Alimentazione cucina italiana, Made in Italy, cuoco con pasta (depositphotos.com)Alimentazione cucina italiana, Made in Italy, cuoco con pasta (depositphotos.com)

| 14 Dicembre 2025

L’UNESCO premia la cucina italiana, sta a noi difenderla

In questi giorni, per la precisione il 10 dicembre, la cucina italiana è stata ufficialmente riconosciuta come Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità dall’UNESCO. Una notizia che riempie di orgoglio, certo, ma che rischia anche di scivolare via come un titolo letto di fretta, tra una riunione di lavoro e una pausa pranzo consumata davanti al computer. Tuttavia, questo riconoscimento ha un significato profondo che merita di essere capito, accolto e, soprattutto, vissuto.

Quando si parla di patrimonio immateriale non si fa riferimento a monumenti, palazzi o opere d’arte da osservare in silenzio. Si parla di pratiche, saperi, gesti quotidiani, tradizioni vive che si tramandano di generazione in generazione. Della cucina italiana non sono state riconosciute le ricette, ma il sistema culturale. In altre parole, la nostra condivisione della tavola e le preparazioni in cucina, la scelta delle materie prime, il rispetto dei tempi delle stagioni e le innumerevoli varietà locali.

La cucina e la storia d’Italia

Il motivo per cui questo riconoscimento è stato assegnato proprio alla cucina italiana sta infatti nella sua unicità e varietà. Non esiste una sola cucina italiana, ma potremmo dire che ce ne sono decine, proprio perché si sono sviluppate localmente, con un profondo legame col territorio. Cambiano gli ingredienti, i grassi, le tecniche e perfino i formati della pasta nel giro di pochi chilometri. Questa frammentazione è in realtà una ricchezza straordinaria: racconta la storia agricola, climatica e sociale del nostro Paese molto più di qualsiasi manuale.

Prima ancora dell’Unità d’Italia, ogni regione e ogni valle aveva sviluppato una propria identità culinaria basata su ciò che era disponibile. La cucina dei contadini nasceva dall’ingegno, dal recupero, dalla capacità di trasformare ingredienti semplici in piatti completi e nutrienti. Pasta e legumi, cereali e verdure, cotture lente e la condivisione del cibo a tavola.

Le ricette dei contadini, come la pasta all'uovo, realizzavano piatti preziosi dagli ingredienti a disposizione (depositphotos.com)
Le ricette dei contadini, come la pasta all’uovo, realizzavano piatti preziosi dagli ingredienti a disposizione (depositphotos.com)
Le ricette dei contadini, come la pasta all'uovo, realizzavano piatti preziosi dagli ingredienti a disposizione (depositphotos.com)
Le ricette dei contadini, come la pasta all’uovo, realizzavano piatti preziosi dagli ingredienti a disposizione (depositphotos.com)

Una ricchezza sottovalutata

Oltre al legame col territorio, la cucina italiana è stata premiata per la sua biodiversità. L’Italia è uno dei Paesi europei con il maggior numero di varietà vegetali e animali autoctone utilizzate in cucina. Grani antichi, legumi locali, formaggi, oli, vitigni: un patrimonio che ha anche un valore nutrizionale e ambientale enorme. La cucina tradizionale italiana è, per sua natura, sostenibile: privilegia prodotti stagionali, filiere corte, spreco ridotto e un equilibrio tra origine animale e vegetale che rientra perfettamente in ciò che definiamo “dieta mediterranea”.

Eppure, nonostante tutto questo, negli ultimi decenni ci stiamo lentamente allontanando da questo patrimonio. La routine lavorativa, i ritmi accelerati, la delega totale all’industria alimentare ci portano spesso a mangiare senza cucinare, a scegliere la comodità invece della consapevolezza. Porzioni individuali riscaldate al microonde e purea di frutta hanno preso il posto della tavola apparecchiata, del piatto condiviso e dell’importantissimo momento di riunione famigliare, durante il quale ognuno racconta la sua giornata.

La cucina italiana è un esempio di sostenibilità, facendo ricorso a ingredienti di stagione (depositphotos.com)
La cucina italiana è un esempio di sostenibilità, facendo ricorso a ingredienti di stagione (depositphotos.com)
La cucina italiana è un esempio di sostenibilità, facendo ricorso a ingredienti di stagione (depositphotos.com)
La cucina italiana è un esempio di sostenibilità, facendo ricorso a ingredienti di stagione (depositphotos.com)

Un modello culturale condiviso

Difendere la cucina italiana non significa essere nostalgici o rifiutare il presente. Significa scegliere, ogni giorno, di dare valore al cibo come atto culturale. Significa cucinare quando possibile, coinvolgere i bambini, raccontare da dove viene un piatto, perché si mangia in un certo modo e non in un altro. Significa capire che il patrimonio immateriale vive solo se qualcuno lo pratica.

Il riconoscimento ottenuto non riguarda un singolo piatto o una ricetta, ma un modello culturale condiviso, fatto di esperienze comunitarie, scelta consapevole delle materie prime, convivialità del pasto, trasmissione dei saperi alle nuove generazioni e rispetto delle stagioni e dei territori.

Allora la domanda finale non può che essere questa, semplice e scomoda allo stesso tempo: quali ricordi porteremo con noi della tavola di oggi? E soprattutto, che ricordi stiamo costruendo per chi verrà dopo di noi? Siamo sicuri che i nostri figli ricorderanno il profumo di un sugo sul fuoco, una pasta tirata insieme, una domenica a tavola tra i racconti del nonno e i battibecchi famigliari scaturiti da un sano confronto di opinioni?

Dobbiamo avere a cuore il valore profondo della tavola e la trasmissione ai bambini delle ricette e la loro storia (depositphotos.com)
Dobbiamo preservare il valore della tavola e la trasmissione ai bambini delle ricette e la loro storia (depositphotos.com)
Dobbiamo avere a cuore il valore profondo della tavola e la trasmissione ai bambini delle ricette e la loro storia (depositphotos.com)
Dobbiamo preservare il valore della tavola e la trasmissione ai bambini delle ricette e la loro storia (depositphotos.com)

Una storia da tramandare

La sensazione è che la cucina italiana, oggi, sia un vero patrimonio da tutelare, al pari della storia della bicicletta, perché rischia di deteriorarsi e di perdersi. Probabilmente le nuove generazioni si ricorderanno di una vaschetta riscaldata in fretta, mangiata in silenzio davanti a uno schermo, della foto del piatto postata sui social e di quella ricetta di ragù in friggitrice ad aria, pronta in soli sette minuti.

E’ nostra responsabilità preservare la cucina italiana, partendo proprio da oggi. Creando un menù per le feste che può anche essere rinnovato, ma che comprenda la condivisione in cucina e a tavola con i nostri familiari e amici, per creare ricordi indelebili, degni della nostra tradizione.

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