Per molti versi, sabato il mondo delle randonnée italiane ha visto spalancarsi davanti a sé nuove prospettive. Una strada diversa che può dare ulteriori sviluppi a questo modo di conoscere il territorio attraverso la bici. Merito della “Dal Tramonto all’Alba”, prova che si è sviluppata nel territorio emiliano con la particolarità che si è tenuta completamente in notturna. Chiariamo subito che con il titolo e soprattutto con l’ambientazione del film di Quentin Tarantino non c’è nulla a che vedere perché la pedalata è vissuta su un comune denominatore: l’allegro entusiasmo.

Per far parte di questa prima assoluta, sono venuti un po’ da tutta Italia. Roma come Cuneo, Trieste come La Spezia al punto che i “locali” erano davvero sporadici, si contavano sulle dita delle mani… A costituire un forte richiamo era anche il percorso che ricalcava in maniera quasi totale il tracciato della tappa Modena-Viadana dell’ultimo Giro d’Italia. E proprio da quel ricordo così recente ma entusiasmante è venuta l’idea allo staff organizzativo guidato da Claudio Bassi.
«Abbiamo sviluppato un brevetto da 200 chilometri – racconta – con un dislivello non eccessivo, di 1.850 metri da coprire nello spazio di 13 ore e 30, con partenza libera dall’oratorio di Cacciola tra le 20 e le 21. In questo abbiamo scelto una soluzione diversa dalla tappa del Giro, ma lo abbiamo fatto a ragion veduta».
Che cosa vi ha spinto a questa scelta?
Tenendosi la randonnée di sabato sera abbiamo dovuto considerare l’aspetto sicurezza come primario. Troppe le auto e troppi soprattutto i rischi di trovare in giro guidatori un po’ “brilli”. Abbiamo sviluppato un percorso in alcuni casi alternativo. Quindi uscendo dalla città per strade secondarie e cercando sempre tragitti non trafficati pur ricalcando per quanto possibile il percorso originario. Ad esempio, nella zona da Sant’Ilario a Viadana abbiamo evitato la provinciale pedalando su una strada contadina parallela, asfaltata anch’essa ma dove non c’era passaggio di auto. Oppure nel finale dove abbiamo percorso parte dell’Argine Maestro sempre in sicurezza.
Com’è stata interpretata dai partecipanti?
In queste manifestazioni trovi sempre un caleidoscopio di ciclisti. C’è chi si mette comunque alla prova tanto è vero che i primi sono arrivati al traguardo già intorno alle 2 di notte e chi si è preso tutto il tempo. Molti però hanno tenuto conto che l’alba era fissata alle 5,57. Sapevano che per quell’ora avevamo organizzato un concerto della pianista Patrizia Soprani all’aperto, sotto il cielo stellato. Devo dire che quei momenti sono stati realmente magici anche perché oltre ai ciclisti c’erano anche almeno un centinaio di spettatori che erano venuti a seguire il concerto.
Il clima vi ha aiutato?
Per fortuna, perché abbiamo avuto non pochi timori, le previsioni erano pessime e nel pomeriggio c’era stato un vero nubifragio. Verso le 17 però il cielo si è rasserenato e ci ha regalato una notte stellata che era spettacolare ed ha fatto da corollario alla pedalata. Molti erano davvero estasiati da quel che vedevano, dall’atmosfera che si respirava. Il pedalare di notte non solo alleviava la fatica altrimenti resa improba dal caldo, ma ha anche regalato momenti che resteranno indelebili nella memoria, così almeno ci hanno detto i partecipanti tutti davvero soddisfatti alla fine.
In quanti avete gestito un simile evento?
Potrà sembrare strano, ma non eravamo tantissimi. Considerando che tutti avevano la traccia del percorso, siamo stati una decina a gestire partenza, check point lungo il percorso con i ristori, l’arrivo dove tutti hanno trovato una ricca colazione ad accoglierli. Tra l’altro i ristori non erano quelli classici, ma abbiamo offerto a tutti i partecipanti i prodotti tipici del territorio, persino lo gnocco fritto…
L’idea di una randonnée di notte, vista con gli occhi di chi organizza e di chi pedala, com’è?
Partiamo da questi ultimi, noi siamo rimasti impressionati dall’entusiasmo di chi c’era, siamo stati ricoperti di complimenti e tutti hanno detto di voler ripetere l’esperienza. Uno di loro, colui che veniva da più lontano, da Roma, ha anche avuto in premio una maglia celebrativa offerta dalla famiglia Cimurri, quella di Giannetto, il famoso massaggiatore di Fausto Coppi. Organizzativamente, è abbastanza agevole, tenendo però conto che non bisogna mai abbassare la guardia perché l’aspetto sicurezza con il calar delle tenebre diventa ancora più importante.