Il Parco Ciclistico dell’Etna, in Sicilia, è un paradiso e allo stesso tempo un parco divertimenti per chi vuole pedalare vivendo ogni metro di quest’area unica al mondo. Da quelle parti il clima è favorevole praticamente tutto l’anno, così è facile vedere gente e appassionati che pedalano lungo le strade del parco in ogni momento. Uno dei volti del Parco Ciclistico dell’Etna è Paolo Alberati, lui dall’Umbria è venuto ad abitare da queste parti ormai 18 anni fa. Si è innamorato delle strade e dei panorami che il vulcano sa offrire, così che da qui non è mai più venuto via. Anzi, nel tempo è diventato uno dei punti di riferimento per la valorizzazione della zona e dei suoi percorsi.
«A testimonianza del clima favorevole che c’è in Sicilia – racconta Paolo Alberati – parlavo con uno dei gestori dei service point, mi diceva che lo scorso fine settimana sono venuti dei turisti francesi muniti di cargo bike per portare con sé il figlio piccolo. Sono arrivati fino al Rifugio Sapienza, a quota 2.000 metri, in maniche corte».


I sette versanti
L’Etna è il vulcano simbolo della Sicilia, nonché la sua montagna, e nel corso del tempo i percorsi per pedalare sono aumentati sempre di più. Dall’estate all’inverno da queste parti pedalare è sempre un piacere. Quando il caldo si fa sentire si gira la bicicletta verso la punta del vulcano, alla ricerca di fresco. Mentre ora che il clima diventa più freddo si cerca riparo nel tepore del mare.
«I sette versanti asfaltati della salita – dice Alberati – sono praticamente un insieme di strade e climi differenti. Il punto più alto che si può raggiungere in bici da strada arriva ai 2.000 metri del Rifugio Sapienza. Tuttavia gli altri versanti permettono di arrivare a ottime quote con salite interessanti e divertenti. Da anni vivo qui, e casa mia è a quota 700 metri sul livello del mare. D’estate pedalo verso la cima, mentre ora faccio il contrario e scendo».
«Però con una mountain bike sull’Etna puoi pedalare sia nel versante sud che nel versante nord fino a quota 3.000 metri, per cui in estate sfrutti l’Etna per rimanere al fresco».


Climi e scenari
I sette versanti dell’Etna sono dedicati a figure del ciclismo professionistico, con una storia più o meno recente. Le cinque salite della parte sud arrivano tutte al Rifugio Sapienza, con la scalata da Nicolosi dedicata ad Alberto Contador, ex ciclista professionista spagnolo che qui vinse una tappa del Giro d’Italia nel 2011.
«Anche le altre salite sono legate a nomi del ciclismo – continua Alberati – c’è il versante Tom Dumoulin, quello dedicato a Michele Scarponi (ex ciclista professionista morto in un incidente stradale, ndr) che è chiamato Salvaciclisti. Ci sono anche due salite nella parte nord, una è il versante Salvaciclisti, mentre l’altro è quello che arriva al Rifugio Citelli».
«Quest’ultimo – racconta ancora – è il mio preferito perché attraversa tutti gli scenari dell’Etna: dal bosco di conifere che c’è in cima, al bosco di Betulia che c’è a metà strada, passando alla scia lavica che contraddistingue la parte iniziale».




Gravel e turismo
Non mancano nemmeno le alternative per chi ama pedalare utilizzando biciclette fuoristrada, dal gravel alla mountain bike l’Etna accoglie tutti.
«Ora inizia la stagione del gravel – spiega Alberati – perché il terreno con le prime piogge diventa più duro, come se fosse battuto. C’è un percorso che dal Rifugio Sapienza arriva fino all’altra parte del cratere, al piano Provenzana, e si pedala sempre in quota tra i 1.100 e i 2.000 metri. Si tratta di una strada altomontana chiusa al traffico, lunga 46 chilometri dove si trovano bivacchi e rifugi pubblici che sono sempre aperti.
«Insieme a Giovanni Visconti abbiamo anche organizzato un giro turistico che affronta tutti e tre i versanti in più giorni. Chi vuole sfidarsi può scalare anche tutti e sette i versanti in un giorno e conquistare il brevetto dell’Etna».


Giovani e territorio
«Il Parco Ciclistico dell’Etna è un’opportunità anche per le persone del luogo, specialmente i giovani – conclude Alberati – per diversi motivi. Il primo è che offre occasioni di lavoro, ad esempio un ragazzo, Marco Oliva, che prima correva in bici ora ha aperto un negozio dove noleggia bici e organizza tour. Mentre le aziende vitivinicole portano i turisti a pedalare tra i vigneti e offrono loro degustazioni dei vini che nascono sui pendii del vulcano. C’è un territorio da scoprire e una popolazione che ha imparato a valorizzarlo e farlo vivere ai turisti di tutto il mondo. Le iniziative continuano a svilupparsi e crescere, presto ci saranno anche delle novità interessanti».

 
         
        
 
        
 
        
 
        
 
        
 
        
