Olympia Challenge è un’ulteriore conferma che le due categorie, il ciclocross ed il gravel sono sempre più vicine. Lo sono sotto il profilo tecnico, lo sono anche per quello che concerne gli atleti, lo sono perché in entrambi i casi si ricercano sempre più biciclette veloci e performanti.
Challenge di Olympia è l’ultima nata, una bicicletta che al suo esordio ufficiale nel ciclocross ha vinto grazie a Filippo Fontana. La Challenge diventa anche il cavallo di battaglia dell’azienda veneta, dedicata a chi vuole competere nel gravel race. Vediamola nel dettaglio.
Olympia Challenge, votata alla sfida
Linee decise e marcate. Tubazioni che adottano profili squadrati ed importanti con volumi mai eccessivi, soluzioni che si alternano a profili più rotondi, quasi tradizionali. Il telaio è completamente in carbonio ed è monoscocca. Sempre in merito alle forme, spiccano un avantreno con un profilato dello sterzo particolarmente rinforzato nella sezione posteriore, quasi ad unire e sostenere l’incrocio tra l’orizzontale e l’obliquo, oltre una sezione inferiore che diventa il match perfetto con la testa della forcella (anch’essa full carbon). Infatti, proprio la parte alta della forcella presenta una sorta di piccola pinna che si abbina al telaio.
Altri due segni di distinzione della Olympia Challenge sono la tubazione del piantone con la sua chiusura del reggisella e l’innesto ribassato degli obliqui. Il verticale, schiacciato nella parte bassa e mediana, non sacrifica comfort, stabilità e la possibilità di copiare il terreno dove è necessario. La parte più alta è rotonda, particolarmente rinforzata grazie ad un serraggio muscoloso che blocca il seat-post. Quest’ultimo è rotondo da 27,2 millimetri di diametro. Ottima a nostro parere la scelta di adottare un reggisella dalle forme tradizionali, in ottica del doppio utilizzo, ciclocross e gravel, nell’ottica di usare un componente di marche diverse, che sia carbonio o alluminio. O magari entrambi, adeguando la scelta in base al cx, oppure al gravel.
Tanto spazio per le gomme
I foderi obliqui sono separati tra loro, non sono previsti fazzoletti e/o archetti di rinforzo nel punto di unione al piantone. Sono sottili e risicati nei volumi. C’è tanto spazio per il passaggio delle gomme, fino a 45 millimetri dichiarati per anteriore e posteriore. Il forcellino di supporto del cambio è del tipo UDH. Ovviamente si può montare la doppia corona e a piacere il supporto del deragliatore può essere rimosso (in caso di utilizzo della corona singola).
Cinque taglie e geometrie interessanti
Le taglie disponibili sono: xs, small e medium, large e xl. Ognuna di queste ha angoli dedicati. L’avantreno e il retrotreno, così come lo sono il reach e lo stack. Da sottolineare che ogni taglia ha dei valori non eccessivamente tirati. E’ un fattore da considerare anche in ambito gravel dove il lasso temporale e le distanze si allungano (rispetto al ciclocross), a favore del comfort nel medio e lungo periodo. Gli unici due valori numerici in comune sono la lunghezza del carro posteriore, 42,5 centimetri, comune a tutte le misure ed il rake della forcella di 42 millimetri.
Pensando al gravel, Olympia Challenge ha la predisposizione per un piccolo bag sopra l’orizzontale e per l’aggiunta di un terzo portaborraccia alla base dell’obliquo (verso il terreno).
Che prezzi
2585 euro per la bici completa, con la trasmissione Shimano GRX820 meccanico 2×12 e le ruote con cerchio in alluminio. E’ disponibile anche il solo kit telaio a 1.825 euro, confermando la scelta aggressiva dei prezzi. Ovviamente la Challenge è omolagata UCI.