| 18 Luglio 2025

Borgo Tiralento, il cycling residence che arriva da lontano…

Potremmo raccontarvi il nuovissimo cycling residence Borgo Tiralento di Grottazzolina (in provincia di Fermo) decantando i minuziosi servizi che esso offre ai ciclisti o l’arredamento punteggiato dalle maglie storiche che hanno segnato questo sport. E lo faremo. Ma per capire la passione che ha portato all’inaugurazione di questa struttura marchigiana dobbiamo partire da lontano, da quando il suo attuale gestore, Gianni Traini, alla fine degli anni Sessanta correva contro ragazzini di due anni più grandi di lui. 

«Grazie ad un tesserino rigorosamente falso che mi aveva procurato mia madre – attacca Gianni – per permettermi di gareggiare contro i ragazzi di 14 anni, quando io ne avevo 12. Ma ero abbastanza alto…»

Chi ti ha trasmesso la passione per la bici?

Mio padre. Da piccolo non andavo a caccia delle figurine di Sivori, Rivera o Riva. Ma di quelle di Adorni e Gimondi. Poi nella mia carriera (ho corso fino ai dilettanti di terza serie) ho scoperto di essere un corridore completo: andavo piano dappertutto.

L’ingresso del Borgo Tiralento, con la scultura stilizzata del ciclista accanto al cancello, fa sentire subito a casa…
L’ingresso del Borgo Tiralento, con la scultura stilizzata del ciclista accanto al cancello, fa sentire subito a casa…
La passione per la bici è rimasta negli anni. Ma prima dell’attuale Borgo Tiralento c’è stata la Manifattura. Di che si tratta?

Sette-otto anni fa, partecipando all’Eroica, ci siamo accorti che non tutti avevano un abbigliamento impeccabile. Gente con le scarpe da tennis, pantaloncini in lycra. Delle mistificazioni incredibili. Allora, con mio fratello e mio cugino ci è venuto lo schiribizzo e abbiamo detto: «Ma perché non ci mettiamo noi a produrre qualcosa?»

Con quali competenze?

Non mie, perché poi nella vita mi sono occupato di trattamenti superficiali dei metalli. Però mio cugino, Massimo Tomassetti, ha fatto per 30 anni il calzolaio, per cui alle scarpe ci ha pensato lui che sapeva come maneggiare il cuoio e la pelle. Poi, però, servivano i macchinari. Perché noi produciamo scarpe in maniera artigianale come si faceva 70 anni fa, quando le suole erano in acciaio armonico (che infatti abbiamo recuperato).

E dove li avete trovati?

Ci siamo salvati per tre ore. Un commerciante della zona stava caricando una fresa e una mola su un camion diretto in Polonia. Macchine di 50 anni fa, forse le ultime dalle nostre parti. Gliele abbiamo fatte tirare giù col muletto e caricare sul furgone. Senza di quelle non saremmo mai partiti…

E poi gli interni degli appartamenti sono arricchiti con dei dettagli che rievocano i campioni del passato, come Eddy Merckx
E poi gli interni degli appartamenti sono arricchiti con dei dettagli che rievocano i campioni del passato, come Eddy Merckx
Questo per le scarpe… E per l’abbigliamento?

Una nostra amica faceva la magliaia e abbiamo preso le sue macchine. Vecchie, perché quelle di adesso che usano il computer non sono la stessa cosa. Abbiamo tirato fuori il titolo del filo (la dimensione della fibra, ndr) perché noi facciamo le maglie di 400 grammi, come quelle dell’epoca. Ma la vera difficoltà era il ricamo. Serviva una macchina detta “a passo catenella”. Tramite un passaparola abbiamo trovato una Cornely buttata in un garage, che però nessuno di noi sapeva usare.

E allora?

Siccome da questa parte delle Marche verso il mare si fanno le scarpe, nell’entroterra si fanno i cappelli e la lana, qualcuno si è ricordato di un’anziana signora che la usava e siamo andati a trovarla. Appena ha visto la macchina le è venuto un colpo, dato che ci lavorava quando era ragazzina, cinquant’anni prima. E’ stata lei che ci ha dato qualche rudimento. Anche se per fare il primo ricamo fatto bene ci abbiamo messo 4-5 mesi…

Immaginiamo che tutto lo spirito della Manifattura Tiralento sia finito anche nel cycling residence…

Sì, Borgo Tiralento lo abbiamo inaugurato pochi mesi fa. Sto indicizzando il sito e prendendo i primi contatti con le agenzie turistiche. E’ una struttura ricettiva monotematica, tutta incentrata sulla bici. E infatti ci sono spazi conviviali (foto apertura, ndr) e una biblioteca sul ciclismo. Non ho voluto inserirla su quelle strutture tipo Airbnb o come cavolo si chiamano, perché mi sembrano troppo asettiche. Io invece ho necessità… come dire…? Mi fa piacere parlare con le persone.

Cosa troveranno i ciclisti che verranno a soggiornarvi?

Ci sono cinque appartamenti per un totale di 25 posti letto. La cosa particolare è che ogni appartamento ha una sua bike room riservata, ciascuna col suo compressore. In più c’è una ciclofficina completa di tutto: si può smontare la propria bici e lavarla. E poi io abito a 300 metri e curo il giardino e l’orto per gli ospiti, con le verdure e le erbe aromatiche. Per cui uno se non si vuole mangiare l’insalata nella plastica del supermercato, viene lì, se la coglie, la lava e se la mangia.

Gianni Traini (al centro) lo avevamo incontrato nelle nostre pedalate marchigiane con Mauro Fumagalli (a destra) di MarcheBikeLife
Gianni Traini (a sinistra) lo avevamo incontrato nelle nostre pedalate marchigiane con Mauro Fumagalli (a destra) di MarcheBikeLife
E per gli itinerari e i percorsi in bici?

In aggiunta a quelli che ti diamo noi, abbiamo a disposizione anche delle guide certificate che ti possono accompagnare anche in visite guidate a cantine e fattorie della zona. In più ho fatto delle convenzioni con ristoranti o attività della zona, per cui se uno vuole mangiarsi un’oliva all’ascolana, una pasta fresca Senatore Cappelli… con la tessera del Borgo Tiralento ha uno sconto del 10%. Oltre ad essere accolto come se ci andassi io.

Hai già prenotazioni per quest’estate?

Qualcosa ho, ma, soprattutto per gli stranieri, i tour operator con cui ho contatti stanno vendendo ora le vacanze per il 2026. Ma io non ho fretta, non ho quell’ansia di dire “tutto e subito”. Son fatto in una certa maniera. Presto o tardi verranno fuori…

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