Entrare dai fratelli Scavezzon è come entrare in certi vecchi negozi di dischi, dove il gestore prima di darti un qualunque consiglio si mette a chiacchierare con te. Ti chiede da dove arrivi, cosa fai nella vita, quali sono i tuoi gusti, musicali e non solo. Solo dopo si arriva a parlare di bici, di pezzi di ricambio, di abbigliamento. I clienti diventano amici, e forse anche viceversa.
Anche per questo da molto tempo ormai il negozio degli Scavezzon – che si trova a Mirano, provincia di Venezia – è un punto di riferimento per tutti i ciclisti del basso Veneto. Lo è ancora di più dal 2018 quando hanno organizzato la prima MiAMi, una social ride che parte da Mirano, arriva ad Asolo e torna indietro. Tutta per stradine secondarie, incontrando l’asfalto solo per sbaglio. Quell’anno i partenti erano 150, nel 2023 oltre 2.000. Così il 27 ottobre scorso all’edizione 2024 ci sono andato anche io.
Mirano-Arquà-Mirano
La partenza era da Mirano e il giro di boa ad Arquà Petrarca – ogni tanto il percorso varia, ma sempre preservando il nome MiAMi. Nel corso delle edizioni i tracciati tra cui scegliere sono diventati quattro, ma essendo la mia prima volta ho scelto quello classico, 160 km in mezzo alla pianura veneta.
Andare ad un evento del genere in gruppo è naturalmente molto bello, ma anche da soli ha il suo fascino. Dopo qualche chilometro mi sono accodato ad un ragazzo e abbiamo pedalato assieme buona parte del giorno. Era di quelle parti e mi ha raccontato che era la quarta o quinta volta che partecipava alla MiAMi. «Di solito pedalo qui per conto mio, è bellissimo vedere tutta questa gente sulle strade di casa mia».
Perché davvero fin dalla partenza abbiamo incontrato una carovana infinita di biciclette, solitarie o in gruppo. Tutti sulla stessa traccia, senza nessun altro motivo che il semplice piacere di andare. Abbiamo superato gruppetti di signori (e signore) di mezza età in e-bike, chiacchierato con gravellisti su bici all’ultimo grido, salutato eroi (ed eroine) che si sciroppavano i 160 km su una mtb.
Tutto è nato da un cliente e amico
Ad Arquà pausa ristoro salutando Petrarca e poi via di nuovo in mezzo agli argini dei fiumi, dei canali. Decine di chilometri tra gli sterrati che costeggiano il reticolo di corsi d’acqua che, fin dai tempi della Serenissima, costituiscono la vera geografia di questa parte d’Italia.
All’arrivo, nel villaggio allestito sul retro del negozio, punto deciso alla spina della birra. Ma la coda è già chilometrica quindi provo in un locale lì di fronte. Anche lì zeppo di persone appena scese di bici. I gestori per l’occasione hanno installato una seconda spina per far fronte a quella specie di D-Day di ciclisti assetati, e dopo una ragionevole attesa raggiungo il mio obiettivo.
Rientro nel villaggio per cercare uno degli Scavezzon Bros per fare due chiacchiere. Trovo Andrea al banco del negozio, mi presento e gli chiedo di raccontarmi com’è nato tutto questo.
«Undici anni fa un mio amico e cliente è venuto qui – racconta – e mi ha detto che il giorno prima era andato fino ad Asolo e ritorno facendo solo ciclabili e sterrato. Allora gli ho chiesto di accompagnarmi. E per me che ad Asolo ero stato tante volte ma in bici da corsa, è stata una scoperta bellissima. Quindi mi è venuto in mente di fare la Mirano-Asolo-Mirano: MiAMi.”
Una pedalata che conquista tutti
Ogni tanto Andrea deve interrompersi per rispondere al telefono o esaudire le richieste di qualcuno, che ogni volta sembra sempre più un amico di vecchia data che un cliente.
Poi continua. «Abbiamo voluto fin da subito che fosse una manifestazione aperta a tutti, ad ogni tipo di persona e bicicletta, e gratuita. Alla prima edizione eravamo già in 150. Lì c’erano ancora moltissime mtb, poi è esploso il gravel. Il gravel in questo ha aperto un mondo, perché non è così tecnico come la mtb e non è così esigente come la bici da corsa. E poi soprattutto permette di pedalare lontano dalle auto. Poi il gravel in realtà è sempre esistito con la ciclocross, ma mancava l’idea».
Gli dico che la cosa che mi ha colpito di più è proprio la varietà di persone incontrate lungo il percorso. Normalmente ad eventi del genere la grande maggioranza degli iscritti sono persone tra i 30 e i 50 anni che pedalano forte. Invece qui c’è di tutto, come fosse davvero una festa in cui chiunque si sente invitato.
«Quest’anno abbiamo chiuso le iscrizioni dopo una settimana – conferma – arrivati a 2.760 persone. E poi abbiamo avuto un sacco di richieste anche dopo. Tanti vengono anche perché l’evento è gratuito, non è una gara e questo li fa sentire accolti e non respinti. Molti mi dicono che grazie alla MiAMi hanno fatto i loro primi 100 km in bici. E questa per noi, che facciamo questo mestiere, è forse la soddisfazione più grande».
Mentre finiamo di parlare Andrea dà indicazioni su dove mettere un panettone gigante da 20 kg, dono dell’ennesimo cliente e amico. Io saluto e vado. E mentre recupero la bici tra le decine e forse centinaia appoggiate lì fuori, ancora altra gente sta arrivando. Una processione variegata e allegra che anche quest’anno, mi assicurano, andrà avanti fino a sera.