Roma 24XXIVh 2025Roma 24XXIVh 2025

| 2 Ottobre 2025

La magia della Roma XXIVh con Marta Bastianelli

Pedalare senza sosta, giorno e notte, in un luogo iconico del motorsport: la Roma XXIVh è l’evento endurance che trasforma l’Autodromo di Vallelunga in un’arena del ciclismo. Squadre, solitari, amatori e grandi ex professionisti condividono la pista in una staffetta di emozioni lunga un’intera giornata.

Non solo sport, ma anche festa, aggregazione e passione, con la possibilità di vivere il ciclismo in una cornice sicura e suggestiva. Fra i protagonisti dell’ultima edizione, che ha confermato il fascino e il successo dell’iniziativa, c’era anche Marta Bastianelli, da poco scesa di sella dopo una carriera ricca di successi internazionali.

Roma 24XXIVh 2025
Marta Bastianelli, madrina dell’evento, vicino a Emiliano Cantagallo e Giancarlo Fisichella
Roma 24XXIVh 2025
Marta Bastianelli, madrina dell’evento, vicino a Emiliano Cantagallo e Giancarlo Fisichella

Sei re e una regina

E’ stata una delle novità più curiose e amate della 24H di Roma: i “Sette re di Roma”, ambasciatori scelti dall’organizzatore, Emiliano Cantagallo, per rappresentare lo spirito della manifestazione. A sorpresa, tra questi re si è inserita anche una regina: Marta Bastianelli. «Devo dire che Emiliano Cantagallo e il suo staff hanno avuto un’idea bellissima – racconta l’ex campionessa del mondo – perché la Roma XXIVh non è solo ciclismo, ma un connubio di sport, salute e amicizia. Per me è stata una vera festa, un ritrovo con tante persone care in una cornice speciale».

Nella lista simbolica dei “re” c’era anche un volto molto amato dal pubblico, la nonna del cantante Ultimo, presente a Vallelunga e considerata dai partecipanti quasi come la “regina madre” di questa edizione, ma anche altri personaggi del ciclismo come Sacha Modolo e Alessandro Proni. «Siamo stati in ottima compagnia – continua Bastianelli – ed è questo che rende unico l’evento: la possibilità di condividere la passione per la bici con persone di età e storie diverse. Lì non contano i palmarès, lì siamo tutti uguali e questo aspetto mi è piaciuto tantissimo».

Il fascino della Roma XXIVh sta proprio nel suo carattere inclusivo: uomini e donne, giovani e veterani, campioni ed esordienti pedalano insieme sullo stesso circuito, dove di solito rombano moto o monoposto. E’ un modo per riscoprire Roma e la sua tradizione ciclistica da una prospettiva nuova, con la leggerezza di chi pedala per il piacere di farlo.

In pista tra consigli e scoperta

Partecipare a un evento endurance richiede impegno, ma anche capacità di ascolto e adattamento. Marta Bastianelli ha vissuto la sua esperienza a Vallelunga con lo spirito della guida: «Abbiamo fatto da testimoni e consiglieri per i ragazzi e le ragazze alle prime armi – spiega – molti si sono fermati a chiedere come affrontare i turni, come gestire lo sforzo e i tempi di recupero. Ho dato qualche consiglio su alimentazione e ritmo, ricordando che l’importante è divertirsi senza farsi male».

La particolarità di Vallelunga è che si pedala su un circuito chiuso, con asfalto perfetto, curve tecniche e ampi rettilinei. Chi scende in pista la prima volta resta colpito dalla fluidità del percorso e dalla sensazione di sicurezza. «All’inizio tutti hanno entusiasmo e vanno forte – sorride Marta – ma con il passare delle ore ho notato che l’andatura calava e anche parecchio! I 40 e più all’ora delle prime ore diventano i poco più di 20 nel finale. Io ho girato sia all’inizio, che poi nel finale ho notato differenze pazzesche. A dire il vero nella prima sessione mi sono anche chiesta: “Ma quanto vanno forte! Riusciranno a reggere fino a domani?”. Serve equilibrio. Ho visto tanti giovani correre con foga, poi imparare a regolare lo sforzo, a cercare la scia, a risparmiare energie. E’ una piccola scuola di ciclismo».

In questo contesto il passaggio di testimone assume un valore simbolico: non è solo questione di staffetta, ma di trasmissione di esperienze tra generazioni. E’ il cuore della Roma XXIVh: il pedalare insieme, supportarsi e arrivare in fondo come squadra, al di là del risultato.

Roma 24XXIVh 2025, autodromo Vallelunga
Uno scatto che rende l’idea di cosa significhi pedalare in autodromo (foto Pina Campo)
Roma 24XXIVh 2025, autodromo Vallelunga
Uno scatto che rende l’idea di cosa significhi pedalare in autodromo (foto Pina Campo)

Una festa a tutto tondo

La Roma XXIVh non è solo gara, ma un contenitore di sport e intrattenimento che coinvolge anche chi non pedala. Il paddock di Vallelunga diventa una cittadella viva per due giorni: musica, stand gastronomici, aree per bambini, zone relax e spazi dedicati al wellness. Famiglie e tifosi possono vivere l’evento a 360 gradi, trasformandolo in una festa aperta a tutti.

«Quello che colpisce – racconta Bastianelli – è la varietà di attività collaterali. Dalla musica dal vivo ai momenti conviviali, fino alle iniziative per i più piccoli. E’ bello vedere le famiglie al completo, con i bambini che si divertono mentre i genitori corrono. Questa è una dimostrazione che il ciclismo può essere inclusivo e condiviso, non solo fatica e cronometro. E a proposito di inclusione: prima ho parlato che in una 24 Ore si è tutti uguali. Ebbene, ho visto grandi imprenditori dormire su una brandina, al fianco di persone che neanche conoscevano e che magari facevano cose diverse nella vita. Li ho visti mangiare tutti insieme, stringere i denti allo stesso modo. Concetti già noti nel ciclismo, ma che qui si esaltano».

Anche i momenti di spettacolo hanno il loro peso: dalla cerimonia di partenza alle premiazioni, passando per talk, interviste e incontri con gli ex professionisti. Il contatto diretto con i campioni arricchisce l’esperienza, perché rende il ciclismo accessibile, vicino alle persone. La Roma XXIVh diventa così un appuntamento che unisce sport e socialità, creando un’atmosfera di comunità.

La pista come una culla

Quando cala la sera e le luci dell’autodromo illuminano la pista, la Roma XXIVh raggiunge il suo momento più suggestivo. I ritmi si abbassano, il brusio del pubblico lascia spazio al silenzio interrotto solo dal fruscio delle ruote. «La notte in pista – dice Bastianelli – è magica. Si respira calma, ci si gode ogni pedalata con più intensità. Non c’è fretta, solo la voglia di andare avanti e vivere quell’attimo. Ma come detto anche l’impegno agonistico. Mi ha colpito per esempio il discorso dei cambi nei vari team e anche dei giudici. Alla fine sono stati presenti per tutto il tempo e si davano il cambio anche loro».

Pedalare in circuito significa anche sicurezza. Nessun traffico, nessuna auto, solo ciclisti concentrati e protetti. Questa condizione permette di rilassarsi e affrontare la fatica senza preoccupazioni. «E’ un contesto unico – sottolinea Marta – dove puoi pedalare di notte senza paura. Anzi, ti senti quasi coccolato dal tracciato. Alla fine, anche se stanco, hai la sensazione di aver vissuto un’esperienza rara, che va oltre lo sport».

Il giorno successivo, con le ultime ore di gara, la fatica diventa compagna di viaggio. Ma la soddisfazione di aver pedalato 24 ore in un luogo così speciale prevale su tutto. La Roma XXIVh non è soltanto una prova di resistenza, è un viaggio collettivo dentro la passione per la bicicletta. Un’esperienza che resta nella memoria e che, come ricorda Marta Bastianelli: «Ti lascia la voglia di tornare ancora, perché l’atmosfera è qualcosa che non si dimentica».

TUTTE LE CATEGORIE DEL MAGAZINE