Immergersi nei panorami della Sardegna in un viaggio in bikepacking della durata di una settimana. Questa è stata l’idea di Giulia Guanella e di suo marito, che dalla Valchiavenna sono partiti per arrivare direttamente a Porto Torres e iniziare da lì la loro avventura. Il caldo del mese di luglio non ha fermato i due cicloturisti, che nel territorio sardo hanno trovato pace, strade poco trafficate e paesaggi incredibili. I due sono riusciti ad unire il piacere di pedalare al ritmo vacanziero che l’estate solitamente comanda.
«Siamo partiti da casa – spiega subito Giulia Guanella – da poco sopra Chiavenna. Abbiamo messo le bici sul treno e siamo arrivati a Milano. Da lì, sempre in treno, con un intercity, abbiamo raggiunto Genova. Dalla Liguria è iniziata la nostra traversata in traghetto in notturna, che ci ha condotti a Porto Torres».
Trasporto facile
Niente auto o altri mezzi. I due viaggiatori hanno raggiunto la Sardegna nel miglior modo possibile e in quello a loro più comodo.
«Dalla Valchiavenna – continua a raccontare Giulia – si potrebbe anche arrivare a Genova in bici in due tappe nemmeno troppo lunghe. Tuttavia abbiamo preferito accorciare i tempi di viaggio per avere più giorni da spendere in Sardegna. D’altronde le nostre ferie erano di una settimana soltanto. So cosa state pensando, perché proprio in bikepacking? Era un’idea che mi ronzava per la testa da un po’ di tempo. Così quest’anno mi sono decisa a metterla in atto».
Hai detto che non avete trovato particolarmente caldo, è vero?
Il primo giorno abbiamo preso un attimo le misure. In realtà quando alle 13 il termometro del mio computerino segnava 43 gradi centigradi un po’ mi sono sentita mancare (dice ridendo, ndr). Però la Sardegna è molto ventosa e noi abbiamo trovato giorni in cui soffiava il maestrale. La temperatura percepita un po’ calava. Il problema è arrivato quando abbiamo fatto la traversata coast to coast, dove abbiamo pedalato 150 chilometri con il vento in faccia.
Come avete suddiviso il viaggio?
In realtà in maniera abbastanza diligente. Ci siamo messi alle spalle poco più di 500 chilometri in cinque giorni. La tappa più lunga è stata proprio quella del coast to coast, per il resto siamo rimasti in una media di 100 chilometri per giorno. Anzi, gli ultimi due sono stati più blandi, ne abbiamo fatti solamente una settantina.
Bikepacking, quindi tenda o avete dormito in strutture?
Strutture, per avere almeno una parvenza di vacanza (ride ancora, ndr). Abbiamo trovato dei Bed&Breakfast molto belli e particolari. La cosa bella è che tutti i proprietari delle strutture erano molto gentili e disponibili. In questi casi si crea un rapporto diverso, più stretto rispetto agli hotel. Anche nelle varie soste durante i tragitti molti baristi ci facevano tante domande, ho trovato un popolo davvero aperto e disponibile.
Paesaggi?
Fantastici. Siamo partiti da Porto Torres e siamo andati verso nord, passando per la Gallura. Poco oltre abbiamo attraversato il Golfo degli Aranci e abbiamo affiancato La Maddalena. Sono dei posti bellissimi, e vederli scorrere in bici, lentamente, non ha prezzo.
Le strade com’erano?
La pianura non esiste, questo è un dato di fatto. Però a livello tecnico erano ben tenute e praticamente deserte. In certi momenti abbiamo pedalato da soli per chilometri e chilometri. La strada panoramica che va da Bosa ad Alghero, per esempio, è una provinciale di 30 chilometri nella quale non abbiamo incontrato nessuno. Per tutto il tempo siamo stati noi due con da una parte il mare a picco e dall’altra parte la vegetazione. Sembrava di stare a Gran Canaria, entrambe sono desertiche. Da Budoni a Bosa, che è stata la famosa tappa del coast to coast, non abbiamo trovato nemmeno una macchina.
Pedalavate metà giornata?
Più che altro partivamo presto per evitare il grande caldo di mezzogiorno, o per prenderlo il minor tempo possibile. In questo modo arrivavamo a destinazione intorno alle 14, il tempo di lavarci e andavamo in spiaggia a goderci il mare. Una vacanza rigenerante. Ad Alghero, ad esempio, ci siamo anche concessi un giro alla sera nella cittadina.
Nella sacca cosa avete messo?
Poche cose. Il cambio per pedalare, ma noi appena arrivati in struttura lavavamo tutto e per il giorno dopo era asciutto. Poi chiaramente i costumi da bagno e chiaramente i vestiti per il pomeriggio o la sera. Tutto sommato siamo riusciti a viaggiare leggeri, che male non fa.
A giudicare dal tuo entusiasmo diremmo che lo consigli come viaggio…
Assolutamente sì. Forse meglio farlo a maggio, che fa un po’ più fresco e ci sono ancora meno macchine in giro, se possibile.