| 1 Marzo 2025

Sicuri in bicicletta: un progetto valido, ma a rischio chiusura

E’ già qualche anno che la Federazione Italiana Ciclismo ha indetto il progetto “Sicuri in Bicicletta” legato alla diffusione dell’educazione stradale presso gli istituti scolastici italiani. Gli incontri presso i vari plessi scolastici sono andati avanti fino a questo mese e la speranza è che possano proseguire visto che, come spiegheremo più avanti, un’idea così valida è ora messa in dubbio dai problemi di budget.

Un momento dell’incontro svoltosi ad Agrigento, con 39 plessi scolastici primari e secondari
Un momento dell’incontro svoltosi ad Agrigento, con 39 plessi scolastici primari e secondari

L’apporto di Stradale e Polizia di Stato

Tutto nasce dal lavoro che, come nelle altre province italiane, è stato svolto ad Agrigento, dove l’iniziativa ha trovato non solo un positivo accoglimento presso le strutture scolastiche ma anche una vasta eco sui media locali. A raccontarla è Totò D’Andrea, tecnico del Comitato Regionale che ha partecipato in prima persona agli incontri.

«Al progetto partecipo ormai da 4 anni, ma era stato già precedentemente lanciato. Nel nostro territorio si è svolto in collaborazione con la Polizia Stradale e l’Ania non solo perché sono partner della Fci per quest’iniziativa, ma sono stati proprio i dirigenti scolastici a chiedere che insieme a noi tecnici (con me c’era anche Antonino Analfino) ci fosse personale della Stradale e della Polizia di Stato per spiegare ai ragazzi che cosa significa curare la sicurezza stradale. In particolare era presente il Vice Questore Francesca Roberto, Dirigente dell’U.P.S.P., e l’Ispettore Francesca Dionisio, che hanno approfondito i temi legati alla sicurezza stradale.».

Totò D’Andrea (a sinistra) tecnico della Fci regionale oltre che responsabile del Racing Team Agrigento
Totò D’Andrea, tecnico della Fci regionale oltre che responsabile del Racing Team Agrigento
A chi è rivolto il progetto Sicuri in Bicicletta?

Da noi hanno partecipato qualcosa come 39 scuole primarie e secondarie, quindi bambini dal 4° anno della primaria fino ai ragazzi alle soglie dell’esame per accedere alle superiori. In particolare nell’ultimo incontro ci siamo rivolti proprio a quelli dell’ultimo anno considerando che dopo poco tempo saranno già in grado di prendere il patentino per i ciclomotori e devo dire che i ragazzi si sono mostrati molto interessati e attenti.

Com’era strutturato?

Noi abbiamo previsto un’ora di teoria, nella quale noi tecnici abbiamo soprattutto lasciato la parola ai responsabili delle forze dell’ordine che hanno potuto illustrare tutti i temi legati alla sicurezza stradale. La parte teorica prevedeva anche l’utilizzo di diapositive e filmati con i quali abbiamo dato rapide nozioni sulla struttura della bici, ma abbiamo portato, sempre grazie ai responsabili della Stradale, anche alcuni segnali stradali per verificare la conoscenza dei ragazzi sul loro significato e sono rimasto colpito dal fatto che, ad esempio, quello di divieto di accesso fosse sconosciuto ai più.

La partecipazione prevedeva per tutti un’ora di teoria e 3 ore di pratica
La partecipazione prevedeva per tutti un’ora di teoria e 3 ore di pratica
E la parte pratica?

Consisteva in 3 ore, sempre inserite nell’orario scolastico, nelle quali abbiamo allestito piccoli percorsi con l’ausilio di caschi, coni stradali, portando anche le bici per chi non l’aveva. Lì siamo stati soprattutto noi tecnici a intervenire curando gli aspetti principali, come pedalata, equilibrio, frenata.

Che conclusioni hai tirato dopo gli incontri ai quali hai partecipato?

Diciamo che sono quantomeno contrastanti. Da una parte ho notato che i ragazzi, di qualsiasi età, erano molto interessati, anche grazie al nostro modo di spiegare interagendo con loro. Ad esempio chiedevamo per ogni segnale non solo il significato ma anche come comportarsi di fronte ad esso e le risposte sono state spesso soddisfacenti. Come anche sugli ausili, sull’utilizzo di caschi e luci, tutti aspetti sui quali ho notato grande sensibilità.

Il progetto Sicuri in Bicicletta ha avuto vasta eco, grazie anche all’impegno della Polizia di Stato
Il progetto Sicuri in Bicicletta ha avuto vasta eco, grazie anche all’impegno della Polizia di Stato
E sull’altro piatto della bilancia che cosa c’è?

Ho notato poca dimestichezza generale con la guida della bici, con l’equilibrio, con gli ostacoli che si pongono davanti. Tutto rientra nel concetto di coordinazione di base, piuttosto deficitaria. Il che rappresenta un problema per ragazzi che fra poco andranno in motorino, quindi non più a velocità fino a 20 chilometri orari ma perlomeno il doppio. Oppure sul monopattino. A tal proposito anche le nuove norme del Codice Stradale che riguardano tutti i mezzi a due ruote erano completamente sconosciute.

Gli incontri andranno avanti?

L’intenzione era questa, ma finora gli stanziamenti che erano previsti per quest’attività e che dovevano provenire dalla Fci nazionale non si sono visti. In alcune regioni so che i comitati locali hanno sopperito in attesa di essere rimborsati, ma da noi in Sicilia non erano previsti fondi a sostegno, quindi andiamo esaurendo quegli incontri che erano già stati programmati da tempo e poi sospenderemo l’attività. Con rammarico, perché era evidente la sua utilità. Chiaramente siamo tutti dispostissimi a riprendere, appena la situazione economica verrà affrontata realmente…

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