Domenica scorsa, il 19 ottobre, a Pieve di Soligo si è svolta La Epica, il quarto appuntamento di Marca Bianca, il circuito gravel organizzato da Massimo Panighel in provincia di Treviso.
Terminato anche l’ultimo evento, è il momento giusto per tirare le somme di questa stagione, in cui per la prima volta l’Asd Pedali di Marca si è cimentata in una rassegna che è andata da aprile ad ottobre. Abbiamo quindi contattato Panighel per farci raccontare il risultato de La Epica, e in generale il primo anno del progetto di Marca Bianca.
Massimo, come è andata la vostra ultima fatica?
Molto bene, non possono dire altro. Abbiamo avuto 700 iscritti effettivi, quindi un grande risultato. Non solo come quantità, ma anche a livello qualitativo, tutte le persone con cui ho parlato sono arrivate entusiaste al traguardo. Sommati ai 500 della Classica, a quelli della Prosecco Unbound e a quelli della Notturna fanno quasi 1-700 partecipanti in tutto. Un bel partire, per essere l’anno zero di Marca Bianca.
Ci ricordi cos’è Marca Bianca e com’è nata?
Il progetto nasce all’indomani del mondiale gravel del 2023, organizzato da noi in tempo record, per dare continuità a quell’evento. Volevamo creare qualcosa che rimanesse nel territorio a lungo termine, non soltanto riempire il palco per un giorno. Abbiamo diviso l’area del Prosecco in due parti. Tra Vittorio Veneto e Conegliano quest’anno abbiamo creato la Classica, a metà aprile. Mentre nella zona di Pieve di Soligo e Valdobbiadene l’abbiamo dedicata alla Epica, la cui prima edizione è del 2023. In più abbiamo pensato alla Combinata, un modo per invogliare le persone a partecipare ad entrambi gli eventi.
Poi c’è stata la Prosecco Unbound, a cui abbiamo partecipato anche noi
Esatto. L’Unbound percorre tutto il territorio in un’unica traccia di 350 km, un vero e proprio viaggio immersivo di più giorni in queste bellissime colline. L’altro evento è La Notturna, un tipo di appuntamento che ancora non c’era in Veneto. Partenza a mezzanotte e arrivo all’alba, per godersi il fresco di una notte di mezza estate.
In ottica futura continuerete a puntare su tutti e quattro gli eventi?
Sì, soprattutto sulla Unbound. Perché è un modo di fare cicloturismo che si sposa perfettamente con la nostra visione. Ognuno sceglie il proprio ritmo e il tempo in cui percorrere la traccia, e in più si fanno lavorare le strutture ricettive, essendo su più giorni. Si vive davvero il territorio nella sua interezza, sia per quanto riguarda i paesaggi che l’ospitalità. Continueremo a lavorare anche sulla Classica e sulla Epica naturalmente, ma queste due sono già ben avviate. Come dicevo le persone sono rimaste contentissime, anche perché sono strutturate in modo particolare.
Cioè?
Nella Epica, oltre al percorso che ricalca in buona parte quello del mondiale gravel, abbiamo allestito 5 ristori, ognuno con delle caratteristiche particolari. Nel primo c’era la colazione con dolci e caffè, nel secondo una merenda con crostate di pasticceria, nel terzo la pasta con il sugo alle acciughe e vino rosso locale. Il quarto era dedicato a dei taglieri misti accompagnati con il prosecco, mentre nel quinto si trovava il dolce tipico trevigiano, il tiramisù, anche qui accompagnato dal prosecco. E alla fine della pedalata ad accogliere i partecipanti c’era il famoso spiedo gigante, un vanto di Pieve di Soligo. Forse per questo dopo il traguardo ho visto solo facce sorridenti… Inoltre ci impegnamo a mantenere i prezzi accessibili. Il prezzo iniziale del pacco gara era di 35 euro, 65 nella versione Premium con la maglia di Gobik dell’evento.
Tutti gli eventi di Marca Bianca sono gravel, giusto?
Esatto, ma sono aperti a tutti i tipi di bici, dalle mtb alle e-bike, anche alle bici da strada con gomme generose, diciamo almeno da 30 mm. Ma il mezzo migliore resta comunque una gravel. Il percorso lungo della Epica, per esempio, era sterrato per oltre il 65%, appunto perché abbiamo ricalcato il percorso del mondiale.
Da dove sono arrivati gli iscritti della Epica?
Direi da Roma in su. Abbiamo avuto molti lombardi, friulani, persone dall’Emilia-Romagna. Alcuni di loro prima di arrivare non sapevano nemmeno dove fosse Pieve di Soligo, e invece grazie a noi hanno scoperto che è un luogo fantastico dove pedalare. In generale siamo assolutamente soddisfatti perché la risposta è stata molto valida. Soprattutto considerando che era un progetto al suo anno zero, dovevamo far capire alle persone il nostro format. E direi che ha funzionato.
Quindi tutto molto bene, ci par di capire. C’è qualcosa ancora da migliorare?
Forse l’integrazione con le varie realtà del territorio. Per esempio non è stato semplicissimo trovare i luoghi adatti dove fare i ristori. Stiamo lavorando per avere qualche struttura in più che ci ospiti, perché l’obiettivo è di far diventare questi eventi delle festa del cicloturismo di cui possano beneficiare tutti. Alcune collaborazioni nate all’ultimo momento sono andate molto bene e abbiamo già un accordo per il prossimo anno. Perché poi quando i locali vedono 700 persone pedalare lungo le strade si accorgono delle grandissime potenzialità dei nostri progetti.
Massimo, ultima domanda. Dove pensi potrebbe arrivare, in futuro, Marca Bianca?
L’obiettivo è che i due eventi di un giorno, la Classica e la Epica, arrivino a 1.200, 1.500 iscritti. Credo sia un numero raggiungibile, considerato i servizi che offriamo e il territorio che abbiamo a disposizione. Per il prossimo anno proporremo di nuovo tutto il format e con percorsi nuovi. Perché vogliamo sempre pensare al futuro, e creare ogni volta qualcosa di migliore.