| 16 Marzo 2025

GranTour del Lazio, tutta la regione a portata di bici… e treno

GranTour del Lazio, un’esperienza, un viaggio, un modo di vivere il cicloturismo: non è “solo” una ciclovia. È un progetto molto ampio e interessante nato dall’iniziativa di alcune associazioni e dalla spinta di Claudio Mancini. Si tratta di un anello di mille chilometri che parte e ritorna a Roma, un percorso che attraversa l’intera regione toccando le sue molteplici sfaccettature: dalle colline della Tuscia al mare di Gaeta, dalle montagne dell’Appennino ai laghi reatini.

Definito un “cicloviaggio a rate”, permette di essere percorso in tappe modulari, con la comodità di avere sempre una stazione ferroviaria a disposizione per rientrare o proseguire in base alle proprie esigenze. Per capire meglio il progetto, ne abbiamo parlato con Claudio Mancini.

Claudio cos’è il GranTour del Lazio e quali sono le sue caratteristiche principali?

Il GranTour del Lazio è una ciclovia turistica unica nel suo genere. Si sviluppa su un grande anello che tocca tutte e cinque le province del Lazio, partendo e ritornando a Roma. Il percorso è suddiviso in 18 tappe (qui tutte le tracce ufficiali su Komoot, ndr), ognuna delle quali ha il vantaggio di essere collegata a una stazione ferroviaria. Questo consente ai cicloturisti di costruire il proprio itinerario a seconda delle esigenze, percorrendo il tour per intero o scegliendo singole tappe. La lunghezza totale è di circa mille chilometri, con tappe comprese tra i 30 e gli 80 chilometri, rendendolo accessibile a molti.

E come è nata questa idea?

L’idea è nata dopo anni di esplorazioni e uscite domenicali, scoprendo luoghi meravigliosi spesso ignorati dal turismo di massa, che resta concentrato su Roma. Un’idea mia e di Piero Ventura, entrambi di Salvaiciclisti Roma. Successivamente è confluita in FIAB Ruota Libera, un’associazione romana affiliata a FIAB nazionale, più orientata al cicloturismo. Salvaiciclisti si occupa principalmente di mobilità sostenibile, mentre FIAB ha un approccio più turistico. Affidarci a FIAB ci ha permesso di dare una struttura più solida al progetto. Per coprire le prime spese, come la segnaletica leggera e lo sviluppo di un’app mobile, abbiamo avviato un crowdfunding su Eppela (qui tutte le info, ndr).

Quali sono gli obiettivi del crowdfunding e come verranno utilizzati i fondi?

Il crowdfunding serve per finanziare la segnaletica leggera del percorso con adesivi lungo le tappe e per sviluppare un’app mobile che fornisca indicazioni GPS e informazioni su strutture ricettive, luoghi di interesse e punti ristoro. L’obiettivo è raccogliere circa 60 mila euro per coprire tutte le 18 tappe. Se non riusciremo a raggiungere questa cifra, partiremo con una tappa pilota, probabilmente la Roma-Velletri, per poi estendere il progetto gradualmente. Vogliamo coinvolgere anche attività locali come bike hotel, bed & breakfast, ristoranti e associazioni, per creare una rete capillare di servizi per il cicloturista.

Le bellezze della costa meridonale del Lazio. Qui Gaeta
Le bellezze della costa meridonale del Lazio. Qui Gaeta
A “microfono spento” ci dicevi che il GranTour del Lazio è pensato anche per percorsi tematici: cosa s’intende?

Sì, un aspetto fondamentale del progetto è la varietà di esperienze che offre. Ci sono tappe ideali per l’inverno e altre per l’estate, percorsi autunnali per il foliage o itinerari legati ai prodotti tipici locali. Ad esempio, in autunno si potrebbe pedalare tra i castagneti del Viterbese o visitare la Sagra della Fragolina di Nemi a giugno. L’idea è di creare un’esperienza che permetta di scoprire il Lazio in modi sempre nuovi, senza la necessità di completare l’intero tour in una sola volta. Il cicloturista può scegliere in base ai propri interessi e al tempo a disposizione.

Il GranTour del Lazio interseca anche vie già esistenti…

Esatto ed abbiamo cercato di sfruttarle il più possibile. Circa il 70 per cento del percorso si appoggia su ciclovie già presenti nel Lazio, come la Via Francigena, la EuroVelo 5 e la EuroVelo 7, il Cammino di San Benedetto e la ciclovia dei Laghi. Dove non esistono percorsi dedicati, utilizziamo strade secondarie o sterrati piacevoli per il cicloturismo. Il progetto valorizza infrastrutture già presenti e permette di scoprirle in un’ottica di viaggio sostenibile.

In effetti si toccano tante belle zone…

Tantissime. Mi viene in mente il Parco del Circeo, Sabaudia per esempio. Con Terracina, Fondi, dove l’Eurovelo 5 è arrivata al confine sud, quindi a Minturno e risale il Garigliano per la linea Gustav (altro percorso tematico, ndr) fino a Cassino. Da Cassino risale in Ciociaria e rimane zona Fiume Sacco. Da lì c’è l’Amaseno. A Fiuggi si prende un pochino mezza costa verso l’Appennino, verso gli Ernici, e si fa la vecchia ferrovia, fino a Palliano. E ancora le colline di Genazzano e Tivoli con Villa Adriana, Villa Gregoriana. Ancora si risale la Tiburtina fino ad Arsoli e da lì attraverso il Lago del Turano si entra a Rieti e nella Sabina…

Bella la Sabina, zona poco nota ma ideale per la bici…

Vero, ci sono bei percorsi e anche delle belle salite lì. Una parte del percorso del Grand Tour del Lazio l’attraversa. Con il treno si arriva a Stimigliano e da lì si rientra passando la Flaminia verso Calcata e il viterbese i Monti Cimini e si risbuca sul mare Tirreno a Tarquinia. Quindi si ridiscende a Roma prima sulla costa tirrenica fino a Santa Marinella e poi tagliando all’interno per il Lago di Bracciano e quindi dalla Cassia che poi ricalca la Via Francigena.

Il Lago del Turano: perla reatina della Sabina
Il Lago del Turano: perla reatina della Sabina
Chiaro…

Abbiamo lavorato in modo collettivo. Io e Piero abbiamo iniziato con una prima bozza basata sulle nostre esperienze di cicloturismo, poi con l’aiuto di FIAB Ruota Libera abbiamo ottimizzato il percorso per garantire sicurezza e accessibilità. Alcuni tratti sono stati testati dai soci FIAB. Un esempio di scelta legata alla sicurezza è la tratta tra Sperlonga e Gaeta: le gallerie della costiera erano troppo pericolose, quindi abbiamo deviato il percorso su una salita panoramica verso Itri, per poi scendere su strade secondarie verso Gaeta. Ma se a quel punto la tappa diventa troppo lunga o dura, abbiamo la fortuna che Roma, essendo al centro del Lazio si raggiunge bene. La rete ferroviaria nel Lazio è buona e raramente, a parte qualche zona appenninica, una stazione dista più di 20 chilometri l’una dall’altra. Quindi il supporto del treno non manca mai. E’ questa la forza del GranTour Lazio.

A proposito di Regione, Grand Tour del Lazio ha il patrocinio della Regione Lazio? Ci sono finanziamenti pubblici?

La Regione Lazio ha manifestato interesse per il progetto, ma al momento non ci sono fondi disponibili. Nel maggio scorso siamo stati contattati da un tecnico regionale, Adriano Di Nitto, che ha richiesto le tracce per inserirle nella programmazione futura, ma la priorità è stata data ad altre opere già finanziate. Il GranTour del Lazio ha il vantaggio di essere un progetto a basso impatto economico.

In effetti non c’è bisogno di nuove infrastrutture….

No, e infatti la speranza è che con il tempo le istituzioni possano supportarlo attivamente. Per esempio, noi pensavamo di stampare questi adesivi col QR code per scaricare l’App e magari ecco se il comune interessato poteva metterci un pannello con le cose importanti della zona, perché la segnaletica verticale ha bisogno dell’autorizzazione.

Quali sono i prossimi passi per rendere il GranTour del Lazio una realtà concreta?

Il primo passo è completare la raccolta fondi per partire con una tappa pilota. Parallelamente, stiamo lavorando per stringere collaborazioni con attività locali e istituzioni. Una volta avviata la segnaletica leggera e l’app mobile, sarà più facile attrarre cicloturisti e dimostrare il valore del progetto. Il Lazio ha un enorme potenziale, con paesaggi, borghi e percorsi perfetti per la bici. L’obiettivo è che il GTL diventi un punto di riferimento per chi vuole esplorare la regione in modo sostenibile e autentico.

TUTTE LE CATEGORIE DEL MAGAZINE