| 29 Ottobre 2024

Big bench, le panchine giganti per promuovere il territorio

Nasce in Oltrepo Pavese il primo circuito delle big bench, ovvero delle panchine giganti. Nate dalla creatività e dall’estro del designer Chris Bangle, le panchine giganti hanno popolato soprattutto le zone collinari del Nord Italia (e non solo). Si dice (anche) che sono i guardiani dei vigneti.

Sono diventate in poco tempo un’attrattiva per un turismo lento, legato alla valorizzazione del territorio, della cultura enogastronomica e di quegli itinerari che fanno collimare uno sport non agonistico alle bellezze di territori e tavola. Il primo circuito ufficiale big bench è firmato Oltrepo Pavese.

La panchina di Godiasco-Gomo sotto la neve (foto ASD Pedale Godiaschese)
La panchina di Godiasco-Gomo sotto la neve (foto ASD Pedale Godiaschese)

14 Comuni coinvolti

Se l’obiettivo principale è quello di valorizzare un territorio grazie allo strumento del turismo in tutte le sue forme, il risultato è stato possibile grazie alla volontà della politica, dei Comuni coinvolti, insomma da un vero gioco di squadra. Per offrire quante più informazioni possibili verra stilata una guida cartacea sul circuito delle big bench Oltrepo Pavese e sarà distribuita in modo gratuito.

I Comuni coinvolti nel progetto sono 14, tutti nel comprensorio dell’Oltrepo Pavese e tutti con una panchina gigante posizionata nei propri confini, tutti in Provincia di Pavia: Godiasco-Gomo e Retorbido, Codevilla, Val di Nizza e la futura big bench di Santa Cristina di Varzi, Comuni che si affacciano sulla Valle Staffora. C’è quella di Trovacò Siccomario, comune più vicino al fiume Po e alla città di Pavia.

Si torna verso il contesto collinare dell’Oltrepo con Casteggio, Borgo Priolo e Calvignano, Mornico Losana e Montalto Pavese, a ridosso della Via Emilia. Il circuito big bench si spinge anche verso la cresta collinare/appenninica che sovrasta la Val Tidone, grazie ai comuni di Colli Verdi, Zavattarello e Romagnese.

Gianni Daglia e Massimo Albini (foto ASD Pedale Godiaschese)
Gianni Daglia e Massimo Albini (foto ASD Pedale Godiaschese)

Per contestualizzare ancora meglio l’iniziativa abbiamo interpellato Gianni Daglia, presidente della ASD Pedale Godiaschese, promotore del progetto.

Il circuito dell’Oltrepo Pavese fa parte della Big Bench Community Project?

No, è un progetto nostro e proprietario anche se è stato creato con e grazie al patrocinio della Community. E’ gestito direttamente da noi e mi piace dire che è una nostra creatura, dove ovviamente ci sono molti protagonisti ed attori. Noi, i sindaci dei vari Comuni, i promotori delle big bench e una politica a favore delle iniziative legate al territorio.

Come e quando nasce l’idea del Circuito Big Bench?

L’idea nasce più di un anno e mezzo fa e prende una forma molto simile a quella definitiva nel novembre 2023.

Una ASD di ciclismo che avanza un’idea del genere. Perché?

E’ vero che la ASD Pedale Godiaschese nasce in ambito ciclistico e si occupa principalmente di ciclismo. Altrettanto vero è che amiamo il nostro territorio, le nostre valli, colline e vogliamo portare in auge tutto quello che ci circonda anche grazie ad iniziative extra ciclistiche. Un concetto che abbiamo anche tradotto su carta all’interno dello statuto.

La bici può avere un ruolo primario nel circuito big bench?

Di rilievo. La bicicletta è stata presa come fulcro da molti comprensori turistici, più e meno famosi, inseriti in territori dove il turismo è un’attività consolidata e da altri dove l’ospitalità è una spinta nuova. Perché non usare le due ruote come veicolo di promozione anche in Oltrepo Pavese? Ma non è solo la bici, perché il Circuito Big Bench vuole richiamare anche i camminatori e gli amanti del trekking. Parliamo anche di un turismo che non vuole essere solo mordi e fuggi.

Tutti i protagonisti e promotori del circuito (foto ASD Pedale Godiaschese)
Tutti i protagonisti e promotori del circuito (foto ASD Pedale Godiaschese)
Quanto tempo ci è voluto per mettere insieme i diversi attori?

Quattro mesi, un tempo effettivamente ridotto. Questo perché tutti i soggetti coinvolti hanno accolto in pieno l’iniziativa, compresa la parte politica che ci ha ascoltato e supportato. Non è ancora finita. L’idea è quella di coinvolgere anche le scuole pensando alle generazioni più giovani, in ottica futura. Pensiamo che sia fondamentale sfruttare l’iniziativa del circuito come strumento di educazione per i nostri ragazzi a favore di una coscienza di rispetto verso il territorio. D’altronde è casa loro.

I colori della panchine hanno significati particolari?

I colori vengono scelti da chi propone l’installazione. Si propone alla Community e se viene accettato si può fare. Nel nostro caso sono stati ripresi i colori della divisa sociale anni 50 e più o meno quelli dello stemma comunale di Godiasco. Quindi possono essere dei richiami storici di diversa natura o altre motivazioni. 

Quali sono gli obiettivi principali e le speranze per il futuro?

Rilanciare e promuovere l’Oltrepo e la Valle Staffora, attraverso lo sport, l’escursionismo e l’enogastronomia. Qui si mangia e si beve bene, c’è una scelta ampia di itinerari per diverse possibilità e gradi di ambizione. C’è tanta natura e tutti i luoghi sono facilmente raggiungibili. Il Circuito è una iniziativa che si somma ad altre, un altro tassello a favore di tutta la comunità. Un sogno è quello di essere abbracciati dall’Unesco. Chissà, ma sognare non costa nulla.

Significativa l’immagine di apertura della app
Significativa l’immagine di apertura della app
Come si fa ad accedere costantemente ad aggiornamenti ed informazioni?

Abbiamo creato una app specifica Pedale Godiaschese. Al suo interno ci sono diverse sezioni tra le quali quella dedicata al Circuito. Eventi, ospitalità e gastronomia, c’è tutto e gli aggiornamenti sono costanti. Alla app si aggiunge un accordo stipulato con un tour operator che agisce a livello globale, con la volontà e la speranza di attirare turisti provenienti dall’estero.

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