| 18 Febbraio 2024

Microcosmo Pollino. Un viaggio nel tempo e nello spazio

«A volte, soprattutto quando sono da solo e pedalo in silenzio e sono sottovento, mi capita di vedere i lupi. Loro non ti sentono, se non all’ultimo, e restano lì. Allora tu li puoi vedere da vicino», Pasquale Larocca ci porta così nella magia del suo Pollino. Larocca è un vero avventuriero: maestro di sci, pratica mtb, sci di fondo, arrampicata e alpinismo. Pensate che ha vinto la prestigiosa Iditarod con gli sci in Alaska.

Il Pollino è un microcosmo. Le sue terre, le sue cime, i suoi paesini dai tratti caratteristici ancora forti, i suoi sapori. Se la Basilicata è ritenuta una regione slow, in senso positivo, sul Pollino il tempo davvero per certi aspetti sembra si sia fermato. Ci raccontavano che in quegli stessi paesini la notte si può ancora andare a dormire lasciando le chiavi nella macchina.

Dopo aver raccontato della Sila, qualche giorno fa, torniamo negli Appennini del Sud, ricchi di opportunità innumerevoli, che troppo spesso restano invisibili. Ed è un vero peccato.

Il territorio del Parco Nazionale del Pollino, il più grande d’Italia
Il territorio del Parco Nazionale del Pollino, il più grande d’Italia

Microcosmo Pollino

Terranova del Pollino è un po’ considerata la “capitale” per certi aspetti di questo microcosmo. Di sicuro è una delle porte d’accesso del Parco. E’ qui che si tiene uno degli eventi sportivi più importanti del Sud e della Basilicata, la Pollino Bike Marathon, ed è qui che si può incontrare Pino Golia, cuoco custode. Custode dei sapori e dei piatti preparati con ingredienti strettamente del posto. E quando diciamo del posto intendiamo l’orto e il bosco dietro all’hotel-ristorante. Piatti che di base sono poveri, ma in realtà sono super curati pur restando fedeli alla tradizione.

Pasquale Larocca gestisce Pollino Adventure, un’agenzia multisport che porta i clienti a scoprire e a vivere le bellezze del territorio. Sci di fondo e arrampicata, trekking e mountain bike. Si trova a Terranova, ma c’è anche una sede importante a Latronico, di più facile accesso.

«Voi lo definite microcosmo – spiega Larocca – io dico che il Pollino è un contenitore di esperienze e di storie. Le storie di chi ha deciso di restare e valorizzare il Parco».

Pensate che in alcune zone, come a San Costantino Albanese si parla l’albanese e i matrimoni si fanno ancora secondo il rito ortodosso. Durano una settimana e dicono siano unici.

Dal mare alla montagna

Larocca è autore e manutentore di molti percorsi. Percorsi che sono soprattutto per mtb, anche e-mtb, ma non mancano gli anelli per bici da strada e gravel. Bisogna considerare che le falde del Pollino si estendono dallo Ionio al Tirreno, e una porzione importante ricade in Calabria, non è quindi un territorio piccolo.

«Come Pollino Adventure – prosegue Larocca – abbiamo ripreso i vecchi tratturi e le vecchie vie pastorali. Ma anche aperto dei piccoli tratti di congiunzione. C’è una fitta rete di sentieri che collegano paesi semisconosciuti. L’antropizzazione è davvero bassa».

Ma non ci si ferma mai. L’ultima proposta è il ripristino del cammino mariano che collega i due mari alla Madonna del Pollino. «Si tratta di un percorso ad anello dal mare ai pini loricati (emblema del Parco, ndr): 180 chilometri. Si fa in quattro giorni ed è mtb pura, spesso tecnica. Un punto per partire? Direi ovunque, ma Trebisacce potrebbe essere l’ideale in quanto c’è la stazione del treno. Si può arrivare senza auto e con bici al seguito. Posto che noi le noleggiamo anche. E forniamo anche il servizio shuttle di trasporto bagagli. Ma ci sono comunque percorsi per tutti, anche per i neofiti».

Il pino loricato è il simbolo del Pollino. E’ una specie endemica che si trova solo in queste terre (foto parconazionalepollino.it)
Il pino loricato è il simbolo del Pollino. E’ una specie endemica che si trova solo in queste terre (foto parconazionalepollino.it)

Viaggio nel viaggio

Nel versante Nord non è raro incontrare una fiumara enorme in basso. E colline che fanno da antipasto alle montagne verso. Poi ecco gli altopiani, i pini loricati. All’improvviso si apre la vastità del versante Sud. Un versante che scende di corsa verso il mare e regala vedute che nei giorni più limpidi spaziano dalla Puglia alla Sila, separate appunto dal blu intenso dello Ionio.

«Perché si dovrebbe venire sul Pollino? Perché si possono riassaporare i ritmi di un tempo – prosegue Larocca – e si vive la vera tranquillità. Già stare sul Pollino è come fare un viaggio, un “viaggio a chilometri zero”. Si è lontani dalla civiltà, anche pedalando su strada. Abbiamo la fortuna di avere strade secondarie nelle quali è raro incontrare delle auto. In tal senso la scarsa antropizzazione ci favorisce».

Larocca è davvero un lupo locale. Conosce la sua terra, ma è aperto alle novità e agli arrivi. Ci racconta che i flussi sono in crescita, specie quelli dal Nord Europa.

«Nel periodo immediato al lockdown sono arrivati tanti italiani che non potevano più andare all’estero. Ci sono stati appassionati alpinisti e arrampicatori che sulle nostre cime hanno trovato il loro Nepal… e non lo sapevano.

«Le e-bike – conclude Larocca – hanno ampliato le possibilità e le offerte turistiche. Mi capita con frequenza di accompagnare neofiti o gente che vuole fare una semplice escursione di tre ore».

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