Quasi un anno dopo aver lanciato il suo progetto che vuole rivoluzionare la ciclologistica attraverso le e-cargo bike Bosch eBike System è arrivata anche all’Italian Bike Festival. Un traguardo, anzi un punto di partenza per arrivare davvero alla realizzazione di un logistica differente: leggera, smart e sostenibile. Si era partiti dalle amministrazioni locali, il polo di Milano è stata la culla del movimento e ha già dato prova della bontà del progetto.
Ora però serve fare un passo ulteriore, successivo. Si devono attraversare i confini di quella che è una città sempre votata all’avanguardia e arrivare dove il tessuto sociale è più difficile da penetrare.
Da Misano
L’inizio della seconda parte del cammino di Bosch eBike System e TRT è partito così dall’Emilia-Romagna.
«Siamo andati all’Italian Bike Festival – racconta Federica Cudini, Country Marketing Communications Manager di Bosch eBike Systems – perché ci siamo accorti che il passo successivo del nostro progetto doveva essere rivolto alle aziende. Si deve anche parlare di costi, di ammortamento e bilancio. Non è semplice perché non esiste una legge nazionale e ogni amministrazione locale e regionale agisce per conto proprio».
«Misano è stato il palcoscenico giusto – prosegue – per dimostrare che il processo di cambiamento della logistica è attuabile. L’intervento a IBF aveva l’intento di parlare alle imprese, a chi realizza e acquista bici».
Le strutture e i mezzi
Le aziende sono l’anello di congiunzione tra chi realizza le norme e i cittadini. Sono coloro che mettono in atto e realizzano il cambiamento, grazie alle loro idee e visioni. Abbiamo così parlato con Alessandro Ledda di Biga Bike, azienda specializzata in cargobike.
«Milano e la Lombardia – ha detto Alessandro Ledda di Biga Bike – sono molto avanti per quanto riguarda questo tipo di logistica differente. E’ anche vero che realtà grandi come le città metropolitane devono per forza guardare a un cambiamento, e non possono farlo senza mezzi sostenibili».
«Strutturalmente il problema è serio – spiega ancora Ledda – perché servono mezzi dalle grandi capacità di carico. Capita che le decisioni delle amministrazioni locali non combaciano con quelle delle aziende. Servirebbero più stazioni dedicate ai mezzi e alla ciclologistica in modo da renderla più semplice e radicarla meglio sul territorio».
Possibilità di crescita e investimento
Per far crescere la ciclologistica e permetterle di entrare ancora di più nelle nostre realtà servono investimenti importanti a livello amministrativo e nazionale. Tuttavia è necessario fornire una serie di mezzi che siano in grado di rispondere alle domande e alle necessità di chi si trova a lavorare in strada.
«Il compito di chi produce questi mezzi – spiega Marco Mattarolo di Riese und Muller – è di essere vicini alle esigenze di realtà come quelle di Ale Biga. Da parte nostra c’è la volontà di dare supporto e aiutarli a far sentire la loro voce. Per realtà commerciali come la nostra si tratta anche di credere nella ciclologistica è come dire: “Si può fare”. La ciclologistica può essere un servizio efficace ed efficiente».
Fiducia verso il futuro
Le basi sono state gettate, ora la forza del progetto lanciato da Bosch eBike System e TRT si misurerà nella capacità di renderlo sempre più fruibile. In questo viaggio però ci sarà bisogno anche del supporto delle realtà come quella di Alessandro Ledda.
«Permettere a giovani realtà di crescere – analizza Ledda – è un primo metodo di approccio verso il futuro. Parlo anche di miei “competitor”. Siamo partiti quattro anni fa con le prime e-cargo bike per chi era alla ricerca di una logistica diversa per la propria attività. Si parla soprattutto di piccole imprese, ma ora il mercato sta crescendo. A mio avviso il progetto è replicabile, specializzarsi è l’unico modo per rispondere a determinate esigenze di mercato e non solo».
«E’ importante che questo tipo di logistica segua delle linee guida – conclude Federica Cudini – come dei parcheggi dedicati e delle aree di sosta per carico e scarico. Inoltre è importante avere una regolamentazione per la tipologia di mezzi da utilizzare. Il prossimo passo, in questo senso, potrebbe essere quello di stilare un White Paper per dare voce a questi soggetti».