| 10 Settembre 2024

L’amore per lo Zoncolan. Le 137 scalate di Cantagallo

Come si fa ad affrontare la stessa salita, le stesse strade anno dopo anno (anzi spesso settimana dopo settimana) per 137 volte? Quando su Facebook Emiliano Cantagallo ha reso noto che aveva scalato il Monte Zoncolan per la 137ª volta siamo rimasti davvero attoniti e molte domande si sono ammassate nella mente.

L’organizzatore romano ha accolto ridendo l’iniziale obiezione fatta di stupore, ma il fatto resta, anche perché non parliamo certamente di una montagna comune.

Lo Zoncolan ha 3 versanti. Quello da Ovaro è lungo 10 chilometri ma la salita inizia da Liiaris, a 8,5 dalla cima
Lo Zoncolan ha 3 versanti. Quello da Ovaro è lungo 10 chilometri ma la salita inizia da Liiaris, a 8,5 dalla cima

«Per me lo Zoncolan è una seconda casa – racconta l’organizzatore della 24 Ore di Roma – ci vado da molti anni, sono titolare da un decennio del primo hotel al mondo riservato esclusivamente ai ciclisti e alle loro famiglie, qualcosa di completamente unico. Col passare delle stagioni la mia passione ciclistica è diventata specifica per quella salita, l’ho affrontata quasi settimana dopo settimana al punto che avevo cambiato anche il detto popolare: “giovedì gnocchi, venerdì pesce, sabato Zoncolan”… ».

Come si fa ad affrontare sempre lo stesso tragitto? Oltretutto sappiamo che hai un versante favorito…

Sì, quello di Ovaro, il più aspro con punte di pendenza al 25 per cento. E’ difficile spiegare il perché, il fatto numerico è diventato quasi un’abitudine, un conteggio tenuto dai miei amici, poi è diventato una sorta di scommessa social, aggiornando il mio profilo ogni volta che aggiungevo scalate. La cosa che più mi piace e mi interessa però è averlo fatto conoscere a tanti, anche grazie ai social, a questa mia “mattana”, perché lo Zoncolan l’ho sempre affrontato dal 2014 con ospiti dell’albergo, facendoglielo apprezzare. Molti si sono avvicinati a questo “mostro” e mi hanno ringraziato per l’esperienza vissuta.

Il versante da Sutrio è più lungo (13,5 chilometri) ma più morbido, salvo nei 3,5 chilometri finali
Il versante da Sutrio è più lungo (13,5 chilometri) ma più morbido, salvo nei 3,5 chilometri finali
Che cos’è che ti piace così tanto?

E’ un discorso legato non solo allo Zoncolan. Io ho girato tanto, ho scalato tutte le salite dolomitiche, ma quel che mi ha sempre colpito è la genuinità della gente locale, che non trovi da nessun’altra parte d’Italia. Siamo nel cuore della Carnia, eppure tanti non sanno neanche che cosa sia questo territorio strabiliante, che turisticamente potrebbe avere molto più seguito. Io mi sono ripromesso di portare quanti più cicloturisti possibile non solo sulla salita, ma nell’intera zona e conto di portare sempre più persone in questo territorio nel mio hotel, facendo conoscere anche le tante bellissime salite che ci sono, Zoncolan a parte.

Resta però il Mostro il tuo riferimento…

Quando te lo trovi di fronte si staglia una parete disumana. Lo Zoncolan è difficile anche da raccontare. Potrei dire che per 6 chilometri su 10 ha una pendenza media del 15 per cento, quindi ti chiede di dare davvero tutto. Io dico sempre, a chi lo affronta con me, che è una palestra per l’anima. Quando dopo i primi 2 chilometri introduttivi entro in quella lunghissima strada in mezzo agli alberi, mi ritrovo spesso a parlare con me stesso e con chi non c’è più. E’ un tuffo nella mia normalità, in una dimensione completamente diversa da quella che vivo quotidianamente.

Si può salire anche da est, da Priola, per 8,9 chilometri. Pendenza media del 12,8 per cento, ma finale molto aspro
Si può salire anche da est, da Priola, per 8,9 chilometri. Pendenza media del 12,8 per cento, ma finale molto aspro
Dello Zoncolan ormai conoscerai ogni metro.

E’ così, curva dopo curva, ma direi anche davvero metro dopo metro considerando ad esempio quel lunghissimo rettilineo in perenne salita di 850 metri. Ma lo Zoncolan va raccontato dall’inizio, da quei 2 chilometri di cui dicevo prima, in mezzo alle case, con anche due chiese bellissime. Una salita dolce, sono le scritte sui muri che ti fanno pensare: “L’inizio dell’inferno” oppure “lasciate ogni speranza…” o “si entra nell’eterno dolore…”. E’ un po’ la leggenda di questa salita.

E poi?

Poi si entra nel bosco di conifere dove ti può capitare – a me è successo spesso – di vedere caprioli anche sulla strada. La salita vera inizia allora, trovi anche quel rettilineo e considerando che la velocità di crociera è di 4 chilometri l’ora, davvero non finisce mai, devi affrontarlo di testa prima ancora che con le gambe e non lasciarti intimorire, vivendo con pazienza quell’eternità di tempo necessaria per superarlo. A Malga Pozof la strada spiana per 2 chilometri, è la parte più bella e panoramica, con un panorama che sovrasta tutta la valle. Trovi tre gallerie strettissime dove anche un’auto passa a fatica. Lì è freschissimo anche ad agosto. All’uscita dalla terza vedi il piazzale finale che è quasi un premio per la fatica, al Giro d’Italia quando arrivano i primi si sente un autentico boato e chi lo ha vissuto sente nel cuore la gioia di approdare a quel traguardo.

Una delle tre gallerie finali, strette e buie, serve la lampada. Ma d’estate sono un vero refrigerio…
Una delle tre gallerie finali, strette e buie, serve la lampada. Ma d’estate sono un vero refrigerio…
Lo rifarai?

Questo è sicuro, ma a chi viene dico sempre che non c’è solo lo Zoncolan. In Carnia ci sono salite bellissime e in certi tratti ancora più dure, ad esempio la Forcella Stentaria che ha gli ultimi 7 chilometri a una media di 17,3 per cento e gli ultimi 3 al 22. E’ quasi disumana, ma io l’ho fatta un giorno accoppiandola proprio allo Zoncolan. Il bello di questo territorio è che trovi tutto, una risposta a ogni tua esigenza ciclistica. Io ci ho investito il cuore, in queste terre…

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