| 15 Febbraio 2024

Maledetta spina, per fortuna che c’è il tubeless

Diciamo la verità: il tubeless ha cambiato il modo di andare in bici per molti, soprattutto in ambito offroad, mtb e gravel (e anche sulle bici da strada, settore dove l’innovazione impiega un tempo maggiore a fare breccia). Si buca di meno e talvolta, quando si fora non ci si accorge neppure di una perdita di pressione dello pneumatico.

Stiamo nell’ambito gravel. Il tubeless è sicuro e se gestito nel modo corretto, anche attraverso un liquido antiforatura di buona qualità, ci tiene al riparo da spiacevoli situazioni. La magagna è sempre dietro l’angolo ed avere con sé un kit di primo intervento meccanico è obbligo.

Rovinare il piacere di un’uscita per una foratura? Meglio di no
Rovinare il piacere di un’uscita per una foratura? Meglio di no

Tubeless gravel, non è la mtb

E’ sempre bene considerare che gli pneumatici tubeless dedicati al gravel sono una sorta di compromesso in fatto di resa tecnica. Ne troviamo di diversi modelli e con differenti tassellature, ma di fatto sono studiati per garantire una buona scorrevolezza su asfalto e su terreni molto compatti (ad esempio strade bianche) ed avere un grip ottimale sullo sterrato. Sono fattori che mettono questo segmento di prodotti su un piano differente, rispetto alle gomme specifiche per la mtb, che di solito sono più strutturate.

Ovviamente in commercio sono disponibili anche dei gravel tubeless con carcasse più sostanziose e si rivolgono ad un impiego aggressivo, magari su terreni rocciosi e con qualche drop. Sono gomme molto apprezzate da quei “gravellari” che hanno un trascorso nell’enduro, nella dh e anche nel cross country, che hanno approcciato il gravel portando con se quelle capacità di guida che non fanno parte del bagaglio di chi pratica ciclismo solo ed esclusivamente con la bici da strada.

Un kit di pronto intervento
Un kit di pronto intervento

Cosa serve per ripararlo?

E’ sempre necessario portare con sé almeno una bomboletta di lattice in schiuma (il fast), i vermicelli (tanto cari ai biker e molto efficaci per fori di media grandezza o quando entra un chiodo) e perché no, anche una camera d’aria.

Quest’ultima non è obbligatoria quando si fanno delle uscite brevi e vicine a casa, dove anche la tipologia di terreno e di traccia sono conosciute, ma è fondamentale quando si percorrono sentieri sconosciuti. Le nuove in poliuretano sono comode, leggere e occupano la metà dello spazio, rispetto ad una classica in butile. E poi una bomboletta di Co2, oppure una pompetta.

Off-road e gravel, liquido ad alta viscosità

Può sempre capitare di tutto: una frase ricorrente e sempre attuale, quindi meglio essere pronti. Utilizzare un liquido anti-foratura adeguato e di buona qualità è il primo passo per evitare la foratura o per far si che il buco venga chiuso in un amen. Perché viscoso e ricco di particelle? Perché un liquido del genere costruisce immediatamente una membrana protettiva ed evita la fuoriuscita repentina dell’aria, a tutto vantaggio della sicurezza e di una bella esperienza in bici. Inoltre un sigillante mediamente denso contribuisce a bloccare nel modo adeguato lo pneumatico al cerchio (fattore ancor più importante in caso di cerchio hookless).

Non ultimo, l’efficacia non si dimezza neppure quando è presente un inserto tra cerchio e tubeless, che tende a trattenere un po’ di liquido. La nota negativa è legata al fatto che, un sigillante a media/alta viscosità tende ad asciugarsi in fretta. Bisogna controllare il giusto livello una volta a settimana e nel caso eseguire un piccolo rabbocco. La quantità consigliata da mettere in un tubeless si aggira intorno ai 60/80 millilitri (considerando una sezione da 40 millimetri). Una buona abitudine è quella di segnare sul calendario i vari controlli fatti, oppure con un pennarello indelebile, scrivere la data dell’ultimo check sulla spalla dello pneumatico.

Le spine? Lasciamole dentro

Talvolta la spina è meglio lasciarla nella gomma, perché al tempo stesso funge da tappo. Estrarla una volta giunti a casa è l’operazione migliore, a maggior ragione se il tubeless non perde pressione. Il tubeless si può riparare? La risposta è sì, perché esistono in commercio una buona varietà di pezze specifiche che permettono di chiudere buchi di grandi dimensioni e rappezzare i danni della carcassa. Altri due vantaggi di uno pneumatico tubeless è la sfruttabilità e la longevità rispetto ad un copertoncino, nonostante un costo superiore a parità di categoria.

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