| 11 Agosto 2024

Venti Regioni, venti salite: Cimone e Amiata, quanta bellezza

Iniziamo la seconda decina di Venti Regioni, venti salite, l’ormai consueto appuntamento della domenica. Scorrendo la classifica, oggi andiamo in Emilia-Romagna e in Toscana, rispettivamente per il Monte Cimone e il Monte Amiata. 

La prima è una vera salita appenninica, un must per i ciclisti del luogo. La seconda è un tempio del turismo toscano e anche della Mtb, visto che qui c’è anche un importante bike park gravity. Su entrambe queste cime si scia e il turismo di massa non manca, pertanto le strade di accesso sono abbastanza buone.

Assolutamente da non perdere, magari al ritorno, la deviazione per il lago della Ninfa (foto IAT Cimone)
Assolutamente da non perdere, magari al ritorno, la deviazione per il lago della Ninfa (foto IAT Cimone)

11- M. Cimone, Emilia-Romagna

Monte Cimone è il luogo che identifica la scalata emiliana, ma precisamente si arriva alle antenne di Pian Cavallaro che appunto con i suoi 1.865 metri di quota è il punto asfaltato più alto di questa regione. Se fosse inverno saremmo nel bel mezzo delle piste da sci. Il Cimone, 2.165 metri, è la vetta più alta dell’Emilia-Romagna. Si erge non lontano dal confine con la Toscana e l’Abetone. E in effetti, un bel giro è quello di collegare queste due salite.

Il versante da Fanano: 18,7 km, pendenza media del 6,6% e massima dell’11%, dislivello di 1.245 m (fonte salite.ch)
Il versante da Fanano: 18,7 km, pendenza media del 6,6% e massima dell’11%, dislivello di 1.245 m (fonte salite.ch)

La salita inizia da Fanano. Il versante principale è quello che da qui passa per il piccolo centro di Canevare e tira dritto verso la vetta. Tuttavia, proprio dalla piazza centrale di Fanano, inizia (tramite Via Roma) il versante che passa per Sestola, sale fino allo splendido lago della Ninfa e tagliando la montagna si ricollega al versante precedente.

Sono molto simili, se non per questo taglio che da Sestola concede almeno un paio di chilometri di respiro. Si va su con pendenze costantemente tra il 7 e il 9 per cento. Ogni tanto, specie dalla variante di Sestola, c’è qualche strappata più cattivella, ma non si va oltre il 10 per cento.

Si inizia tra i castagni, si termina coi pascoli, nel mezzo non mancano degli abeti. Davvero bello lo scenario in quota, con vedute sconfinate sulla Pianura Padana e questi tornantoni che a tanti ricordano un valico alpino d’alta quota.

Ma il bello del Cimone è che essendo un luogo di turismo è ricco di attrazioni. E’ un vero paradiso per chi ama la Mtb e l’escursionismo. Il lago della Ninfa è assolutamente una perla che va visitata. Ma attenzione proprio alla sua Ninfa. Si narra che si divertisse a far innamorare pastori, boscaioli, carbonari e cacciatori, li lusingava con sguardi languidi e pieni di promesse. Nel raggiungerla i malcapitati annegavano nel suo lago. Speriamo che questo richiamo non valga anche per i ciclisti e le cicliste!

E da non perdere è anche il Giardino Botanico Esperia, uno scrigni di biodiversità, che s’incontra lungo la scalata.

Lo spettacolo dell’Amiata in autunno, visti i suoi colori, è il periodo migliore per scalarlo (foto Instagram)
Lo spettacolo dell’Amiata in autunno, visti i suoi colori, è il periodo migliore per scalarlo (foto Instagram)

12- Monte Amiata, Toscana

Si scende in Toscana e questa volta si va in provincia di Siena, sul Monte Amiata, il cui Albergo Ristorante Sella Monte Amiata rappresenta il più alto asfaltato della Regione (qui il punto preciso di arrivo): si arriva infatti a quota 1.685 metri. Qui la strada termina ma in teoria, se si ha una mtb si può pedalare fin proprio sulla cima dell’Amiata. Come termina l’asfalto infatti c’è una lunga strada acciottolata che dritta come un fuso copre gli ultimi 70 di metri di dislivello.

Stranamente non siamo nella zona della cima più alta della regione, che per la Toscana è Monte Prado (2.065 metri) sull’Appennino Tosco-Emiliano. Lì le strade non raggiungono quote tanto elevate. Siamo invece nel bel mezzo della Toscana: la Val d’Orcia a Nord ed Est, la Maremma a Sud ed Ovest.

Il fascino dell’Amiata è la sua forma, si vede chiaramente che era un antico vulcano. E infatti il suo terreno è ancora rigoglioso. Qui nascono funghi buonissimi, acque purissime e anche delle ottime castagne.

Ma veniamo alla scalata. I versanti dell’Amiata, un po’ come vedemmo per l’Etna, sono moltissimi, una decina. Noi ne abbiamo individuati due: Abbadia San Salvatore, nel quadrante della Val d’Orcia, e Santa Fiora, in quello maremmano.

Di base si somigliano un po’ tutti. Da Abbadia San Salvatore la strada si arrampica in modo un po’ più costante: avvio morbido sul 5-6 per cento, poi si passa all’8-9 per cento e poi si scende un pelo, 7-8 per cento.

Mentre quello di Santa Fiora, e lo stesso vale per gli altri “lati maremmani”, sono un po’ più irregolari. Di solito la difficoltà maggiore arriva attorno a metà scalata. Lì ci sono diversi segmenti che superano il 10 per cento. Solitamente sono quelli con la carreggiata più stretta che scorre all’ombra della faggeta. Anche in questo caso il finale è invece un po’ più morbido.

A proposito di faggeta, il Monte Amiata è davvero un microcosmo a sé stante. E’ sempre bello, ma sicuramente, vista la sua vegetazione, tra castagni e appunto faggi, scoprirlo in autunno è qualcosa d’incredibile. Occhio solo a non perdere la via! Visto il poco traffico e le tante foglie, queste potrebbero ricoprire l’intera lingua d’asfalto.

Negli articoli precedenti

1- Venti Regioni, venti salite. Inizio ad alta quota: Stelvio e Agnello

2- Venti Regioni, venti salite. Altri due miti: Gavia e Gran San Bernardo

3- Venti Regioni, venti salite: dalle Tre Cime al Gran Sasso

4-Venti Regioni, venti salite: si va sul Crostis e sull’Etna

5- Venti Regioni, venti salite: in alto su Terminillo e Aspromonte

TUTTE LE CATEGORIE DEL MAGAZINE