamo rapidi per le strade bianche di collegamento degli alpeggi. Ci sono rilanci, curve dolci e discese rapide. La stabilità del mezzo ci permette di fare velocità al limite da bici da strada, sicuri sia in appoggio che in frenata. Non una caratteristica così scontata su fondi di greto polveroso.

L’accogliena al Bison Ranch è da accampamento di cow boy
L’accogliena al Bison Ranch è da accampamento di cow boy

Arrivo al Bison Ranch

Per l’ultima salita che ci porta al bivacco notturno, prendiamo in mano le URS AMP LT. La bici mantiene le caratteristiche delle due precedenti, non è stravolta come spesso accade dall’elettrificazione. Il sistema TQ HPR50 ci permette di salire nel silenzioso tramonto in gruppo parlando senza fastidi di sottofondo. La bici rende molto bene pedalando ad alta cadenza e trattandola esattamente come una bici tradizionale. Solo spostandosi più velocemente a parità di sforzo, perde poco in piacere di guida sul tecnico per l’aggravio di peso. Nei sentieri meno tecnici questo può essere un vantaggio. La bici rimane più ferma sulle sconnessioni appena presa un po’ di velocità. Inoltre l’assistenza massima con il picco a 300W può togliere d’impaccio anche i meno esperti in ogni salita.

Arrivati al Bison Ranch in zona Les Prés-d’Orvin, veniamo accolti da una mandria di Bisonti. Ci sono i tepee, dei bungalow stile far west e un falò acceso. Abbiamo pedalato tanto, ma non pensavamo di essere arrivati in America! I ragazzi di BMC hanno organizzato una giornata veramente all’avventura fino a sera, comprese la grigliata sotto le stelle e notte nei sacchi a pelo!

In cima allo Chasseral

Al mattino ripartiamo per provare l’ultimo modello, la versione LT della URS 01. In questo caso avevamo un allestimento intermedio, sempre con gruppo Transmission Sram ma GX e ruote in alluminio DtSwiss. In accoppiata con la doppia ammortizzazione progettata da BMC, ci è sembrato il compromesso più adeguato per chi ama sfidarsi sui percorsi. La bici guadagna ancora qualcosa in capacità e l’affidabilità garantita da cerchi e trasmissione invita a esplorare.

Saliamo verso la impressionante antenna in cima allo Chasseral sopra al lago di Biel, dalla quale si ha una vista mozzafiato a 360° tra Svizzera e Francia. Da lì iniziamo a scendere verso il lago a Neuchatel attraversando prima alcuni alpeggi. La sospensione anteriore in questi frangenti ci è sembrata leggermente limitata nel suo settaggio di base, per colpa delle buche lasciate dai bovini nei prati. La compostezza della bici però ci portava a toccare sempre poco i freni. Anche in questo caso è consigliato ma non necessario giocare con il kit molle aftermarket, per ottenere la risposta più indicata per il tipo di percorsi normalmente affrontati. E’ però un’operazione non semplice da fare in autonomia.

L’antenna dello Chasseral è una conquista
L’antenna dello Chasseral è una conquista

Esplode la gara

Nel tratto finale quando le strade bianche tornano ad essere compatte e larghe, ci lanciamo in gruppetto a ritmo gara confermando che la bici è anche molto capace di fare velocità. Anzi, la stabilità quando si va decisi sui freni e la capacità di affrontare anche buche e sassi improvvisi rendono molto efficace la bici anche in queste condizioni. Magari anche qualche gara sulla distanza se non vi è da lottare in gruppo.

Purtroppo la prova finisce col rientro in treno e una veloce visita alla vicina sede di BMC a Grenchen, convinti che questa nuova URS abbia certamente confermato il suo nome. UnReStricted: una bici che allarga i confini. Non definisce dove “finisce il gravel”, ma uno strumento che ti assiste nell’avventura, nella sfida e dal potenziale utilizzo veramente trasversale.

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