La pausa pranzo non è un lusso, ma un momento fondamentale per la salute, il benessere e anche per la produttività sul lavoro. Con un’ora a disposizione, la pausa può essere davvero rigenerante. E’ questo il tempo ideale per consumare un pasto completo e vario, lontano dalla scrivania o dalla postazione di lavoro. Permette di rilassarsi, lasciando il telefono da parte e facendo una pausa mentale dal lavoro. E talvolta avanza tempo anche per una breve passeggiata, utile per sgranchirsi dopo ore seduti. Oppure un sonnellino rapido di 20‑25 minuti, che migliora la concentrazione e riduce lo stress.
Tuttavia, pochi hanno a disposizione un’ora completa per la pausa pranzo. Cosa succede dunque quando il tempo stringe? E come possiamo adattare le nostre abitudini per non arrivare scarichi al pomeriggio? In base al tempo a disposizione, ecco qualche consiglio pratico.

Hai solo 20 minuti?
Se la pausa è davvero breve, il consiglio principale è rinforzare la colazione, rendendola più nutriente e completa, e poi puntare su snack intelligenti e salutari durante la mattinata e il pomeriggio. Tra gli alimenti da preferire la frutta fresca e secca, lo yogurt, il cioccolato fondente o un piccolo panino per i più affamati.
Chi deve contare veramente il tempo, spesso lavora su turni da 6-7 ore, quindi potrà posticipare il pasto vero e proprio alle 14,30 o anche dopo. Ricordate che è meglio aspettare di avere tempo sufficiente per masticare e digerire con calma.
Hai 30 minuti?
In mezz’ora si può costruire una pausa soddisfacente, ma serve organizzazione. Si inizia sempre con una buona colazione, poi a pranzo, meglio puntare su un piatto unico e leggero, ben bilanciato e facile da digerire, ma soprattutto pronto.
In 30 minuti è meglio non allontanarsi per consumare il pranzo a casa o al ristorante. Se non è disponibile il servizio mensa, la soluzione migliore sono primi piatti da consumare caldi o freddi, arricchiti dalla verdura e da una piccola fonte proteica. Infine se dovete consumare un pasto molto abbondante per saziarvi, considerate di inserire delle verdure cotte o in forma di crema, per evitare tempi lunghi di masticazione.
Due ore? Ottime per allenarsi (ma con metodo)
Chi ha due ore, magari per un turno spezzato, può pensare di allenarsi. Un’ottima idea, ma l’importante è rispettare la pausa pranzo. Abbiamo visto che trenta minuti solo il limite minimo per rigenerare sufficientemente corpo e mente, quindi meglio fare una pedalata di un’ora solamente.
Per avere energia e non partire a stomaco completamente vuoto, puntate su una mini pausa a metà mattinata. Una barretta, una fetta di pane con marmellata o un frutto sono necessari.
Infine non bisogna trascurare il pasto dopo l’allenamento. Se per qualsiasi motivo, non si ha tempo o modo di sedersi per un pasto vero, meglio valutare soluzioni pratiche come un frullato con proteine, oppure uno yogurt con avena e frutta secca. In questi casi, è importante equilibrare colazione e cena in modo da coprire i fabbisogni giornalieri.
Non è un capriccio
La pausa pranzo non è un capriccio, ma un diritto alla salute e un elemento chiave per la produttività e la concentrazione nel resto della giornata. Ognuno dovrebbe poterla rispettare, anche con la collaborazione dei colleghi o chiedendo al proprio datore di lavoro di allungare la pausa di 10 minuti e raggiungere così almeno i 30 minuti completi.
Mangiare bene e con calma non serve solo a nutrire il corpo, ma anche a dare respiro alla mente. Un piccolo investimento quotidiano che fa grande differenza sul lungo periodo.