| 7 Febbraio 2025

Un’immersione nella Parenzana, ciclovia a due passi da noi

Ieri era una ferrovia locale, oggi è una pista ciclabile che richiama cicloturisti da tutta Europa e in particolare dal nostro Paese, visto che parte al di qua del confine e si sviluppa fra Slovenia e Croazia. Stiamo parlando della Parenzana, un percorso estremamente variegato che colpisce sempre per i suoi incredibili paesaggi portando i corridori da Trieste fino a piccoli e caratteristici borghi marinari del litorale croato.

Alcuni passaggi sono assolutamente spettacolari, sia nella parte collinare che costiera
Alcuni passaggi sono assolutamente spettacolari, sia nella parte collinare che costiera

Un tracciato per mtb e gravel, ma anche e-bike

E’ un percorso di 123 chilometri per la sua gran parte sterrato, adattissimo alla mountain bike e alla gravel ma che negli ultimi tempi sta diventando sempre più popolato anche da bici a pedalata assistita. Chiaramente con gomme adatte al percorso, perché consente di affrontarlo anche nell’arco di una giornata, sfruttando le opportunità concesse dall’intermodalità. La forza di questo tracciato è data proprio dalla varietà del suo tracciato e di quello che offre, con alcuni passaggi che arrivano davvero a un soffio dall’acqua.

Tanti che lo hanno affrontato ci sono ritornati, uno di questi è Silvano Leghissa, appassionato cicloturista,e nel raccontarla traspare tutta la passione che questo percorso gli ha trasmesso, sentendolo suo al di là dell’appartenenza geografica: «La ciclovia parte dal confine, prende spunto da Muggia, ultimo lembo d’Italia a est, un bellissimo centro legato a doppio filo al mare ma con un’architettura che ricorda fortemente Venezia. Da lì si parte passando per bellissimi borghi sloveni. In certi casi sono veri e propri villaggi ma che contendono veri tesori, vedi il grande vigneto della cantina Vinakoper a Capodistria oppure il caratteristico porto di Isola o ancora il Parco delle Saline di Sicciole».

Silvano Leghissa, affezionato cicloturista della Parenzana, affrontata due volte in tutto il suo sviluppo
Silvano Leghissa, affezionato cicloturista della Parenzana, affrontata due volte in tutto il suo sviluppo
Successivamente il percorso come si sviluppa?

Si valica poco dopo il confine con la Croazia e si costeggia il canale della Dragogna. Si sale fino alla piccola stazione abbandonata di Salvore da dove la vista è spettacolare, verso enormi campi di sale e il golfo di Pirano. Tra l’altro proprio a Pirano a fine agosto si svolge un bellissimo festival musicale e capita di pedalare sentendo in lontananza i suoi suoni. Qui la Parenzana comincia a cambiare un po’ i suoi connotati, diventa un percorso a saliscendi, si passa per Umago teatro di una delle principali corse ciclistiche croate su strada e si ritrova poi il tracciato della vecchia ferrovia per arrivare a Caldania da dove si raggiunge Buie, chiamata la “vedetta d’Istria”.

Tra la parte slovena e quella croata quale preferisci?

La Parenzana è tutta bellissima, ma personalmente preferisco la parte croata che parte proprio da Grisignana, è un posto magico che vale una visita, magari prendendo il caffè sulle terrazze che guardano verso la sottostante valle. Da lì si torna sul percorso passando per la lunga galleria di Calcini, quasi 300 metri sbucando su un tratto pietroso che porta alla valle del Quieto dove si aprono panorami spettacolari verso i boschi.

Le gallerie sono una caratteristica di questo tracciato…

Sì, infatti è importante essere sempre dotati di fanali, anche sul caschetto. Ad esempio la galleria di Castagna, tutta al buio, porta verso il paesino di Piemonte, che è a 900 metri dalla traccia, tutti in salita, ma il posto vale sicuramente lo sforzo. I viadotti bui non mancano neanche nella parte successiva, verso Livade e il colle di Montona. Da qui si ritrova lo sterrato intorno alla collina e proprio le colline sono un po’ la caratteristica di quest’ultima parte. Ci sono diversi punti panoramici che si alternano a tratti nella boscaglia, ma anche bellissimi borghi come Visinada, ricca di ulivi e campi coltivati oppure la frazione di Baldassi. Dalla stazione di Visignano si raggiunge Villanova e le grotte di Baredine che meritano una visita. Il percorso poi si prolunga fino alla stazione di Parenzo, a pochi metri dal suo bellissimo centro storico.

E’ un percorso lungo, consigli di affrontarlo a tappe?

E’ sicuramente meglio, magari distribuendole nel corso del tempo. Io ad esempio l’ho fatta due volte, si possono scegliere tratti specifici sfruttando il treno oppure l’aliscafo come ho fatto io tornando da Parenzo a Muggia. Anche perché pedalare per il solo gusto di farlo non vale la pena: la Parenzana permette di conoscere bene i suoi luoghi ma anche le tradizioni locali, magari fermarsi in un’osteria tipica e assaggiare i prodotti del luogo, ad esempio a Montona.

La ciclovia è facilmente seguibile tramite app ma anche la segnaletica è molto presente
La ciclovia è facilmente seguibile tramite app ma anche la segnaletica è molto presente
Com’è la gente locale, è legata alla ciclovia?

Molto, anzi lo è sempre di più anche perché sono sorte molte attività, dal ristoro alla logistica, che vivono attraverso il cicloturismo. La gente locale è molto accogliente, tanto in Slovenia quanto in Croazia. Sanno che il turismo è una risorsa fondamentale per l’economia di tutto il territorio, ma è proprio nella loro indole accogliere chi viene da fuori.

Nelle tue esperienze hai trovato tanti italiani?

Sì, perché sono vicinissimi, anche i percorsi ciclabili del Friuli si collegano facilmente ad essa, alla sua parte iniziale. Molti però vengono anche dalla Germania. Il periodo migliore è da aprile a giugno, oppure da fine agosto fino al cuore dell’autunno se il clima lo consente. Luglio e agosto sono fortemente da sconsigliare per il troppo caldo. Ma è davvero da prendere in considerazione per conoscere da vicino l’altra parte dell’Adriatico.

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