Gravellina, Strade Rurali, SondrioGravellina, Strade Rurali, Sondrio

| 22 Settembre 2025

Gravellina: la Valtellina inedita, tra strade rurali e tradizione

SONDRIO – Due giorni con il naso all’insù, pedalando su mulattiere con pendenze che fanno male alle gambe e bene allo spirito. Ai lati le vigne e i paesaggi della Valtellina, con lo “zack” delle forbici dei vignaioli che stanno iniziando la vendemmia. Il respiro corto, la bici che si impenna e tantissima gente con la quale condividere tratti di strada e di sentieri. Gravellina Strade Rurali, alla sua seconda edizione, è la testimonianza che il gravel cresce ed è stato capace di regalare agli appassionati della bici un mezzo che unisce. Lo spirito di condividere i diversi momenti della giornata, come la partenza e i vari ristori, è l’essenza stessa del gravel. 

Gravellina, Strade Rurali, Sondrio
Le strade rurali della Gravellina si arrampicano tra i vigneti regalando colori e cornici uniche
Gravellina, Strade Rurali, Sondrio
Le strade rurali della Gravellina si arrampicano tra i vigneti regalando colori e cornici uniche

La sfida con se stessi

In piazza Giuseppe Garibaldi a Sondrio si sono radunati tanti appassionati, nei due giorni si sono contati 300 iscritti con una cinquantina di persone che hanno deciso di passare l’intero fine settimana a pedalare sulle strade rurali. Le fatiche sono molte: i percorsi disegnati mettono a dura prova le gambe e le biciclette. Si sale per lunghe lingue d’asfalto e di ghiaia, tra boschi e vigneti. In basso, tanto lontana che a volte sembra sfuggire, c’è Sondrio e il suo centro storico

«Sappiamo di non essere il gravel toscano – ci dice Camillo Bertolini, uno degli organizzatori di Gravellina – o quello veneto-piemontese che si vive sulle rive dei fiumi. Non a caso anche il testimonial che abbiamo scelto, Stefano Lamastra, rappresenta bene il pubblico che vogliamo raggiungere, quello di un gravel da vivere come una sfida personale. Gravellina è fatica, ma questo deriva dalla conformazione del territorio, alla fine siamo tra due versanti di montagna, in mezzo alle Alpi». 

Alla scoperta

Il ragionamento non fa una piega, il territorio della Valtellina non lascia scampo. E se ogni tanto ci si trova a spingere la bici su pendii che sembrano aver voglia di ribaltarti, maledicendo le proprie gambe, è normale. Fa parte del gioco. Anzi, fermarsi e rifiatare permette di ammirare il paesaggio circostante. 

«Sappiamo che ci sono tratti davvero impegnativi – spiega ancora Camillo Bertolini – con pendenze superiori al 22 per cento. Tuttavia, quando facciamo un sondaggio nei vari ristori, la gente non chiede di toglierli. Probabilmente vengono visti come qualcosa di iconico e unico, che si trova solamente qui».

«Il motivo che ci ha spinto a inserirle è legato a quello che intendiamo noi come valorizzazione del territorio. La zona di Sondrio ha questa linea di vigneti i quali, al contrario delle altre aree, ha uno sviluppo orizzontale, praticamente parallelo alla valle. Per anni ho visto persone pedalare con biciclette gravel sulla ciclabile della Valtellina, così abbiamo pensato di portarli a vedere la vera Valtellina, in alto». 

Storia e cultura

La storia della Valtellina non è a fondo valle, ma in alto. I centri dei paesi sono sopra, così come le chiese e i castelli. Non a caso nella parte finale del primo percorso, Gravellina Est, si ha un passaggio mozzafiato. Un balcone che costeggia la valle e dona al cicloturista una prospettiva diversa

In due giorni, perché Sondrio è un territorio ricco e tutto da scoprire, l’intento è di dare ai ciclisti il modo di vedere le bellezze in tutto il loro splendore. All’interno della Valtellina il comune di Sondrio si sviluppa da ovest e est, un punto importante che ha contribuito a dare l’impronta all’evento

In alto Gravellina ci ha fatto scoprire i luoghi che hanno dato il nome all’evento: Strade Rurali. Luoghi che ci hanno portato nella cultura locale, quella del vino ma anche della cucina. Non a caso i punti di ristoro scelti sono stati un tuffo nella storia. Sabato siamo arrivati alla Tenuta La Gatta e al mulino Menaglio a Teglio, luoghi che parlano e vivono nella tradizione. 

Il Mulino, ad esempio, è ancora attivo ed è gestito dall’Associazione per la Cultura del Grano Saraceno. Al suo interno c’è un’aula didattica dove gli studenti vengono e possono imparare e conoscere i segreti della coltivazione e lavorazione del grano saraceno attraverso attività diverse e specifiche. 

Un altro luogo che fa respirare il clima di tradizione e che lo lega a Gravellina è la vecchia sede dei Vignaioli della Maroggia, una delle aree vinicole della zona. 

Est e ovest

«I due giorni vedono spartirsi in egual modo il territorio: est e ovest», spiega ancora Camillo Bertolini. «Nella giornata di sabato abbiamo pedalato lungo il versante est dove a farla da padroni ci sono i terrazzamenti, con paesaggi importanti che colpiscono in maniera forte il ciclista. Strade rurali che non sono solo quelle delle vigne, ma che coinvolgono tutti i settori dell’agroalimentare: come i campi di grano saraceno e i meleti. 

«Mentre domenica siamo andati verso una Valtellina più povera con paesaggi e spunti differenti ma che permettono a tutti di pedalare sopra e di poterli apprezzare».

«Con un evento su due giorni – conclude Camillo Bertolini – abbiamo trovato il nostro format. Molti eventi lavorano sulla giornata singola, ma a noi piace l’idea di dare uno spunto differente. Chi si ferma ha modo di apprezzare e vivere una due giorni diversa ammirando e scoprendo le unicità della Valtellina».

L’appuntamento è per il prossimo anno con un format che ha trovato il suo equilibrio ma che non si ferma nel cercare nuovi spunti di interesse. Il nostro caffè con Camillo Bertolini finisce e ripartiamo convinti di ritrovarci qui tra un anno con altre novità.

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