Per il secondo anno consecutivo Soverzene, un piccolo paese in Provincia di Belluno, ha ottenuto la Bandiera di Comune Ciclabile di FIAB con un punteggio di 4 “bike smile” su 5.
Il punteggio viene assegnato sulla base dei risultati ottenuti in undici aree di valutazione in quattro ambiti tematici: cicloturismo, mobilità urbana, governance, comunicazione e promozione. Un bel risultato per una realtà di meno di 400 abitanti che però vanta una pista ciclabile, la Soverzene-Soccher, tanto scenografica quanto strategica per il cicloturismo sulla direttrice Monaco-Venezia nel suo attraversamento del Cadore.
Ne abbiamo parlato con il Sindaco Gianni Burigo, socio FIAB e nel direttivo del Consorzio Bim Piave con delega alla ciclabilità.
Sindaco, 4 smile su 5 sono una bella soddisfazione.
Sì, in queste cose noi crediamo molto, la qualità della vita è un punto fondamentale. Bisogna capire che la ciclabile è una viabilità a tutti gli effetti e non solo un passatempo, ora stiamo lavorando con la Provincia per avere qualcuno che si occupi della manutenzione. Qui a Soverzene è forse più facile che altrove perché siamo piccoli, i chilometri da gestire non sono troppi e possiamo contare sull’aiuto della popolazione. Tenga conto che su 365 abitanti abbiamo 40 volontari.
Ci racconta com’è nata la ciclovia Soverzene-Soccher a sbalzo sul Piave, davvero scenografica, oltre che utile?
Non è stato semplice. La ciclabile è nata dalla nostra volontà di garantire un passaggio sicuro ai cicloturisti della tratta Monaco-Venezia, sempre più numerosi negli anni. Ci siamo appoggiati a delle infrastrutture già presenti per la vicina centrale dell’Enel, per esempio abbiamo allargato delle gallerie che servivano per i dipendenti in modo che ci passassero le bici. E’ stata inaugurata nel 2018 alla presenza del Presidente della Provincia e delle autorità. Poi a fine ottobre di quell’anno è arrivata la tempesta Vaia e la piena del Piave ha portato via la strada.
E come avete fatto?
In tre mesi abbiamo sistemato i danni, da soli. Poi però nel 2019 un’altra piena ha di nuovo distrutto tutto.
Una delle difficoltà della viabilità in montagna, anche del punto di vista ciclabile.
Non avevamo pensato a delle piene così grandi. A quel punto abbiamo capito che le nostre forze non erano più sufficienti e quindi ci siamo attrezzati con i fondi post-Vaia. Con quelli, assieme al Comune di Ponte nelle Alpi (il Comune limitrofo dove termina la ciclabile, ndr) abbiamo costruito una massicciata che, speriamo, abbia messo definitivamente al sicuro l’infrastruttura.
Non è però l’unico tratto ciclabile nel vostro territorio.
Infatti. Con un finanziamento regionale abbiamo sistemato anche la ciclabile sul nostro lato nord, quello che va verso Longarone e poi verso il Cadore. Questo perché la strada normale è molto trafficata, specie negli orari di cambio turno delle aziende.
Le vostre iniziative non sono finite, giusto?
La ciclabile di cui abbiamo parlato finora è quella che porta verso Ponte nelle Alpi e da lì al Lago di Santa Croce e Venezia. Ma ora vogliamo fare un collegamento ciclabile che vada anche sulla destra Piave per raggiungere la Valbelluna, perché sappiamo che i tour operator stranieri mandano lì i propri clienti. Al momento si deve passare per la strada costruita sopra la diga della centrale, ma vogliamo renderla anche ciclabile. Abbiamo già trovato i fondi, un po’ noi e un po’ la Provincia. Speriamo di iniziare i lavori il prossimo anno.
Una curiosità. Passando abbiamo notato una tabella che conta i passaggi dei ciclisti. Sbaglio o è l’unica presente in Provincia?
Non sbaglia, è così. L’abbiamo installata l’anno scorso perché è uno strumento utilissimo per quantificare il peso del cicloturismo sul territorio. Ora con il Consorzio Bim Piave abbiamo un progetto che prevede di metterne altre 9 in tutta la Provincia.
La domanda sorge spontanea. Quanti passaggi ci sono stati quest’anno?
Nel 2023 da luglio in poi 35.000. Quest’anno invece siamo già a 50.000 e pensiamo di arrivare attorno ai 60.000 entro dicembre. Poi, sempre come Consorzio Bim Piave, vorremmo anche installare due totem informativi, uno a Feltre e uno a Belluno, per mostrare in diretta le ciclovie più frequentate. Il progetto finale è quello di capire quali sono i percorsi ciclabili preferiti dai turisti e lavorare di conseguenza. Perché è chiaro che il futuro del turismo passerà sempre più in sella ad una bicicletta.