Sarà che non ci sono più gli inverni di una volta, sta però di fatto che nell’abbigliamento invernale i gambali hanno sostituito quasi radicalmente la calzamaglia. Quanto alla parte superiore, i giubbini più tecnici resistono, ma è bastato un po’ di sole per farli finire nel cassetto a favore di manicotti e mantelline varie.
E così quelli che un tempo erano complementi da avere nella propria dotazione e da usare alla bisogna ormai sono capi sdoganati e… stabili. Al punto che le aziende hanno aguzzato l’ingegno e raffinato la loro produzione, per taglio e materiali. Ne abbiamo parlato con Fergus Niland di Santini
«Non si tratta di produrre gambali più pesanti – riflette l’irlandese trapiantato a Bergamo – ma di utilizzare tessuti che rispondono meglio al freddo, al vento o alla pioggia. Sono più diffusi di un tempo, al punto che a volte i gambali vengono prodotti con lo stesso tessuto della calzamaglia. Dato l’uso più frequente, è importante anche studiare la vestibilità del prodotto intorno al ginocchio e alla coscia. Da questo punto di vista, il taglio può essere diverso».

Se un limite potevano avere i gambali, almeno fino a qualche tempo fa, era il fastidio dell’elastico che stringeva la coscia. Soprattutto per chi le ha più ipertrofiche.
Nella nostra linea infatti, abbiamo progettato un gambale senza elastico, proprio con l’idea di eliminare l’irritazione intorno alla parte superiore della coscia. Siamo partiti dallo stesso concetto del nostro pantaloncino Unico, utilizzando l’elasticità del tessuto. Abbiamo scoperto che non è necessario posizionare un elastico intorno alla coscia, in più l’effetto compressivo del pantaloncino aiuta a tenere il gambale in posizione.
Il gambale è nato come capo da mettere e togliere rapidamente, il fatto che ora venga usato abitualmente cambia le sue caratteristiche?
In parte, ma senza stravolgerne la natura. Il prodotto deve rimanere in ogni caso facile da indossare e togliere, anche se si cambia il tessuto. Credo che la motivazione principale nell’usare tessuti diversi sia da attribuire all’idea di offrire un prodotto più duraturo nel tempo e anche un livello superiore di traspirabilità.
Sono gli stessi criteri per cui negli anni sono parzialmente cambiati anche i manicotti?
Dipende dal rapporto che si ha col freddo. Dalla nostra ricerca negli ultimi anni, si evidenzia che l’idea di un giubbino “pesante” ha sempre meno presa. Ormai è molto più importante vestirsi a stratti. Quindi una maglia intima funzionale, un mid-layer termico e poi se necessario uno strato esterno più leggero e traspirante ed impermeabile. In questo contenso, i manicotti sono prodotti che si vendono bene.
A livello di tessuto e proprietà termiche sono allineati con i gambali?
In linea di massima è così. I tessuti vengono scelti con l’obiettivo di offrire protezione contro il vento, quindi la struttura del tessuto deve essere compatta. Adesso stiamo sviluppando manicotti e gambali che offrano un vantaggio aerodinamico, seguendo la stessa logica dei calzini aero.
Visto che gambali e manicotti si usano anche nelle giornate di pioggia leggera, è utile che siano anche impermeabili?
Sì, per questo li abbiamo realizzati in tessuti membranati, da abbinare con la nostra maglia impermeabile a manica corta, la Adapt Multi manica corta.