| 21 Agosto 2025

Ciclovia della Memoria, dalla tragedia è nato un tesoro per tutti

2012: un terribile terremoto devasta parte dell’Emilia lasciando macerie, dolore in tante famiglie ma soprattutto una ferita in tutto il territorio, un carico di ricordi pesanti da portare avanti. 2022, decimo anniversario: viene lanciata l’idea della Ciclovia della Memoria, qualcosa di bello che possa nascere proprio sull’onda di quelle emozioni negative. Un segno di rinascita, ma come si è visto in tante occasioni, il cammino per la costruzione di una ciclovia è lunghissimo e la colata di asfalto, il disegno delle righe sono solo l’ultimo capitolo di un lungo romanzo.

Questo non significa che la Ciclovia resterà un progetto in un cassetto dimenticato, perché è qualcosa per il quale si sta lavorando alacremente, anche a livello politico, come garantisce Paolo Negro, consigliere Capogruppo dell’Unione Comuni Modenesi Area Nord che si è posto in prima linea per la sua realizzazione.

Paolo Negro, consigliere dell’Unione Comuni Modenesi Area Nord e promotore del progetto
Paolo Negro, consigliere dell’Unione Comuni Modenesi Area Nord e promotore del progetto

«Il progetto nasce dal basso, dagli enti locali, dalle comunità che hanno visto in questa ciclovia un asse strategico per la mobilità nella Bassa Modenese. E’ un’idea molto ambiziosa, collegare la Bassa Reggiana con la Bassa Modenese e l’Alto Ferrarese da Brescello, incrociando la Ciclovia del Sole e poi arrivando a Bondeno sulla Ciclovia VenTo che si sviluppa sul Po. In questo modo diventerà un’arteria importante, lunga 128 chilometri».

A che punto siamo?

E’ stato sottoscritto un protocollo d’intesa tra i 15 Comuni interessati dal tracciato e dalle tre province coinvolte, Reggio Emilia, Modena e Ferrara. In seguito a questo è stata affidata l’elaborazione dello studio di fattibilità che ha approfondito e sviluppato il tracciato che si sovrappone sostanzialmente alle ciclovie già previste dalla programmazione regionale, segnando tutte le intersezioni. Cosa significa ciò? Che una buona parte del percorso fa parte di ciclabili già esistenti. E’ importante anche per poter dare una quantificazione dei lavori necessari. Non occorre realizzare l’infrastruttura completa, sfruttando tratti che esistono già. Di questi 128 chilometri, circa la metà sono già esistenti, il resto è da realizzare.

La mappa presentata insieme allo Studio di fattibilità che descrive il tracciato
La mappa presentata insieme allo Studio di fattibilità che descrive il tracciato
A differenza di tante altre ciclovie che ci sono in Italia, questa ha sì un interesse cicloturistico, ma nasce anche con altre prospettive…

Sì. Per noi è fondamentale unire la comunità, sulla base di un elemento evocativo dell’essere stati accomunati dall’immane devastazione del terremoto. Le comunità sono rinate, hanno un’economia molto vivace, quindi una mobilità anche tra le singole realtà è importante. Una mobilità legata per esempio al lavoro. Per fare un esempio, la ciclovia consentirà di collegare Concordia sulla Secchia a Mirandola, dove c’è la stazione ferroviaria, come Reggiolo a Rolo dove pure c’è la stazione. L’intermodalità sarà una caratteristica fondamentale di un’arteria di collegamento, ideale anche per lavorare o per qualsiasi necessità. Quindi cicloturismo sì, ma non solo.

Il suo sviluppo quanto è legato anche alla circolazione stradale, quella esistente?

E’ alternativa al traffico stradale più intenso. Per quanto riguarda soprattutto la parte che va costruita, passa su strade poco frequentate. Noi abbiamo ovviamente cercato la soluzione più agevole e meno dispendiosa. Sfruttando una dorsale di traffico meno frequentata o addirittura non toccata dalle auto perché, come dicevo, il progetto riunisce proprio per la sua razionalità, la sua fondatezza dal punto di vista della programmazione di scelte che la Regione aveva già fatto ma anche con ciclovie non ancora realizzate, penso per esempio la Ciclovia del Panaro nel tratto che va da Finale Emilia fino a Bondeno. In questo caso, scorrendo sull’argine, non c’è nessun tipo di traffico.

La Ciclovia della Memoria interseca anche una parte importante della Ciclovia del Sole (foto Contini)
La Ciclovia della Memoria interseca anche una parte importante della Ciclovia del Sole (foto Contini)
Ma che cosa può dare anche dal punto di vista cicloturistico?

Io penso che possa essere interessante, ci sono realtà belle da visitare e che anzi credo che con questo nuovo strumento potranno essere valorizzate, la stessa Mirandola, Finale Emilia e Bondeno per fare un esempio. Ci sono molte eccellenze che esistono nei 15 comuni lungo l’asse del percorso e ciascuno di questi comuni ha una storia da raccontare. Io dico sempre che abbiamo un esempio al quale ispirarci che è la Treviso-Ostiglia che ha la stessa lunghezza, superiore ai 100 chilometri. E che so essere percorso non ancora del tutto completato ma già percorribile come la nostra. Quella è già percorsa da oltre 400.000 ciclisti all’anno e anche lì sono cicloturisti, ma anche persone che la usano per la mobilità quotidiana. Perché non può avvenire lo stesso per noi?

State pensando a tal proposito anche a tutto quel che circonda una ciclovia, ad esempio, segnalazioni, postazioni di ricarica per e-bike, noleggi bici e altro?

Tutto questo sarà contemperato al momento della sua progettazione esecutiva e realizzazione fattuale, ora siamo ancora a livello di studio di fattibilità. Molti chiedono quando sarà realizzata ma i tempi non sono per ora identificabili per il suo completamento. Ma c’è l’intesa istituzionale per un tracciato definito, abbiamo individuato l’idea di fondo del progetto. Ora bisogna lavorare al reperimento dei fondi.

La Torre dell’Orologio di Finale Emilia, simbolo della devastazione del terremoto del 2012
La Torre dell’Orologio di Finale Emilia, simbolo della devastazione del terremoto del 2012
Su quest’idea c’è convergenza fra le varie parti politiche?

Sì e so bene che questo non capita sovente. Quando l’idea è stata presentata la prima volta in Consiglio ha trovato l’accordo di tutto l’arco delle forze politiche che lo compongono, quindi c’è una trasversalità ampia del consenso. Io conto che entro la fine di questa legislatura quinquennale potremo portare a compimento il tutto anche grazie a questo pieno accordo.

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