| 28 Agosto 2025

Terre Mutate: 245 chilometri di bellezza e vera resistenza

USSITA – Terre Mutate. Basterebbero queste due parole e la voglia di farsele girare in bocca per capire che parlare del Cammino nelle Terre Mutate sia un’esperienza diversa. Non è la rotta di Santiago e neppure quella di San Pietro. E’ una delle vie attraverso cui leggeremo la vita che (a fatica) rinasce nel cratere dei più recenti terremoti del Centro Italia. Lo scenario di fondo è pressoché intatto, l’opera dell’uomo è stata spazzata via. Oggi, dopo quasi dieci anni, sono iniziati i cantieri e i paesi stanno tornando ad avere una forma. Una forma inevitabilmente diversa, che racconterà al viandante la forza e la volontà di chi è rimasto.

«Il Cammino nelle Terre Mutate – si legge nella prefazione alla guida – può essere definito, senza timore di eccedere, il primo itinerario escursionistico solidale d’Italia. Un viaggio da Fabriano all’Aquila lungo il sistema di faglie che dal 1997 ad oggi ha sconvolto e “mutato” l’Appennino Centrale, all’interno di due tra i più importanti parchi nazionali italiani. Il Parco nazionale dei Monti Sibillini e il Parco nazionale del Gran Sasso e dei Monti della Laga. Territori che hanno conosciuto la violenza dei terremoti e la tragedia umana, seguite dalla fatica delle ricostruzione».

bici.STYLE nelle Terre Mutate

Siamo nel cuore del Parco dei Monti Sibillini per la prima tappa del nostro viaggio nei Cammini che solcano il cratere del sisma del 2016, recentemente valorizzati perché diventino l’accesso turistico (rispettoso e sostenibile) a luoghi che hanno bisogno di tornare a splendere.

Lo faremo prima con Patrizia Vita, referente del Cammino: una di quelli che sono rimasti. Poi ne parleremo in un articolo successivo con Francesco Senatore, che il Cammino l’ha tracciato per chi vuole percorrerlo in bicicletta.

Patrizia la incontriamo al Valico delle Arette, balconata sui Sibillini, in un giorno terso d’estate. Giovanni Visconti e la sua bicicletta si sono arrampicati sulla carrareccia di pietre e prato, con le mosche che gli fanno un’allegra (si fa per dire) compagnia. Noi lo abbiamo seguito nell’auto che ronfa in silenzio.

La strada che ci ha portato sin qui ha attraversato prima Visso e poi Ussita, in una teoria di gru, impalcature e cantieri. In alto invece ci sono soltanto pascoli, il cielo e capi di bestiame. Manca l’acqua, perché le tubature non sono state ripristinate e tocca agli allevatori ogni giorno portare da bere alle vacche.

Nel 2019 nasce la Guida

Patrizia parla con passione e sano realismo. La sua storia personale, la casa inagibile e i sogni di una vita cancellati in un colpo fanno capire che gli slanci vanno bene, ma c’è bisogno soprattutto di trasparenza e correttezza

«Il Cammino nelle Terre Mutate – spiega – nasce da un’idea di tre realtà di terzo settore, che sono Movimento Tellurico, FederTrek e APE Roma, subito dopo l’emergenza del sisma del Centro Italia del 2016. Vennero fatte due lunghe marce. La prima nell’estate del 2017 e la seconda l’anno successivo, per offrire un po’ di sostegno a coloro che erano rimasti in questi territori. Dopo la seconda marcia, uscì l’idea di mappare questo percorso che nel 2019 diventò una guida, edita da Terre di Mezzo.

«Per questo nome dobbiamo ringraziare l’Associazione Donne delle Terre Mutate dell’Aquila, che ci ha concesso la possibilità di utilizzarlo. All’inizio erano terre mutate dal terremoto, attualmente sono mutate dai cantieri. E quindi noi dobbiamo monitorare costantemente il Cammino, perché a volte i percorsi sono interrotti e vanno cambiati».

Sentinelle della ricostruzione

Tra gli obiettivi c’è quello di avere e dare un’idea concreta dello stato dell’arte. Chi scrive era stato qui a marzo con la Tirreno-Adriatico, gara di ciclisti professionisti con l’arrivo a Frontignano, e nulla lasciava presagire una ricostruzione così potente.

«Gli obiettivi di questo Cammino – prosegue Patrizia – sono molteplici. Il primo è quello di sostenere i territori, quindi le strutture ricettive rimaste ancora in piedi, per creare delle economie in territori che erano veramente disastrati. Solo adesso, dopo quasi 10 anni, si vede una vera fase di ricostruzione. Il secondo è fare economia sui territori con diverse micro attività che fino ad ora non c’erano state. Il trasporto di persone e il trasporto bagagli, ad esempio, il noleggio delle biciclette. Il Cammino infatti si fa a piedi, in bicicletta e anche in asino. I camminatori e i biker sono i nostri altoparlanti. Attraversano queste zone e si rendono conto con i loro occhi di quale sia la vera situazione e quindi fanno un’azione di monitoraggio».

Un turismo rispettoso

Si pedala (e si cammina) in silenzio. Il bar, giù a Ussita, è in una struttura prefabbricata e anche se non conosci nessuno, bastano dieci minuti per avviare il dialogo.

«Fortunatamente il Cammino – spiega – ha portato in questi territori una modalità differente di fare turismo. Eravamo abituati al turismo delle seconde case oppure ai grandi numeri modi e fuggi dello sci invernale. Invece all’improvviso ti trovi un camminatore o un ciclista che ha un approccio completamente diverso. Hanno bisogno di conoscere le storie del paese. Sono lì e fanno delle domande, anche in modo molto discreto e poco invadente, una cosa che raccomandiamo sempre. Diamo tutte le informazioni possibili andando con delicatezza, perché non tutti hanno storie uguali. Il classico turismo lento. Arrivano, si fanno una birra e intanto chiacchierano con la gente del paese o il referente di tappa, che magari può aiutare a trovare un posto per dormire».

La vita che torna

Bisogna sapere dove si pedala o dove si cammina. La montagna è splendida, ma le storie e i lamenti che in certe notti vengono trasportati dal vento esigono un rispetto superiore. Documentarsi prima di partire è il modo migliore per uscirne arricchiti.

«La situazione post sisma – spiega Patrizia – ha creato delle problematiche non da poco. Siamo entrati nelle soluzioni abitative d’emergenza dopo un anno e mezzo, quindi chi aveva dei figli che andavano a scuola oppure un lavoro si è dovuto organizzare. Alcuni hanno scelto di rimanere sulla costa o in situazioni differenti. Alcune seconde case sono state ricostruite, anche alcuni palazzi. Qualcuno sta tornando, ma lo fa a condizione che sia possibile avviare una forma di economia. Il terremoto ha accelerato lo spopolamento delle aree più interne e non è certo il Cammino che può risolvere questo problema. Non abbiamo gli strumenti per farlo da soli, però qualcosa si muove. Sarà un processo ancora lungo».

Partigiani delle Terre Mutate

Resistere. Combattere. Ricostruire. Sperare. Lottare. Avrete letto durante l’articolo queste parole o frasi che ne abbiano dato il senso. Il Cammino nelle Terre Mutate non è un allegro girovagare, ma muoversi nella bellezza con la voglia di toccare con mano una dimensione che nelle nostre case lontane si fa fatica a cogliere. Se di un problema non parla più il telegiornale, allora vuol dire che è stato risolto, giusto?

«Per questo – sorride Patrizia – chi viene a sperimentare il Cammino non è un pellegrino. La spiritualità la trovi anche qui, ma è completamente diversa. Sentiamo i feedback di coloro che lo percorrono e quel che vedono l’anima gliela sconvolge a prescindere. Magari non si aspettano determinate cose. E’ un nome scelto in modo un po’ provocatorio. Per questo chi percorre il Cammino per almeno otto giorni e otto notti, anche in modo non continuativo, si guadagna la qualifica di Partigiano delle Terre Mutate».

Il Cammino nelle Terre Mutate parte da Fabriano e arriva a L’Aquila. Passa per Camerino, Fiastra, Ussita, Campi, Norcia, Castelluccio, Arquata, Accumoli, Amatrice, Campotosto, Mascioni e Collebrincioni. Misura 245,6 chilometri, divisi in 14 tappe, in cui ricevere il timbro sulla credenziale. Il sito internet e la guida (Il Cammino nelle Terre Mutate, editrice Terre di Mezzo) sono ricchi di indicazioni su storia, contesto, dove dormire e a chi rivolgersi. Conoscendo i luoghi e le persone – perché anche noi siamo nati da queste parti – vi invitiamo a studiare prima di partire. E’ il modo migliore per trarne un’esperienza che vi renderà più ricchi. E vi farà venire la voglia di tornarci.

Cammino nelle Terre Mutate

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