| 18 Giugno 2025

Puliamo il mondo. L’impegno globale di Plastic Free Ride

Nel ripensare a quei numeri che fanno bella mostra sulla pagina del sito, Raffaele Fanini ha ben ragione di inorgoglirsi. Grazie alla sua organizzazione Plastic Free Ride sono stati ripuliti 10.250 chilometri di strade, è più della distanza fra l’Equatore e il Polo Nord. Raccolte 9.850 bottiglie, ma c’è un terzo numero che spicca forse anche più degli altri: 1. Il numero del Pianeta Terra, perché una sola ne abbiamo e dovremmo curarla e proteggerla. Dovremmo…

I partecipanti all’ultima edizione del Garbage Ride allestito con Bergamont nel quadro del BAM!
I partecipanti all’ultima edizione del Garbage Ride allestito con Bergamont nel quadro del BAM!

Due ragazzi sostenitori di un sogno

Raffaele, insieme a Sara Mazzarella è titolare dell’organizzazione attiva sin dal 2019 e che nel corso degli anni è diventata sempre più popolare nel mondo delle due ruote. La Garbage Ride è ormai un evento a sé stante, abbinato all’impegno di Bergamont e il supporto del brand è fondamentale per dare aggio risalto alle loro iniziative, come si è visto dal successo delle passate edizioni (ultima a giugno al BAM!) ma non è il solo.

La storia dell’idea nasce molto casualmente nel 2019, come racconta lo stesso Fanini: «Io ero un appassionato viaggiatore in bici. Caricavo il mio zaino sulle spalle e partivo, senza paura delle distanze, del tempo, arrivando certe volte in condizioni davvero pietose… Già allora però avevo un forte interesse per l’attivismo ambientale, partecipavo alle giornate ecologiche, insomma mi davo da fare. Un giorno, in partenza verso l’ennesimo viaggio in bici verso Rimini, ho avuto l’idea: perché non unire le mie due passioni? Si poteva benissimo pedalare diventando una sorta di occhi sul mondo, raccogliendo quel che si trovava. Da lì è iniziato tutto».

La raccolta di rifiuti in bici ha portato grandi risultati, ma anche la consapevolezza della diffusa cattiva educazione
La raccolta di rifiuti in bici ha portato grandi risultati, ma anche la consapevolezza della diffusa cattiva educazione

Rudy Project, la prima a collaborare

Fanini ha trovato presto una valida spalla per il suo progetto in Sara Mazzarella, animata dai suoi stessi propositi: «Abbiamo iniziato ad abbinare i nostri interessi suscitando la curiosità della gente. Basta anche un chilometro con pinze e carrello, raccogliendo ogni sorta di rifiuti per dare il nostro contributo al mondo che ci circonda. Le persone ci guardavano, ci chiedevano, si sono fatte coinvolgere. Abbiamo così capito che potevamo fare di quest’idea qualcosa di grosso, un’idea da esportare, un movimento da creare».

Bergamont è uno dei brand che ha creduto fortemente nel messaggio che Plastic Free Ride poteva trasmettere: «Ma anche altri brand ci sostengono. Devo anzi dire che la palma di primo ad affiancarsi a noi, precedendo Bergamont solo di pochissime settimane è stato Rudy Project che ci ha fornito gli occhiali per affrontare i nostri viaggi diventando un partner affidabile. Poi nel tempo tante aziende si sono affiancate, vincendo il generale scetticismo. Ci siamo così avvicinati al loro mondo scoprendo che molte stanno facendo qualcosa di concreto sull’ambiente, ma che molto di più si potrebbe fare: il problema è che tutelare l’ambiente ha un costo. Cambiare la propria filiera in maniera più sostenibile, scegliere materiali meno inquinanti, non fa che accrescere le spese e non è facile accettare questa scelta per chi deve guardare al bilancio».

Raffaele e Sara hanno fatto scuola, si moltiplicano le associazioni dedite alla pulizia delle strade
Raffaele e Sara hanno fatto scuola, si moltiplicano le associazioni dedite alla pulizia delle strade

Gettare rifiuti, pratica purtroppo abituale

Nel corso di questi sei anni qual è stata la risposta della gente? «E’ difficile dare una risposta netta. Inizialmente ero convinto che la pratica di gettare qualcosa dai finestrini delle auto fosse una moda anni Ottanta. Girando per ripulire, però, ci siamo accorti che i rifiuti sono attuali, significa che le brutte abitudini non sono cambiate. Io spero sempre che tutto ciò possa cessare, che la sensibilità delle persone aumenti. Iniziative come la Garbage Ride servono proprio come vetrina per sensibilizzare la gente sul nostro messaggio e devo dire che servono, sono coinvolgenti, creano anche nuove amicizie, spingono molti ad accostarsi al nostro progetto e farlo proprio».

Un’idea del genere potrebbe anche diventare qualcosa di più, avere uno sbocco professionale? «Io credo che sarebbe sbagliato, perderebbe molto del suo fascino. Io ho un lavoro redditizio come grafico web a Riva del Garda, quest’attività deve rimanere a livello di passione, di sfogo sociale. Noi partecipiamo gratis alle iniziative, al massimo abbiamo un piccolo rimborso spese quando ci sono da sostenere grandi viaggi. Per il resto abbiamo il sostegno degli sponsor che ci aiutano per il reperimento del materiale e lo smaltimento dei rifiuti, insomma per sostenere quelle spese. Ma pensare di avere un guadagno spoetizzerebbe il tutto e renderebbe il suo messaggio inefficace».

Plastic Free Ride allarga sempre più i suoi orizzonti: qui uno degli eventi in Puglia
Plastic Free Ride allarga sempre più i suoi orizzonti: qui uno degli eventi in Puglia

Difesa dell’ambiente, concetto sottovalutato

Un messaggio che si sta diffondendo? «Devo dire di sì, perché vediamo tante altre associazioni che fanno iniziative simili e la cosa non può che farci piacere. Le persone coinvolte aumentano ogni anno, il successo di iniziative come la Garbage Ride è crescente. Tanti hanno visto come funziona e si sentono coinvolti, sia perché si divertono a pedalare raccogliendo materiale, sia perché condividono il nostro impegno e questo, nei tempi difficili che stiamo vivendo, ci dà speranza».

Proprio a questo proposito Fanini sente che questi progressi nel microcosmo non trovano un riscontro al massimo livello. E’ innegabile, nel mondo spira un vento diverso e un attivista dell’ambiente come lui lo avverte fortemente: «Il tema ambientale è sempre rinviato a livello politico, si pensa che non sia un’emergenza, che sia quasi un fastidio. Guardate quel che è successo in Cadore, un disastro che a livello mediatico è passato quasi sotto silenzio. E’ frutto dei cambiamenti climatici, ma ormai non si può quasi più dirlo. Ma la Terra ci sta presentando il conto e non ci si rende conto che il tempo è già scaduto.

La partenza di una delle speciali pedalate del Garbage Ride nella zona del Lago di Garda
La partenza di una delle speciali pedalate del Garbage Ride nella zona del Lago di Garda

La speranza, nonostante tutto…

«La cosa che mi dispiace di più è che vento che spirava fra i giovani, quell’attivismo figlio delle iniziative di Greta Thunberg e Fridays fot Future si sta spegnendo. Io cerco di essere ottimista, spero che alla fine qualche legge venga fatta, che ci si renda conto della realtà. Ma l’unica cosa che posso fare è continuare nel mio, con le nostre iniziative. E per quelle l’entusiasmo non verrà mai meno…».

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