| 11 Aprile 2024

Le pastiglie per i freni a disco: a ciascuno la sua

Le pastiglie per i freni a disco sono un altro argomento che merita una considerazione particolare. Le specificità da considerare sono diverse, perché ogni impianto idraulico ha delle caratteristiche proprie e attraverso l’utilizzo delle pastiglie adeguate alle nostre esigenze possiamo ottenere una frenata (quasi) “personalizzata”.

Grazie a WAG ed al Brand Manager Marco Ferretti cerchiamo di mettere la lente d’ingrandimento su alcuni punti sensibili di questa categoria che è davvero ampia.

Ogni impianto “vuole” le sue pastiglie
Ogni impianto “vuole” le sue pastiglie

Non sono tutte uguali

Può sembrare un’affermazione banale, eppure le specificità da considerare sono tante e diverse tra loro. Queste tengono conto del design delle pinze e della tipologia di impianto. Shimano e Sram, Campagnolo e Magura, solo per citare alcune aziende: tutte adottano una tecnologia idraulica per il funzionamento dei freni a disco, ma ogni pinza “vuole” le sue pastiglie.

C’è da considerare la destinazione d’uso. Non ultimo dobbiamo tenere presenti le tipologie delle performance che vogliamo ottenere dai freni: prestazioni che non di rado hanno il fulcro proprio nelle pastiglie. Esse diventano quindi una sorta di punto fermo per la “customizzazione” della frenata.

Mescole differenti e anche i colori dei ferodi cambiano
Mescole differenti e anche i colori dei ferodi cambiano

Il rodaggio è una buona abitudine

Le pastiglie dei freni sono un elemento “vivo” della bicicletta, che è soggetto a surriscaldamento e raffreddamento repentini. Considerando anche questi due fattori, è buona abitudine prevedere un rodaggio, che può cambiare in base alla tipologie di pastiglie. Il rodaggio, che permette un adeguato abbinamento tra la pastiglie e la pista frenante, influisce in modo esponenziale sulla resa del ferodo per il resto dei suoi giorni.

Ogni pastiglia ha una sorta di tatuaggio che indica la destinazione d’uso
Ogni pastiglia ha una sorta di tatuaggio che indica la destinazione d’uso

Due diverse categorie

«A livello di produzione – ci racconta Ferretti – le pastiglie per i freni a disco si possono raggruppare in due grandi famiglie, ovvero le organiche e le sinterizzate. La differenza è come viene fatta la produzione. Esistono poi delle sottocategorie, soprattutto per quanto concerne le organiche e proprio la categorizzazione dipende dalla mescola. Se quest’ultima include una percentuale di metalli inferiore al 30% viene mantenuto il suffisso organiche, se la percentuale supera il 30% il suffisso diventa semi-metalliche. Ovviamente il diverso mix delle mescole influisce sulla resa tecnica delle pastiglie dei freni, resistenza al calore, longevità, ma anche sul rumore e così via».

Organiche e semi-metalliche

«Entrambe hanno in comune una resina fenolica, che agisce come un collante – prosegue Ferretti – con la differenza che nelle semi-metalliche questa resina è superiore al 30%. Le organiche mostrano dei vantaggi con le temperature basse, necessitano di un periodo di rodaggio molto ridotto e sono utilizzate da diverse tipologie di bikers. Le semi-metalliche, se consideriamo la prestazione pura, sono più prestazionali delle organiche, ma richiedono anche un rodaggio più lungo».

Le metalliche

«Sono pastiglie ad altissime prestazioni ed è consigliabile usarle solo con dischi in acciaio inox di alta gamma. Sviluppano tanto calore – racconta Ferretti – e sono rumorose, la mescola è tenuta insieme dal metallo e hanno un punto di fusione molto più alto rispetto alle precedenti. Sono dedicate a chi non vuole scendere a compromessi e sfrutta al massimo l’impianto frenante. Molto vicine a queste, ci sono quelle specifiche per le e-bike, che tendenzialmente hanno una grande resistenza al calore e sono sviluppate per sostenere carichi enormi, o per lo meno più alti rispetto a quelli generati da una bici tradizionale».

WAG

TUTTE LE CATEGORIE DEL MAGAZINE