Nel rugby a 15, il terzo tempo (dal francese troisième mi-temps) è il tradizionale incontro dopo-gara tra i giocatori delle due squadre. Inteso come momento conviviale, è sempre stato visto come momento di socializzazione tra i giocatori, al quale spesso partecipano anche le loro famiglie e a volte anche i tifosi.
Se la bicicletta è sempre stata sinonimo di sacrificio, oggi pedalare sta diventando un vero e proprio divertimento. In Italia il cambio di rotta è stato trainato da una disciplina emergente come il gravel, che ha sdoganato le birrette a pranzo, il piatto di pasta godereccio e il tagliere di salumi misti. Gli inglesi però erano già consapevoli del fatto che il terzo tempo sia qualcosa di fondamentale.
Andrea Ferrigato, ciclista professionista dal 1991 al 2005 e poi guida cicloturistica, ci racconta come i post corsa della domenica sono, da che se ne ha memoria, un vero e proprio must irrinunciabile. Un modo per stare insieme, ridere, scherzare e parlare di quello che appassiona tutti in modo indistinto.
Una sfida tra amici
Collaborando con l’agenzia Destination Sport Experiences con sede a Manchester, nel Regno Unito, per Andrea Ferrigato è semplice tracciare una mappa del cicloturismo inglese in Italia, sottolineando i trend e le esigenze di un pubblico che è da sempre abituato a pedalare per godersi l’esperienza più di ogni altro risultato.
«I nostri clienti vogliono emozionarsi – ha spiegato – vivere il ciclismo senza eccedere nell’agonismo e godersi tutta la bellezza del pedalare, compresa la degustazione dei prodotti tipici del territorio. E’ una filosofia nuova che sta conquistando i ciclisti negli ultimi anni e devo dire che è molto piacevole. Si vive la propria passione senza stress, prendendosi tempo per se stessi e divertendosi».
Andrea puntualizza anche come i gruppi, con i quali condivide le destinazioni, pedalino a velocità molto diverse, ma questo non risulta mai un ostacolo, anzi. Si ritrova il piacere dell’attesa, ci si aspetta, ci si ritrova per pranzo e si riparte di nuovo. La sfida diventa un gioco, la bici resta un mezzo per far contare il tempo.
Il mito a 4 ore da casa
Tra le proposte del tour operator, le destinazioni più amate sono quelle che comprendono i weekend sulle Dolomiti e sullo Stelvio che, con un volo e qualche ora di macchina, possono essere raggiunte facilmente da chi ama pedalare in salita.
«Queste mete – racconta Ferrigato – sono un vero paradiso per i ciclisti che sono abituati a uscire in pianura. Le giornate in bici le passiamo sui passi mentre la parte di relax si concentra in hotel, dove si condividono storie ed emozioni e si gustano le delizie del territorio. Quando siamo nella zona di Bormio, sono molte le cene a tema che sono un vero e proprio racconto della Valtellina con tutti i suoi sapori tipici».
La convivialità si rivela la chiave di ogni vacanza e il post uscita assume un ruolo tanto importante quanto l’attività stessa: rilassare i muscoli significa anche riposare la testa, ricaricare le energie, staccare la spina.
Gravel, gli itinerari del futuro
Se il ciclismo è sempre più legato alla natura e alle esperienze di viaggio, i progetti di Andrea per il prossimo anno non possono che essere gravel–oriented.
«Toscana e Veneto – conclude – sono chiaramente le regioni più gettonate per questo tipo di esperienze, ma ci sono ancora tantissimi luoghi inesplorati che ti offrono sentieri lontani dal traffico e dalla civiltà. Basilicata e Puglia offrono tantissime potenzialità. Il vero fiore all’occhiello sarà la Sardegna che regala itinerari incredibili, selvaggi e ancora incontaminati, da pedalare rigorosamente in compagnia dei local».