W come “viva”, ma anche come woman, wheels, wonderful… Quest’anno il W! Festival per la seconda edizione, in programma dal 21 al 23 giugno, cambia location. La nuova casa sarà il Parco archeologico di Castelleone di Suasa, in provincia di Ancona, proprio tra le rovine di un anfiteatro romano.
«Abbiamo deciso di spostarci nelle Marche, ma di non scegliere un posto sul mare, già inflazionato, per fare conoscere invece l’entroterra, meno noto». A parlare è Silvia Gottardi (foto di apertura) che, assieme a Linda Ronzini del.blog ciclistepercaso.com organizza l’evento e che abbiamo già conosciuto per averci raccontato la sua esperienza sull’Anello dei Parchi Lucani.
Silvia, qual è lo spirito di questo W! Festival?
E’ un festival inclusivo, per tutti: uomini e donne. Noi portiamo il contributo femminile nel panorama dei viaggi che, storicamente, è sempre stato appannaggio del mondo maschile. Se pensiamo a Chatwin, Kerouac, Marco Polo… Ci saranno diverse cicloturiste che racconteranno le loro avventure in gravel e in bikepacking. Ma, ripeto, è un festival per tutti per cui alla Gravel Ride del sabato speriamo vengano anche molti uomini!
Che località toccherà questa pedalata?
Ci saranno due percorsi, uno da 65 km e 1.200 metri di dislivello e uno da 85 km e 1.600 metri di dislivello. Ci spingeremo verso le zone appenniniche di Arcevia e delle Gole di Frasassi, su strade sterrate e asfaltate secondarie. Faremo tre ristori in paesini che si stanno spopolando. La quota di iscrizione è di 26 euro e avremo come sponsor il negozio di bici Cicli Cingolani e un pacco gara con gadget forniti da Specialized.
Anche gli eventi del festival hanno una quota di iscrizione?
Assolutamente no, tutti gli eventi sono gratuiti, dai talk agli workshop (a proposito, il marchio Givi ne farà uno sull’assetto della bici con borse da viaggio) dal dj set all’area stand, dallo spazio yoga alla proiezione di docufilm. Si paga solo il posto tenda: 26 euro a persona per entrambe le notti.
Il mare però non è lontano…
Esatto, dalla stazione di Senigallia sono 28 km, fattibili in bici per chi vuole venire in treno.
Qual è il valore aggiunto che può dare una donna nel raccontare un’avventura in bicicletta?
Partiamo dall’assunto che siamo tutti cresciuti con l’immagine di Ulisse che viaggia e di Penelope che sta a casa ad aspettare. Noi volevamo scardinare questa idea: una donna può viaggiare col suo compagno, con altre donne o da sola. Probabilmente il viaggio in bici di una donna non sarà connotato dalle caratteristiche estreme che può avere un viaggio di Dino Lanzaretti, con lunghi chilometraggi e temperature sotto zero. Tuttavia crediamo nella forza emancipatrice della bici e vogliamo essere da esempio per altre donne.
Ci puoi anticipare qualcosa riguardo al festival?
Avremo ospite Giulia Baroncini che ha ripercorso per 8.000 km le orme di Lorenzo Masetti, un pioniere del cicloturismo di fine Ottocento, pedalando da Milano a Londra e poi da New York a Chicago. Sara Cugno di My Family Bike, che viaggia in bici con marito e figli. Le ragazze di Lesbikee che racconteranno il loro primo viaggio da Milano alla Puglia. E poi avremo ospite Morena Tartagni, una signora di 77 anni che negli anni Sessanta e Settanta era una ciclista su strada e pistard, prima ciclista a salire su un podio mondiale ed autrice del libro “Volevo fare la corridora”, uscito da poco.
Quest’anno ricorrono i cento anni dalla partecipazione Alfonsina Strada al Giro d’Italia del 1924, cui avete dedicato un podcast. Ne parlerete?
Sì, ci sarà un nostro talk proprio su questo anche per raccontare l’Alfonsina meno famosa. Oltre alla partecipazione al Giro, infatti, ha alle spalle una storia incredibile. Ha iniziato ad andare in bici perché scappava dalla fame e perché era l’unica cosa che sapeva fare. Si è ritrovata ad andare in giro per l’Europa di inizio Novecento, esibendosi nei circhi e ricevendo una medaglia dallo zar Nicola II. Tra l’altro lei di cognome faceva Morini, ma sposò un uomo che si chiamava Strada e che fu il suo primo tifoso, dato che, come regalo di nozze, le diede una bici da corsa. Insomma, una storia di emancipazione e collaborazione.
Te e Linda avete girato un po’ ovunque. Cosa puoi dirci delle difficoltà di essere donne che viaggiano in bici?
Noi siamo sempre state molto fortunate, abbiamo sempre trovato persone gentili ed ospitali che ci hanno aiutato ed accolto. Detto questo, chiaramente siamo molto attente perché sappiamo che essendo donne ci vogliono delle accortezze. Ad esempio non campeggiamo mai vicino alla strada, oppure arriviamo nei b&b prima del buio e abbiamo tutte quelle attenzioni che usano le donne quando viaggiano da sole. Dato che noi non rischiamo solo di essere derubate…
Per il programma completo del W! Festival e per tutte le altre informazioni si può visitare la sezione apposita del sito.