| 5 Dicembre 2024

Panettone o pandoro, tra convivialità e tradizione

Panettone o pandoro? La battaglia tra gli amanti dei canditi e gli adoratori della semplicità burrosa si rinnova ogni anno. Tra chi difende l’artigianalità e la complessità del panettone e chi non può resistere alla morbidezza zuccherina del pandoro. Senza troppi timori per la dieta, la verità è che sotto l’albero c’è posto per entrambi, perché a Natale più che scegliere, conta condividere.

Questi dolci, che non brillano certo per leggerezza, sono simboli di convivialità con radici storiche e opera di artigianalità, con l’arte della lievitazione. 

Le due storie

Il panettone affonda le radici tra il medioevo e il rinascimento. Prima era un lusso riservato ai banchetti nobiliari. In seguito, grazie alle corporazioni milanesi, l’uso della farina di frumento per preparare il pane zuccherato arricchito con miele, uvetta e scorza d’arancia, fu consentito a tutti per il solo giorno di Natale. La sua consacrazione definitiva si deve però ai forni lombardi, con marchi come Motta che, nel Novecento, lo industrializzarono mantenendo il carattere artigianale.

Dall’altra parte, il pandoro nasce a Verona come evoluzione dei dolci lievitati di tradizione rinascimentale, perfezionati dai maestri pasticceri veneti. Un brand chiave legato alla sua diffusione è Melegatti, che brevettò la forma a stella del pandoro nel 1894.

Valori nutrizionali a confronto

Dal punto di vista nutrizionale, sia il panettone che il pandoro sono ricchi di zuccheri e di grassi: una fetta da 100 g contiene circa 380-400 kcal, con variazioni dovute a ingredienti specifici. Il panettone per la frutta candita, tende a essere leggermente meno grasso e a contenere più zuccheri, mentre il pandoro ha una consistenza più burrosa e un apporto di grassi spesso maggiore, compensato da un gusto più dolce e vanigliato.

Entrambi forniscono molta energia e grassi saturi, dunque il consumo va moderato. Tuttavia possono essere inseriti nella dieta con una certa frequenza, soprattutto per chi pratica sport e ha un dispendio calorico giornaliero molto alto.

Il panettone e il pandoro “classici” se inseriti in una dieta bilanciata, possono trovare spazio ad esempio a colazione o a merenda, in sostituzione di altri dolci, come la brioche al bar o i biscotti della merenda. Per uno sportivo, una fetta (circa 50-80 g) può essere accompagnata da una bevanda calda, senza eccedere in zuccheri aggiunti e con il giusto bilanciamento dei grassi durante la giornata. Se siete degli amanti di questi dolci, in alternativa potreste anche tagliare delle piccole fette e tostarle in forno finché non diventano croccanti. In questo modo sarà un po’ più facile digerirle e potrete portarle al lavoro per uno snack goloso da fare un’ora e mezza o due prima di iniziare l’allenamento a media-bassa intensità. 

Il panettone per la frutta candita, è leggermente meno grasso e contiene più zuccheri (depositphotos.com)
Il panettone per la frutta candita, è leggermente meno grasso e contiene più zuccheri (depositphotos.com)

Le ricette più elaborate

Negli ultimi anni, la creatività dei pasticceri ha dato vita a versioni sempre più golose. Dai panettoni farciti con creme al pistacchio, gianduia o zabaione, ai pandori ripieni di mascarpone e glassati con cioccolato bianco. La gamma di tentazioni si allarga di anno in anno e oramai sembra quasi riduttivo consumare le versioni classiche, già altamente energetiche.

Data la ricchezza delle versioni odierne, sarebbe meglio limitarle al pranzo di Natale o ad occasioni speciali: un momento da celebrare e non da ripetere quotidianamente. Se da un lato queste varianti rendono il dolce ancora più irresistibile, dall’altro aumentano sensibilmente l’apporto calorico. Una fetta non troppo grande di panettone farcito può facilmente superare le 450 kcal, trasformando il dolce natalizio in una bomba calorica da consumare con ancora maggiore moderazione.

Ricordiamo che secondo la piramide alimentare mediterranea, i dolci dovrebbero essere un piacere settimanale e non un’abitudine quotidiana. Dunque, se non vogliamo cambiare taglia di vestiti a gennaio, godiamoci queste delizie con la giusta consapevolezza.

Tra luci natalizie e sorrisi, portiamo a tavola anche questi due emblemi del Natale, senza timore ma con la giusta moderazione, per coccolare le papille gustative, ma tenendo presente che l’importante è condividere e non abbuffarsi.

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