Che Taranto sia una città che sta investendo tanto, non solo in termini economici ma anche di reputazione, sull’uso della bici è notorio. Il fatto che sia il primo capoluogo di provincia ad aderire al progetto Bike Hospitality è un aspetto molto importante, anche perché si tratta di un’iniziativa che non viene da Taranto né tantomeno dalla Puglia, ma che nasce nelle Marche e che da lì, proprio attraverso l’esempio tarantino, si spera che si propaghi per tutta Italia.
Che cos’è Bike Hospitality? A spiegarlo è Angelo Turitto, delegato provinciale della Fci di Taranto che si è mosso in prima persona credendo fortemente in questo progetto: «E’ un programma di promozione del ciclismo voluto dalla Federazione, nella convinzione che al di là dell’agonismo ci sia uno spazio ampio per la promozione e l’incentivazione dell’utilizzo della bici in ambito turistico. Il progetto è volto a promuovere il territorio per chi ama la bici, a qualsiasi età. In questo modo si dà un forte impulso al flusso turistico della città, con tutto quello che ciò comporta anche in termini economici».
Com’è arrivato un progetto nato nelle Marche fino a Taranto?
Nelle Marche è stato sperimentato, il proposito dei vertici nazionali è promuoverlo in tutto il territorio nazionale, noi siamo stati i primi a cogliere quest’opportunità. E’ un segno importante, perché l’esperimento è stato fatto in piccoli Comuni. Qui siamo in una città importante, vasta, con una ciclabilità che ha un notevole peso specifico. Le autorità cittadine, nella persona del vicesindaco Gianni Azzaro, hanno subito creduto nella validità dell’idea e si sono mosse in prima persona.
Nello specifico in che cosa consiste?
E’ una certificazione che promuove l’uso della bicicletta, la valutazione tecnica dei piani di ciclomobilità, le attività educative, la certificazione delle strutture ricettive come bike friendly, l’implementazione dell’offerta turistica attraverso percorsi enogastronomici, naturalistici, storico-culturali tutti rivolti ai cicloturisti. Molto è stato fatto e molto c’è da fare, proprio ora che la certificazione è stata ottenuta, ad esempio a proposito delle strutture logistiche.
La risposta della cittadinanza è stata positiva in termini di sensibilità?
Potrei anche dire oltre le aspettative. Abbiamo avuto un incontro con gli operatori turistici e tutte le associazioni di categoria hanno mostrato ampio interesse. La Federalberghi ad esempio ci ha chiesto di programmare una serie di riunioni per interventi strutturali. Noi abbiamo segnalato come hotel, B&B, agriturismo abbiamo tutte necessità diverse e quindi servono incontri specifici categoria per categoria. Devo poi sottolineare il grande interesse dell’Anci. Ci sono già comuni del territorio come Castellaneta, Ginosa, Crispiano, Carosino che vogliono aderire, è il segno che stiamo procedendo nella giusta direzione.
In occasione della conferenza stampa di presentazione del progetto Bike Hospitality, è stata presentata la maglia delle rappresentative di Federciclismo Puglia, prodotta dall’azienda campana D’Aniello Sportswear. Qual è il legame?
E’ molto forte. La maglia, realizzata dal designer Giuseppe Loverre, è l’immagine del progetto. Il fatto che al suo interno ci siano i loghi dell’Anci Puglia e della Regione, oltre a quelli di Pugliapromozione e dello stesso progetto Bike Hospitality, significa che l’adesione è massima. Tutta la Puglia è di fatto già coinvolta, tanto è vero che i sindaci di Brindisi, Ostuni, Foggia e tanti altri si sono detti molto interessati e pronti a seguire il nostro esempio. L’auspicio è che questa iniziativa possa davvero dilagare a macchia d’olio.
Questo è un ulteriore passo per Taranto per uscire da quell’immagine di città legata unicamente al rapporto con l’ex Ilva, con tutto quel che ne consegue, soprattutto dal punto di vista ambientalistico…
E’ un’altra città ormai, un’altra realtà. Taranto sta cambiando a grandissima velocità e basta venire per avere un’immagine completamente diversa. E’ importante che questo cambiamento abbia un riscontro anche a livello turistico, perché è da qui che si passa perché il cambiamento sia anche culturale, di percezione della città stessa. Noi, per quanto ci compete, abbiamo in cantiere una serie di iniziative ciclistiche fortemente legate al territorio, anche e soprattutto a livello agonistico proprio perché siano un importante veicolo di promozione.
Perché la bicicletta?
La bikeconomy e il cicloturismo sono settori che possono dare un enorme beneficio al territorio, a quegli Enti locali che ci credono e sono pronti a lavorare per il progetto, dando un forte impulso economico, creando nuovi posti di lavoro, promuovendo un modo di vivere più sano e rispettoso dell’ambiente. E’ un passo concreto, noi vogliamo essere solo i primi di una lunga catena.