| 17 Giugno 2024

Un Oscar punto di partenza: la Pedemontana continua a crescere

Ci sono tante ragioni che hanno portato alla vittoria dell’Oscar del Cicloturismo da parte del Friuli. Non il primo per la regione che aveva conquistato il successo con la Ciclovia Alpe Adria. E questo è un titolo di merito enorme non solo per il tracciato in sé, ma per tutta la regione. Anzi, sarebbe meglio dire per tutta la rete che il Friuli ha saputo mettere in piedi.

Proprio da questo punto parte la disamina con Enzo Sima, referente di Promo Turismo Fvg: «Pur avendo le sue radici che risalgono al 2007, la promozione del percorso è abbastanza recente, dal 2022. Proprio i collegamenti con altri percorsi rappresentano un “plus” importante per il tracciato e per chi lo percorre. La ciclovia parte da Sacile, alle porte del Veneto per concludersi a Gorizia, vicino al confine con la Slovenia. Nel suo percorso permette di collegarsi con la stessa Ciclovia Alpe Adria ma anche, scendendo da Sacile verso Vittorio Veneto, con la ciclovia europea Monaco-Venezia, costeggiando semplicemente il fiume Meschio».

Sacile, borgo immerso nell’acqua, punto di partenza della Pedemontana (foto Ciol)
Sacile, borgo immerso nell’acqua, punto di partenza della Pedemontana (foto Ciol)

Percorso accessibile a tutti

Il percorso della ciclovia è lungo 180 chilometri e si sviluppa su piste ciclabili e viabilità secondaria, incontrando molto raramente il traffico seppur sempre a bassa percorrenza. Il fondo è quasi completamente in asfalto e in piano, con pendenze appena accennate. Il che la rende affrontabile da chiunque, soprattutto se si scelgono piccole porzioni per godersi tutta la bellezza di ogni singola parte.

«La bellezza di questo tracciato, ed è una delle ragioni del suo successo, è data dal fatto che cambia continuamente il contorno – riprende Sima – si passa dal biancore dei Magredi al verde dei boschi e dei prati, dal blu delle acque di fiumi e laghi a piccoli borghi dove l’accoglienza è d’obbligo.

Un viaggio dalle mille attrattive

«Provando a scendere nei particolari, si parte da Sacile, il “Giardino della Serenissima” per le architetture veneziane e quel che offre il fiume Livenza con le sue cascate e i suoi mulini. C’è poi Maniago con i suoi coltellinai, dove c’è anche un museo dell’arte fabbrile e delle coltellerie che va assolutamente visitato. Gemona del Friuli, borgo medioevale dove sembra di immergersi nel passato con una vista mozzafiato sul Tagliamento dal suo castello. Si arriva a Gorizia, Capitale della Cultura Europea nel 2025 insieme al suo corrispettivo sloveno Nova Gorica e il fascino mitteleuropeo è qualcosa che ti avvolge».

Ma non è tutto perché lungo il tracciato sono tanti i borghi da visitare, magari per qualche bottega artigiana che offre l’inaspettato. Oppure per l’aspetto enogastronomico: «Questa è una vera e propria ciclovia “gourmand” perché presenta molti presidi Slow Food, praticamente presenti ad ogni centro abitato e ognuno che si caratterizza per la sua offerta. Senza dimenticare la parte vitivinicola considerando che si pedala nel territorio dei vini delle zone DOC Friuli—Grave, Colli Orientali del Friuli, Friuli-Isonzo e Collio».

A Corno di Rosazzo il percorso della Pedemontana è completamente immerso nel verde (foto Solerti)
A Corno di Rosazzo il percorso della Pedemontana è completamente immerso nel verde (foto Solerti)

L’importanza dell’intermodalità

Proprio la parte riservata allo Slow Food rappresenta un richiamo irresistibile: «Noi confidiamo che l’Oscar, com’era avvenuto per la Ciclovia Alpe Adria, dia un nuovo impulso al turismo, ma già ora la sua frequentazione è altissima. Soprattutto da Gemona in giù, dove si possono trovare ben 8 presidi dedicati alla gastronomia di qualità».

Accennavamo all’inizio delle ragioni che hanno favorito la vittoria friulana e, come sottolineato dagli stessi organizzatori, una primaria è stata la sua intermodalità: «La rete di trasporti intermodali è indicata sul sito del turismo FVG e nella mappa “In bicicletta sulla ciclovia Pedemontana” da noi edita insieme alla Casa Editrice Tabacco e in vendita nei nostri infopoint a 2 euro.

Ci sono numerosi punti dove collegarsi con la rete ferroviaria, ma anche due stazioni di bus attive nei mesi estivi, uno tra Maniago e Gemona del Friuli con fermate anche a Pinzano del Friuli, Osoppo, San Daniele del Friuli e Gemona del Friuli e l’altro tra Gorizia-Cormons-Grado. Questo è un valore in più che la giuria so aver decisamente apprezzato. Un esempio: il tratto da Sacile a Gemona si snoda in parallelo con una delle 18 ferrovie turistiche d’Italia, in questo modo si può salire su un treno che ti porta direttamente dentro la storia».

Gemona ha mantenuto le sue peculiarità medievali nonostante il terribile terremoto del 1976 (foto Brollo)
Gemona ha mantenuto le sue peculiarità medievali nonostante il terribile terremoto del 1976 (foto Brollo)

Ma non finisce qui…

Il lavoro friulano, pur essendo stato premiato già due volte, è ben lungi dall’essere concluso: «Noi abbiamo un piano di mobilità che prevede una rete di 9 ciclovie delle quali 5 sono già pressoché completamente percorribili. La Regione sta investendo molte risorse su questa rete propri perché ha diramazioni che vanno a toccare altri percorsi e che quindi collegano il Friuli un po’ con tutto il centro-est europeo. Siamo strafelici per il successo, ma il lavoro da fare è ancora tanto».

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