Una recente indagine condotta da Unicef Italia in collaborazione con la Fiab e il CNR ISSIRFA/Istituto di Studi sui Sistemi Regionali, Federali e sulle Autonomie ha dipinto con accuratezza il quadro dell’utilizzo delle due ruote da parte delle più giovani generazioni per andare a scuola. La pubblicazione si chiama “A ruote libere-Partiamo dalla scuola e andiamoci in bici”. E’ la prima indagine sull’uso della bici come mezzo di congiunzione fra casa e scuola.

Famiglie in bici verso la scuola? Il 16 per cento
Si parla tanto di mobilità sostenibile, si lavora alacremente per la costruzione di piste ciclabili, molti comuni sposano la filosofia dei 30 all’ora, ma qual è poi l’attuazione pratica di tanto impegno? Si è partiti dall’analisi di iniziative come il “Bicibus” e il “Pedibus”. E‘ l’incentivo rivolto a gruppi di scolari a raggiungere la propria sede di studio con bici o a piedi invece che utilizzando l’auto di famiglia. Il tutto in compagnia di genitori oppure volontari, affrontando percorsi prestabiliti e sicuri.
L’analisi dei dati non dà un risultato molto positivo e di questo gli estensori ne sono coscienti, come ad esempio il direttore generale di Unicef Italia Paolo Rozeda: «Quell’incremento che ci si poteva attendere non c’è stato. Partiamo da un elemento. Sul 95 per cento dei genitori intervistati che ha detto di avere una bici, solamente il 16 per cento la utilizza per accompagnare i bambini o ragazzi a scuola. Degli altri, quasi il 37 per cento va a piedi, tutti gli altri usano l’auto. Questo è un vero peccato perché non si apprezza e comprende il valore stesso della bici: è un mezzo che permette di guardare il mondo che ci circonda alla giusta velocità è anche un mezzo di comunicazione. Condividere con i propri figli un’esperienza simile, quotidiana, sarebbe utile e formativo per loro come per i genitori stessi».
Un rimedio (poco attuato) per l’inquinamento
Rozeda pone l’accento su quanto l’uso della bici migliorerebbe non solo l’ambiente, ma anche la nostra stessa vita: «Alcuni studi indicano che un bambino su 5 muore per cause legate all’ambiente, ma c’è un altro dato che fa spavento: il 99 per cento delle persone da 0 a 18 anni ha riflessi negativi dati dall’inquinamento. Significa che ne soffriamo tutti, in questo senso usare la bici sarebbe un vantaggio per noi stessi ma anche per gli altri».
Entrando nello specifico dell’analisi effettuata, sono stati presi in esame 141 Comuni inseriti nell’elenco Fiab dei “Comuni ciclabili”. Solamente il 7 per cento ha accresciuto le linee Bicibus investendo quindi su questo indirizzo di mobilità sostenibile, il che significa appena 10 Comuni in tutto. Il 53,5 per cento ha invece mantenuto l’esistenza di zone scolastiche. Nel caso delle linee Bicibus, sui 10 Comuni che hanno effettuato interventi, 7 hanno accresciuto le linee, 3 le hanno abrogate.
Bici, motorini e pubblicità
Che cosa porta a lasciare la bici a casa? «Il clima ha certamente il suo peso – risponde Rozeda – ma io credo e i dati me lo confermano che molto incida anche la situazione stradale della città e la condotta degli automobilisti. Molti genitori hanno paura, non si fidano a uscire in bici ma ancor di più a far uscire i propri figli. Non è un caso se oltre l’84 per cento degli intervistati si dichiara disposto a prendere la bici a condizione che vengano apportati miglioramenti sostanziali alla condizione di sicurezza dei ciclisti».
Qui parliamo di genitori e figli e guardando i dati sorge spontanea una domanda. Tanta ritrosia verso la bici come si sposa poi nell’acconsentire che i ragazzi vadano in motorino? «Questo è un aspetto interessante e mi dispiace non avere dati aggiornati al riguardo per mettere di fronte l’utilizzo di bici a quello di motorini. Io stesso vado in moto, ma mio figlio fino a 15 anni era inseparabile dalla sua mountain bike. Sicuramente l’effetto educativo ha un suo peso, ma io ci metto dentro anche l’aspetto pubblicitario, ossia la pressione che i media, la nostra società dell’immagine opera sui ragazzi. Il motorino ha un effetto più accattivante sugli adolescenti, ma avete provato a vedere quanta pubblicità alle bici si fa sui canali generalisti e non parlo solo di Tv? La sproporzione è evidente…».
L’importanza della collaborazione
Come andare allora in senso inverso? «E’ fondamentale che ci sia collaborazione tra le varie strutture e noi per questo siamo fortemente connessi alla Fiab condividendo gli stessi ideali. E’ importante però che le stesse strutture scolastiche collaborino. Ad esempio fornendo parcheggi interni alle bici, controllati, sicuri, dove chi lascia il proprio mezzo sia poi sicuro di ritrovarlo. Già questo sarebbe un passo importante, poi è fondamentale l’apporto dei Comuni, la messa in sicurezza delle piste ciclabili, il controllo lungo le strade. Dobbiamo dare un messaggio positivo, far capire che si può uscire in bici in sicurezza, per farlo serve l’aiuto di tutti, della collettività nel suo insieme».