| 1 Luglio 2024

Maratona dles Dolomites, festa planetaria in un posto da incanto

La Maratona dles Dolomites-Enel è un viaggio, un’avventura e poi ancora una scoperta. Non chiamatela granfondo perché, appena la senti nominare, cominci a immaginarti il prossimo 7 luglio in griglia alla partenza di La Villa. Alla tua sinistra la Gran Risa, scenario d’inverno della Coppa del Mondo di sci alpino, in mezzo ad appassionati delle due ruote come te, provenienti da ogni angolo del pianeta.

Subito vieni pervaso dalla festa che abbraccia le montagne patrimonio dell’Unesco che tutto il mondo ci invidia. Vieni travolto dai colori, i suoni e i profumi che ti circondano. Cominci a fare le prime pedalate e sei incredulo nel pensare che ci sia così tanta gente a bordo strada alle 6,30 del mattino. Ti senti un po’ come i corridori del Giro d’Italia, che da queste parti hanno scritto pagine epiche nella storia.

C’è un che di filosofico nella Maratona e basta pensare che ogni anno il patron Michil Costa e il suo inesauribile team si scervella per trovare un tema che la racconti. Quello della trentasettesima edizione è Mutatio per dirla nella lingua ladina tanto cara da queste parti. Viene utilizzata anche da tutti i volontari che ti salutano sempre con “Bundé” e sono lì pronti ad aiutarti con un sorriso stampato sulla faccia. “Mutatio” intesa come metamorfosi in grado di generare negli atleti, organizzatori e volontari un cambiamento positivo al cospetto di Madre Natura.

Campolongo, ci siamo

Già dai primi tornanti del Campolongo si viene rapiti dalla magia della Maratona. Il ritmo è scandito dai colpi degli schioccatori badoti a scandire la fatica degli oltre 8.000 partecipanti. Superata la prima asperità, giù in discesa fino ad Arabba, per cominciare a scalare un altro passo epico: il Pordoi. Qui è il silenzio a farla da padrone e gli unici rumori sono i ronzii delle ruote, quello dell’elicottero che ti sorvola in lontananza e i sospiri dei partecipanti, assorti in trance tra fatica ed estasi. La vetta è vicina, c’è anche il monumento che commemora il Campionissimo Fausto Coppi e sulla destra si staglia il maestoso Sass Pordoi, che tanti vengono a visitare con la funivia nei giorni successivi alla fatica in bicicletta.

Ristori di qualità (e quantità!)

Dal silenzioso Pordoi al chiassoso Sella, coi campanacci dei fassani che puoi udire anche a centinaia di metri di distanza. Il poker che compone il Sellaronda è completato dal Passo Gardena che, poco prima della vetta, propone uno dei ristori più ambiti. Tra le leccornie che si possono trovare c’è lo strudel di mele, che vale da solo la fatica per arrivarci. Oppure la linzer, ovvero la torta di grano saraceno. Ovviamente anche i panini con prosciutto (schinken) e formaggio (ciajo).

Nel complesso, sono sei sono i punti ristoro dislocati lungo il percorso. Durante la corsa si dispensano la bellezza di 2000 kg di mele. 1500 kg di banane. 380 kg di arance. 9.500 panini imbottiti. 180 kg di formaggio. 190 kg di prosciutto cotto. 620 kg di torte e dolciumi. 3.900 litri di Coca Cola. 6.500 litri di acqua. 900 litri di tè freddo. 8200 litri di sali minerali. 2.150 kg di tortellini Rana e 8.100 tra bistecche e salsicce. Soltanto un antipasto di quello che poi si potrà gustare in questi territori dopo aver completato la propria Maratona. Un altro consiglio per la sera? Canederli e birra, un’accoppiata vincente.

A tavola fra gusto e scienza

Altrimenti, grazie alla collaborazione di Andrea Irsara, chef locale del “Gourmet Hotel Gran Ander” di Badia e di Elena Casiraghi, specialista in nutrizione e integrazione dello sport, è nato un piatto che esalta la territorialità. Impiega ingredienti selezionati, utilizzati consapevolmente per evitare sprechi e rispondere efficacemente alle esigenze degli atleti. Garantisce un apporto bilanciato e funzionale. Questo il piatto in breve: fusilli fatti in casa con grani antichi, beurre blanc all’essenza di mele fermentate e tartare di trota e Granny Smith di Marlene.

D’altronde dopo tante ore in bici, una ricompensa culinaria per il nostro fisico è il minimo. Soprattutto per i più temerari che hanno scelto il percorso medio o lungo, aggiungendo anche Falzarego, Valparola con il loro paesaggio quasi lunare e il terribile Giau (solo nel lungo) al già ricco menù di salite.

Gli incontri speciali

Un altro motivo per pedalare almeno una volta nella vita alla Maratona? E’ il parterre de roi di campioni e personaggi dello spettacolo che si possono incontrare. Quest’anno, ad esempio, sono attesi Miguel Indurain, Paolo Bettini, Gianni Bugno, Sonny Colbrelli e un esordio di classe come quello di Fabio Aru. Poi ancora i campioni della neve Federico Pellegrino, Mattia Casse, Manfred Moelgg e Cristian Zorzi. L’olimpionico degli anelli Jury Cechi, l’alpinista Hervé Barmasse.

Oppure il comico Paolo Kessisoglu con la sua Associazione “C’è Da Fare ETS che si dedica al sostegno psicologico e psichiatrico dei giovani adolescenti in difficoltà. Al via anche gli atleti di Obiettivo 3, il progetto ideato nel 2017 da Alex Zanardi che mira a reclutare, avviare e sostenere persone con disabilità nell’attività sportiva.

Senza dimenticare tutte le iniziative della settimana del ciclista (qui il ricco programma https://www.maratona.it/it/program) e la Maratona for Kids del sabato mattina, che fa pedalare anche i più piccini. Una festa planetaria in un posto da incanto: la Maratona dles Dolomites-Enel è una perla da aggiungere alla propria collezione di esperienze.

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