Il terzo giorno del nostro Tour nei luoghi del Vallese ci ha portato nel paesino di Champery, poco distante dal confine Francese dove abbiamo noleggiato delle trail bike muscolari per provare il percorso della manifestazione Pass’Portes du Soleil che alla fine di giugno ha festeggiato 20 anni dalla sua prima edizione.
L’ evento prende il nome dal comprensorio del Portes Du Soleil, località sciistica a sud del Lago di Ginevra. Divisa fra territorio francese e svizzero, si trasforma d’estate nella più grande area dedicata alla mountain bike d’Europa. I 12 resort collegati tramite 22 impianti di risalita e ben 5 rinomati Bikepark a livello mondiale mettono a disposizione qualcosa come 600 km di sentieri dedicati agli amanti delle ruote grasse in ogni loro forma. In questo enorme catino di divertimento, spiccano facilmente i nomi di luoghi come Les Gets, Morzine, Avoriaz che negli anni sono sempre stati sede di splendide sfide di Coppa del mondo e mondiali di cross country, marathon, enduro e downhill.
Un’enorme festa della MTB
L’appuntamento del Pass’Portes du Soleil è estremamente consigliato per scoprire la zona, si svolge su tre giorni nell’ultimo fine settimana di giugno ed è la prima occasione della stagione in cui gli impianti del comprensorio sono aperti e accettano le bici. Si tratta di un’enorme festa per tutti gli amanti della mtb in genere, organizzata con tre anelli divisi per la disciplina che ci è più affine. Un percorso gravel di 93 km diviso su due giorni, per esplorare i sentieri piu panoramici in relax. Il più lungo percorso E-bike fino a 104 km per visitare ogni vallata del comprensorio. La variante kids e a piedi se affrontassimo la manifestazione con famiglia o amici. Infine il percorso classico da 80 km.
Quest’ultimo è il percorso che ci accingiamo a fare. Nel nostro caso, come detto, partiamo da Champery (altra particolarità della manifestazione è che non esiste una partenza e arrivo) puntando subito verso il confine francese. Alterniamo un paio di salite meccanizzate con alcune discese per passare la bella vallata e i percorsi preparati di Les Crosets. Risaliamo fino al confine per godere uno dei tantissimi punti panoramici della giornata, fra vette maestose e pratoni incontaminati, splendidi laghi di montagna e piccoli e accoglienti rifugi.
Nel regno della velocità
Scendendo in direzione Les Lindarets vediamo aumentare intorno a noi la percentuale di bici da enduro e downhill, stiamo entrando nell’area del bike park di Avoriaz. Fra lunghe discese tra i sentieri montani iniziamo a notare presto l’estrema libertà lasciata al biker nella scelta di come affrontare il percorso. Abbiamo già visto che la manifestazione non prevede un luogo da cui partire, ma anche durante il percorso si può optare per seguire i sentieri indicati dai nastri gialli della manifestazione o deviare sulle discese preparate, i salti e i percorsi da downhill.
Puntata decisamente la seconda ipotesi, passiamo buona parte della mattinata fra un impianto di risalita che ci porta su una vetta panoramica ancora macchiata dalla neve, una discesa al cardiopalma, un sentiero su cui tirare il fiato fino a ricominciare con un po’ di coda agli impianti.
Quest’ultimo forse uno dei pochi punti negativi della manifestazione. Anche se spalmata su diversi giorni e su un comprensorio molto ampio, attira comunque nell’area 8.000 persone. Per lo stesso motivo è assolutamente consigliabile, se non si utilizza la propria bicicletta, prenotarne per tempo il noleggio. Nonostante piu di 40 negozi, solo nelle zone della manifestazione la ricerca di una bicicletta a cavallo del Pass’Portes potrebbe risultare faticosa.
Inoltre non si può fare a meno di notare come i percorsi, soprattutto quelli artificiali delle aree francesi perdano molto la loro connotazione naturale in favore della discesa pura, i tabletop, le sponde e i salti sono molto più grandi e ampi. Aumenta di molto la spettacolarità del percorso, ma tutto diventa molto più artificiale rispetto al versante svizzero, meglio bilanciato e meno intrusivo da questo punto di vista.
I piaceri della tavola
Complice il tempo perso a tornare bambini nel parco giochi, decidiamo di lasciare l’area di Avoriaz e Les Lindarets e non spingerci fino a Les Gets come prevederebbe il percorso. Invece ci dirigiamo già verso il centro del Pass’portes, attraverso una bella pedalata fra i boschi e il maestoso bikepark di Chatel dove consumiamo le ultime energie fino a raggiungere l’abitato.
Qui troviamo una discreta area espositiva e una piazza allestita per gli show: quest’anno ha dato spettacolo un certo Danny MacAskill. C’è anche uno dei 10 ristori sparsi per il percorso, in cui assaggiare i prodotti tipici della vallata. Qui sono posizionati, fra l’altro molto bella la scelta di preparare per pranzo una specialità per ogni ristoro, ad esempio la Tartiflette a Les Lindarets, il rostis vallesano a Champoussin, le Diots (salciccie) montanare qui a Chatel.
Questo è voluto non solo per promuovere la produzione locale, ma anche per avere un minore impatto inquinante per la logistica delle materie prime. Piccoli dettagli che si notano in diversi ambiti nell’organizzazione della giornata. Ad esempio non c’è da stupirsi se vi capita di vedere dei bicchieri attaccati agli zaini dei vari ciclisti: è prassi portarsi il proprio bicchiere da un ristoro all’altro cosi da non fornirne di usa e getta.
Tanto da pedalare
(S)Fortuantamente non avendo da aspettare la ricarica delle bici possiamo mangiare e ripartire in fretta. Non sarebbe stato comunque un problema, perché anche in molti rifugi lungo il percorso si trovano stazioni di ricarica, spesso anche con l’attacco diretto Bosch, eliminando la necessità anche del caricatore.
Sfortunatamente perché la seconda parte del percorso, seppur ancora più panoramica e a tratti selvaggia della prima, si adatta sicuramente di più ad una agile bici da cross country/marathon o una trail leggera che alle nostre bici più orientate alle discipline gravity. In questo caso una bici elettrica può permettere di godere appieno di tutto ciò che la manifestazione ha da offrire, lasciando del tempo extra nei bikepark piuttosto che fra gli stand e i ristori, sapendo di poter recuperare anche nei tratti pedalati.
Non c’è da farsi ingannare troppo dall’altimetria infatti. E’ vero che su 80 km il dislivello positivo è di soli 720 m e quello negativo di ben 5700 m, ma se non si rimane più relegati alle zone dei parchi, conviene avere una bici con buona pedalabilità se si vuole fare il giro completo in giornata.
Il sapore della libertà
Si chiude la giornata sudando un po’ per gli splendidi sentieri e alpeggi che ci portano verso la svizzera Morgines. Risaliamo in parte con un impianto per valicare presso Champoussin e buttarci a capofitto di nuovo attraverso Le Crosets e quindi alla partenza a Champéry.
Una bellissima manifestazione, la cui parola d’ordine potrebbe essere riassunta in “libertà”: il Pass’Portes du Soleil è un evento praticamente senza vincoli. Non c’è orario di partenza (ma di chiusura impianti si!). Si parte da dove si vuole, con la bici che si preferisce, facendo il percorso che più ci aggrada. Si scelgono le difficolta momento per momento, fermandosi a mangiare dove vogliamo e tenendo il ritmo che ci va in quel momento, sulle discese come nelle salite. Il tutto condito da alcuni dei luoghi più belli e maestosi che le Alpi hanno da offrire. E questa non è che la chiave che apre la stagione della bicicletta nel Vallese.