Nei giorni scorsi l’Isnart ha pubblicato un interessante documento relativo al 2024 della Pedemontana. Interessante per due motivi: innanzitutto perché è uno specchio molto ben delineato di quel che un cicloturista chiede a una ciclovia e a chi la gestisce (e su questo aspetto avremo modo di tornare nei prossimi giorni). L’altro è legato alla Pedemontana stessa, aggiudicatasi l’ultima edizione degli Oscar del Cicloturismo e sempre più frequentata da appassionati italiani e non solo.
Torniamo quindi a parlarne con Enzo Sima, responsabile del prodotto bike di Promo Turismo Friuli per il quale i dati offerti dallo studio statistico sono una miniera d’informazioni utili per dare sempre più impulso alla pista ciclabile, fiore all’occhiello di una delle regioni all’avanguardia nel turismo in bici.
«Siamo rimasti quasi sorpresi dai risultati dello studio – risponde – anche perché effettuato tastando con mano il gradimento degli intervistati. Non ci sono voti negativi, anzi per la maggior parte sono tutti oltre l’8. Una pagella bellissima che però non ci deve far dormire sugli allori, anzi, noi guardiamo non ai voti migliori ma a quelli più bassi perché, anche se oltre la sufficienza, devono essere uno stimolo a migliorare. Ora sappiamo dove».
Secondo te qual è la forza effettiva di questo tracciato e perché ottiene tanti riscontri positivi?
Io dico che deriva molto dalla sua posizione geografica e dall’intersezione con altre ciclovie. Basti pensare, per fare un esempio, che il nostro percorso sfiora il confine veneto ed è a 6 chilometri dalla famosa Monaco-Venezia, il che significa che può richiamare molti cicloturisti provenienti dalla Germania. E infatti così è stato.
Uno studio del genere, per chi gestisce una via ciclabile che contributo può dare?
Per me è utilissimo soprattutto considerando che una ciclovia non è qualcosa di fermo, definito ma è in continua evoluzione. Le nostre, che pure sono state pluripremiate sono in un costante flusso di cambiamento, anche la FVG 1 (Alpe Adria Radweg, premiata nel 2015, ndr) è in via di integrazione. Su un aspetto però ci tengo a mettere l’accento: i premi non sono fini a se stessi, come anche le attestazioni di stima come questo studio. Servono a dare popolarità, a solleticare la sensibilità del mondo politico. La Regione Friuli ad esempio ha appena stanziato 150 mila euro per completare la segnaletica. E’ un aspetto importante anche perché ci teniamo a sottolineare la sua originalità.
In che senso?
Noi stiamo realizzando indicazioni lungo il percorso per segnalare dove è possibile trovare acqua potabile. Sembra un aspetto banale, ma quando pedali, soprattutto d’estate, può diventare fondamentale trovare una fontana e soprattutto sapere dov’è…
Che cos’altro si evince da questo lavoro e anche dai personali riscontri che avete avuto negli ultimi tempi?
Un aspetto molto interessante è il fatto che un’ampia parte dei nostri “frequentatori” sceglie di affrontarla a tappe o magari di innestarsi per un pezzo per poi dirigersi verso altre ciclovie. E’ questo il bello di una rete ciclabile, poter offrire sempre qualcosa di diverso, cambiare destinazione in base alle proprie esigenze ma anche ai propri umori. Questo consente anche di godere di tutto il patrimonio territoriale ed enogastronomico del Friuli, che cambia in base a ogni zona, basti pensare alle differenze profonde che ci possono essere fra la riviera e il Collio.
Lo studio vi dà anche un quadro di dove la Pedemontana raccoglie più successo…
Oltre il 50 per cento dei cicloturisti viene dalla zona tedesca, questo significa che vengono proprio per gustare i nostri prodotti, tanto è vero che più del 60 per cento fa anche la spesa fra vino, prodotti gastronomici e quant’altro. Per questo dallo scorso anno ci siamo impegnati anche ad affiancare alla rete percorsi tematici, per ampliare sempre più l’offerta, ad esempio il passaggio per borghi antichi oppure le cantine tanto è vero che ad esse si stanno legando anche molti agriturismi, consentendoci di poter proporre escursioni ad hoc. C’è poi da considerare sempre l’aspetto dell’intermodalità, vero punto di forza della nostra rete, davvero essenziale considerando come in certi periodi ci sia una tale richiesta che mette in crisi il numero di posti letto disponibili.
Pedemontana a parte, ora come vi state muovendo per il nuovo anno?
Stiamo lavorando sulla Ciclovia del Mare Adriatico, la FVG 2 con nuove migliorie per renderla più scorrevole essendo un collegamento fondamentale fra Trieste e Venezia. D’altro canto sta cambiando anche l’identikit del nostro cliente, soprattutto con la diffusione a macchia d’olio delle e-bike. Vorrei però allargare il discorso legato allo studio statistico…
Prego…
Io credo che di studi simili ce ne sarebbe bisogno un po’ per tutta Italia, per tutte le ciclovie che riempiono e caratterizzano il nostro Paese. Per capire che tipologia di utente c’è, adeguando così le scelte logistiche. Per capire dove investire, per organizzare il mercato cicloturistico avendo un’offerta più mirata anche attraverso i tour operator. Noi ad esempio abbiamo notato che ormai i cicloturisti vogliono qualità e comodità, tanto è vero che chiedono per la maggior parte strutture a 3 o ancor più a 4 stelle. Il mercato si evolve, noi dobbiamo essere al passo.