Lo scorso 6 aprile è stata inaugurata la prima tratta della Ciclovia del Reno. E’ un percorso ciclo-pedonale turistico che ricalca quasi completamente la sommità destra dell’argine del fiume. Sono 42 chilometri che vanno da Trebbo di Reno a San Vincenzo di Galliera. E’ una parte di un progetto molto più ampio (al suo compimento, i chilometri saranno almeno 120) ed è già percorribile. L’Associazione Pedalalenta-Fiab ha già intrapreso una serie di iniziative tese a farla conoscere a far scoprire i tesori che essa contiene.
A raccontarla è il responsabile dell’Associazione, Alessandro Napoli: «La Ciclovia fa parte della Bicipolitana di Bologna che è un complesso di percorsi ciclabili che la provincia di Bologna ha sviluppato indipendentemente dalla rete ciclabile regionale e che comprende due branche: quella dei percorsi per il tempo libero, come la Ciclovia del Sole e la Ciclovia Navile e quelle di sviluppo urbano, di collegamento tra i vari siti per uso quotidiano, lavorativo. La Ciclovia del Reno fa parte della prima: quella inaugurata è una prima tranche, che attraversa i comuni di Castel Maggiore, Argelato, Castello d’Argile, Pieve di Cento e Galliera, Calderara di Reno e Sala Bolognese, lambendo anche il centro abitato di Cento. Nei propositi però dovrà avere uno sviluppo che la porterà fino al mare».
Dov’è disegnata?
Questo è un aspetto importante, che deve tenere conto del territorio attraversato. Il Reno, il fiume più importante dell’Emilia ha un argine artificiale che protegge il suo alveo. Va considerato che nei momenti di piena le acque raggiungono livelli importanti che senza l’opera dell’uomo coprirebbero abbondantemente tutto il terreno. La pista si sviluppa sull’argine destro, sempre a qualche metro di distanza dal bordo. Questo proprio perché è stata costruita in sicurezza come in sicurezza è gestito tutto il territorio.
Una cosa che colpisce della Ciclovia è che per le sue caratteristiche sembra una delle prime dedicata quasi espressamente al gravel…
Su questo aspetto è bene fare chiarezza, perché la Ciclovia del Reno non è stata costruita pensando al gravel, è stata quasi una conseguenza naturale. Il suo percorso è costruito in fondo granulare, un permeabile misto calcestre con un particolare trattamento per una buona cementazione. E’ un aspetto importante perché bisognava pensare a un terreno che fosse sufficientemente solido ma anche assorbente le abbondanti piogge. Il territorio a molti ricorda come sono stati costruiti gli argini in Olanda, proprio perché bisognava preservare l’aspetto primario del territorio, che richiede una particolare tutela.
Quali sono le peculiarità del percorso?
Tante. Innanzitutto è un percorso facile, pianeggiante, aperto a tutti e percorribile dalle famiglie. Inoltre ha una posizione sopraelevata, il che significa che è panoramico e chi lo percorre ha uno sguardo d’insieme su tutto il territorio, un mosaico di coltivazioni. Poi c’è il dono del silenzio: siamo lontani dal frastuono delle città, c’è la calma della campagna, i rumori sommessi della natura e questo è un patrimonio straordinario. Sarei portato a dire che la Ciclovia del Reno esalta i sensi: l’udito come detto, ma anche la vista con i colori del territorio, l’olfatto con i suoi profumi. Non va dimenticato poi che con brevissime diramazioni ci si addentra in borghi estremamente interessanti.
Ad esempio?
Ad esempio Cento, la patria del Guercino, famosissimo poeta rinascimentale attivo anche a Roma e considerato fra i padri del Barocco. C’è tanto da vedere, a cominciare dalla Pinacoteca riaperta dopo 12 anni nel 2023, ma poi tutto il centro cittadino, il Palazzo del Governatore, la Rocca presente praticamente in tutti i borghi della zona. Non dimentichiamo poi che questa è zona di primissimo piano per tutto l’aspetto enogastronomico e per quello naturalistico, siamo infatti nella zona del Bosco della Panfilia, dove ci sono residui dell’antichissima foresta che in epoca preistorica copriva la Pianura Padana.
Voi come Associazione Pedalalenta vi siete già messi all’opera per allestire escursioni specifiche sulla ciclovia…
Sin dal primo giorno. In totale, fra Ciclovia del Reno ed altri percorsi limitrofi, ne organizziamo una cinquantina, l’ultima è partita dalla Tomba del Guercino a Bologna, percorrendo un primo tratto della Ciclovia Navile arrivando a Cento con l’ultima parte disegnata proprio sulla Ciclovia del Reno. Va sottolineato che la ciclovia tocca anche la stazione ferroviaria dove si possono prendere i treni regionali tutti attrezzati per il trasporto bici. E’ davvero uno strumento ideale per un’uscita nella natura e alla scoperta del territorio, già molti emiliani stanno assaporando zone che non conoscevano a questo livello.