| 4 Giugno 2025

Radici, San Pellegrino, Abetone: l’Appennino Tosco Emiliano chiama

E’ una delle zone più belle e verdi di tutto l’Appennino ed è anche una delle più adatte al ciclismo. La dorsale tra Pavullo nel Frignano e i grandi valichi come Abetone, Passo delle Radici, San Pellegrino in Alpe è un paradiso per chi ama la salita, i panorami aperti e le giornate senza traffico (in apertura foto @ben_explores). E non lontano da queste scalate c’è anche Pian Cavallaro, il punto più alto asfaltato dell’Emilia-Romagna.

Ci siamo stati anche noi, poco dopo il passaggio dell’undicesima tappa del Giro d’Italia, da Viareggio a Castelnuovo ne’ Monti. Con i consigli di Luca Covili, professionista della VF Group-Bardiani, abbiamo scoperto un mondo a misura di ciclista. Per Covili queste strade sono la sua palestra quotidiana.

Il recente passaggio del Giro d’Italia sul Passo San Pellegrino in Alpe: che folla incredibile
Il recente passaggio del Giro d’Italia sul Passo San Pellegrino in Alpe: che folla incredibile

Cimone e Cusna, bellezza antica

E’ una terra che unisce l’anima verde dell’Appennino modenese al respiro ampio dei grandi panorami. Le strade che si arrampicano attorno al Monte Cimone e al Cusna attraversano boschi, pascoli, borghi antichi e silenzi che sembrano fatti apposta per accompagnare la pedalata. Pavullo nel Frignano è una delle maggiori porte di accesso a questo piccolo mondo, tra l’altro siamo anche all’interno del Parco Nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano, una cittadina tranquilla e adatta a fare da base. Nonché casa di Covili.

Ma il bello arriva appena si sale: Pievepelago, Fiumalbo, Riolunato, poi i valichi che separano l’Emilia dalla Toscana e aprono lo sguardo sulla Garfagnana. La storia di questi luoghi si legge nei castelli, nelle pievi e nei piccoli musei, ma soprattutto si respira nell’autenticità del paesaggio. Lontano dalle grandi arterie, il traffico è minimo e ogni pedalata diventa un viaggio. L’aria è più fresca che in pianura, anche in piena estate, e il verde qui non è un colore: è un profumo, un suono, una presenza costante.

Ecco cosa intendeva Covili qundo parlava di strade senza traffico. Qui un tratto del Passo delle Radici
Ecco cosa intendeva Covili qundo parlava di strade senza traffico. Qui un tratto del Passo delle Radici

Salite per tutti i gusti

E’ qui che il ciclista trova terreno per ogni tipo di allenamento. Le salite sono tante e tutte diverse, dalle pedalabili alle estreme. Il Passo dell’Abetone è la più lunga e costante, con pendenze dolci e tratti che spianano: è una salita da ritmo, ideale per costruire fondo. Il Passo delle Radici è più vario, con curve nel bosco e panorami che si aprono man mano che si sale.

Ma la salita più dura è quella di San Pellegrino in Alpe, soprattutto dal versante toscano, con tratti che toccano il 19 per cento e mettono alla prova anche i più allenati. Ed è qui che è passato il Giro, in mezzo ad un bagno di folla entusiasta.

Non da meno è la salita delle Polle, meno conosciuta ma durissima, con una pendenza media del 9 per cento che si fa sentire sulle gambe. In queste montagne le salite superano facilmente i 15 chilometri e i dislivelli si accumulano in fretta. Perfette per chi prepara la stagione o semplicemente ama la montagna. E se si vuole un anello completo, basta unire Abetone, Radici e San Pellegrino per un giro epico, tra natura, fatica e soddisfazione.

Luca Covili è quel che si definisce l’enfant du pays. L’emiliano originario di Pavullo nel Frignano ha preso parte a ben 6 Giri d’Italia
Luca Covili è quel che si definisce l’enfant du pays. L’emiliano originario di Pavullo nel Frignano ha preso parte a ben 6 Giri d’Italia

I consigli di Covili

E’ qui che Luca Covili si allena, spesso partendo direttamente da casa sua a Pavullo. «Mi piace tantissimo pedalare in quelle zone – racconta – soprattutto d’estate, perché si sta freschi ed è una zona molto naturalistica, con tanti parchi. Mi alleno spesso da Pievepelago in su: le salite sono lunghe, il traffico è poco e le temperature ideali».

Covili ha un anello preferito per le uscite più impegnative. «Quando devo stare fuori 4-6 ore faccio un bel giro: Pavullo, Barigazzo, Pievepelago, poi Abetone e ritorno cambiando versanti. Ogni giorno si può fare qualcosa di diverso ed è proprio quello il bello».

La varietà dei percorsi è un punto di forza: si passa in pochi chilometri da fondovalle freschi a crinali panoramici. Il fondo stradale è buono e le salite ben distribuite, l’ideale per lavorare in progressione o gestire un’uscita lunga. «Mi alleno bene e volentieri, non mi annoio mai. Come ripeto è la varietà di percorsi che mi piace. C’è un reticolo di strade che offre mille opportunità».

Il Lago Santo (foto di Archivio Ente Parchi Emilia Centrale)
Il Lago Santo (foto di Archivio Ente Parchi Emilia Centrale)

Crostate e fontane

E’ anche la qualità della vita ciclistica che rende speciali queste strade. «Le fontane – dice Covili – sono una salvezza. L’acqua è buonissima e naturale. Non ti disidrati mai. Non c’è il rischio di restare senza acqua». A rendere tutto ancora più piacevole è la possibilità di fare una sosta golosa: «Io mi prendo sempre una fetta di crostata oppure una focaccina al farro, classica da queste parti».

E per chi vuole abbinare ciclismo e turismo, Covili ha un consiglio speciale. «Da non perdere assolutamente il Lago Santo sopra Pievepelago. E’ un piccolo specchio d’acqua, sui 1.400-1.500 metri, in un parco nazionale bellissimo. Lì il tempo si ferma».

La zona è anche perfetta per chi vuole portare la gravel o la mtb. Tra strade forestali, sterrati e piccoli tratti misti, non mancano le alternative al classico asfalto. Ma restando su strada, come dice Covili, c’è davvero tanto da scoprire.

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