I 50 anni non sono un ostacolo per chi vuole allenarsi in modo specifico e fare tabelle, per pura soddisfazione personale, oppure per conseguire degli obiettivi.
Abbiamo chiesto di approfondire il discorso a Michele Bartoli, 54 anni, campione di tante vittorie importanti e ora preparatore di atleti professionisti, come ad esempio Antonio Tiberi: miglior giovane dell’ultimo Giro d’Italia. Pur avendo smesso da 20 anni (si ritirò infatti nel 2004), Bartoli continua ad allenarsi provando su di sé le metodologie che propone ai suoi atleti.
E’ redditizio allenarsi in modo specifico e fare tabelle a 50 anni?
Dipende sempre da cosa si vuole fare, quali obiettivi si hanno e ovviamente da come si interpreta lo sport, il ciclismo. Ovviamente è possibile se l’interpretazione è quella di ricercare una performance, un obiettivo o semplicemente confrontarsi con se stessi.
C’è una sorta di base da tenere in considerazione quando si arriva al mezzo secolo?
Le variabili da considerare sono diverse, non fosse altro per le soggettività che entrano in gioco. Diciamo che bisogna dare molto più importanza alla forza, rispetto a quando si era giovani. Ipotizzando un programma che prevede 5 sedute a settimana, 2 dovrebbero essere centrate sullo stimolo della forza. Non deve passare in secondo piano l’interval training. Stimoli sempre nuovi e diversi. Se consideriamo un programma specifico, l’approccio all’allenamento è il medesimo di un professionista.
Forza e variazioni di ritmo?
Esatto, quello che si tende a perdere con l’avanzare dell’età. A 50 anni è difficile perdere la resistenza, presupponendo l’aver fatto ciclismo o aver pedalato da giovani, non per forza aver fatto il professionista, ma si tende a diminuire la forza disponibile, oltre ad alcuni valori massimali. Ecco che usare le uscite e fare delle variazioni può tornare utile, parecchio utile. L’obiettivo è non perdere la brillantezza in modo eccessivo.
Parlando sempre di forza, è meglio farla in bici oppure a secco a in palestra?
La soluzione perfetta sarebbe combinare le due cose, uno più uno. Una giornata in bici stimolando la forza, più una seconda seduta con i pesi.
E’ possibile quantificare quanto si perde a 50 anni?
E’ complicato. Una flessione è inevitabile, ma è pur vero che se l’allenamento è una costante ormai da anni, si pedala quasi tutti i giorni e ci si riposa al tempo stesso, la perdita di valori è molto contenuta. Credo inoltre che raggiunta una certa età la bicicletta debba essere prima di tutto un piacere. Si può trovare stimolo nei numeri, nei dati, nelle analisi, tutte cose che diventano benzina buona anche per la testa. Ma è fondamentale cucirsi addosso gli allenamenti ed adeguare il training con il cambiamento del nostro fisico. Bisogna adattare i parametri.
I test di valutazione quando è consigliabile farli?
Il test di valutazione fondamentale è quello che andrebbe eseguito al debutto della preparazione. Serve per costruire tutto quello che verrà nel corso della stagione, con gli obiettivi o il semplice fatto di seguire un programma personalizzato. In realtà l’uscita specifica quotidiana rappresenta un test e un preparatore che legge i dati in modo oculato è in grado di capire l’andamento de training e le risposte dell’atleta.
Quante uscite a settimana? Esiste il numero perfetto?
Per chi ha tempo e la possibilità, ragioniamo su 5 uscite a settimana. Se fatte nel modo corretto si ottiene il 100%. Due giorni di riposo anche assoluto. Il recupero di un cinquantenne è differente da uno di 25/30 anni. I due giorni di recupero totale fanno bene, benissimo e aiutano a smaltire quelle scorie che rimarrebbero nei muscoli.
Tanti strumenti oggi a disposizione di tutti. Di cosa non si deve fare a meno?
Del cardiofrequenzimetro o della fascia cardio interfacciata con il computerino. Raggiunti i 50 il cardio è il primo strumento da considerare, ma la differenza vera e propria nella specificità dell’allenamento la si fa mettendo insieme tutti i dispositivi. Power meter, frequenza cardiaca, eccetera.
Chilometraggio e performance, esiste la quantità di chilometri ottimale in una stagione?
Ore, dislivello e molto altro: troppo complicato per essere precisi. Posso dire comunque un numero stimabile tra i 15.000 e 18.000 chilometri. Un ciclista di 50 anni, con un chilometraggio del genere nelle gambe, fatto nel modo corretto, può andare davvero forte.