| 10 Luglio 2025

Due Cuori un Tandem: la malattia vinta con l’amore e una bicicletta

Maurizio Vanucci e Giovanna Cursi sono i protagonisti dell’iniziativa Due Cuori un Tandem, marito e moglie uniti nella fatica e nella gioia del pedalare insieme unendo le forze. «Io parto a raccontare – dice Maurizio – ma se mi dimentico qualcosa Giovanna è pronta a intervenire. Perché magari uno si ricorda meglio un dettaglio o un particolare. Così il racconto viene completo». 

La complicità dei due soggetti di questa storia fa capire quanto siano uniti e quando leggerete ciò che hanno fatto capirete quanto è servito avere un legame forte e profondo, pronto ad andare oltre qualsiasi ostacolo. 

Maurizio Vanucci e Giovanna Cursi sono i due protagonisti dell’iniziativa Due Cuori un Tandem
Maurizio Vanucci, Giovanna Maurizio Vanucci e Giovanna Cursi sono i due protagonisti dell’iniziativa Due Cuori un Tandem, Due Cuori un Tandem

Una vita “segnata”

Maurizio Vanucci parte a raccontare e le la lingua si scioglie in un ricordo lungo una vita. 

«Io sono trapiantato di reni – racconta – mia moglie Giovanna è la donatrice. Ho avuto una malattia ereditaria, che si chiama reni policistici. In poche parole in entrambi i reni si formano delle cisti che portano all’aumento di volume e poi all’insufficienza renale cronica. Ho scoperto di averla all’età di 19 anni, ne era malata mia madre che ha fatto 13 anni di dialisi. Di tre fratelli sono l’unico che ha ereditato la malattia, scherzo del destino ero io che mi prendevo cura di mia madre durante la malattia. Per tanti anni ho vissuto con l’incubo della dialisi. Non ho mai raccontato a nessuno della malattia, nemmeno ai miei amici. Ma quando ho conosciuto Giovanna è stata la prima cosa che le ho detto. Mi ha risposto che sarebbe stata lei a donarmelo».

Maurizio e Giovanna hanno sempre fatto viaggi “zaino in spalla” o in bici e dopo l’operazione hanno deciso di condividere la fatica in tandem
Maurizio e Giovanna hanno sempre fatto viaggi “zaino in spalla” o in bici e dopo l’operazione hanno deciso di condividere la fatica in tandem
Quel giorno poi è arrivato?

Nel 2021 i miei valori hanno iniziato a peggiorare e abbiamo iniziato l’iter per il trapianto. Ci tengo a dire che la lista di attesa per un trapianto di rene per una persona in dialisi è di 4 anni e mezzo. La dialisi è una cura che permette a chi ha entrambi i reni che non funzionano di pulire il sangue e continuare a vivere. E’ una pratica invasiva e logorante sia fisicamente che mentalmente. Il 27 settembre del 2022 è arrivato il giorno della donazione.

Il tandem com’è entrato nelle vostre vite?

Giovanna ed io abbiamo sempre fatto tanti viaggi “zaino in spalla”. Nel corso della nostra vita abbiamo poi inserito qualche vacanza in bici, lei un mese prima del trapianto mi dice: «Magari il prossimo anno, che magari saremo stanchi, possiamo unire le nostre forze e pedalare in tandem». Mi è sembrata subito una grande idea e mi sono mosso per organizzare il progetto e il primo viaggio che è avvenuto l’estate successiva.

Nel 2024 hanno girato buona parte dell’Europa dell’Est
Nel 2024 hanno girato buona parte dell’Europa dell’Est
Tutto da soli?

Volevamo incontrare le amministrazioni locali ma come Maurizio e Giovanna o come Due Cuori un Tandem, nel frattempo era nato il nome del progetto, nessuno ci ascolta. Allora ci siamo rivolti ad AIDO (Associazione Italiana Donatori Organi, ndr). Loro ci hanno dato una mano e noi abbiamo fatto una raccolta fondi da poi destinare a ricerche e progetti. 

Il primo viaggio qual è stato?

Siamo partiti da casa nostra, a Riccione, e abbiamo pedalato attraverso Marche, Abruzzo, Molise e siamo risaliti dalla parte tirrenica passando da Lazio e Toscana. Siamo tornati a Riccione il 27 settembre, esattamente un anno dopo il trapianto. Volevamo dimostrare che fare sport da donatrice e da ricevente è possibile. L’anno successivo a causa di un’infezione alle vie urinarie non me la sono sentita di fare altri progetti organizzati ma abbiamo viaggiato lo stesso in autonomia. 

I viaggi di Maurizio e Giovanna sono sempre partiti da Riccione, dove i due vivono
I viaggi di Maurizio e Giovanna sono sempre partiti da Riccione, dove i due vivono
Quest’anno cosa avete in programma?

Partiremo sempre da Riccione per arrivare a Civitavecchia e poi ci imbarcheremo per Cagliari. Risaliremo la Sardegna con destinazione Olbia e da lì un traghetto ci porterà a Genova e pedaleremo fino a Milano. Il capoluogo milanese ospiterà, il 27 e 28 settembre, l’iniziativa la “Giornata del Sì” di AIDO. Il fatto che quel fine settimana coincida con l’anniversario del mio trapianto è una casualità (dice con una risata Maurizio, ndr). Abbiamo sempre viaggiato a fine settembre per evitare il grande caldo.

Avete sempre fatto viaggi impegnativi…

Un po’ per abitudine, anche prima del trapianto ci muovevamo parecchio. Da quando facciamo i viaggi di Due Cuori un Tandem abbiamo trovato la giusta distanza: 1.500 chilometri. L’idea è sempre stata quella di attraversare, con la nostra iniziativa, Regioni diverse per portare il nostro messaggio ovunque in Italia. 

Questo è il tandem che accompagna Maurizio e Giovanna che i due hanno soprannominato “Intrepido”
Questo è il tandem che accompagna Maurizio e Giovanna che i due hanno soprannominato “Intrepido”

Le parole di Giovanna

Maurizio Vanucci parla volentieri e quando finisce di raccontare alla domanda sul perché hanno scelto il tandem attacca sua moglie Giovanna.

«Anche la gente per strada ci ferma, piace, piace perché davanti c’è il marito e la moglie è dietro che silenziosamente deve pedalare – dice con una battuta – anche perché il tandem è molto più faticoso della bici. Ho avuto l’idea del tandem, vero, ma non so dove mi è venuta fuori perché io non sono proprio la più sportiva dei due. Quello attivo in famiglia è Maurizio che ha praticato tutti gli sport, io zero (la simpatia di Giovanna è coinvolgente, ndr). Pensavo che fosse più facile pedalare su un tandem ma non è affatto così. Anche perché dopo la donazione ho detto: «Se sto matto (riferito simpaticamente al marito Maurizio, ndr) mi porta a fare un altro viaggio in bici non ce la faccio mica!». 

«E poi – conclude – c’è anche la metafora della vita, di unirci ancora di più sommando le forze. Un negoziante di Riccione ci ha prestato il tandem per il primo viaggio e da quel momento ci siamo affezionati».

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