| 7 Aprile 2024

Il cicloturismo in Italia cresce: la “foto” di Isnart e Legambiente

La quarta edizione del Rapporto “Viaggiare con la bici 2024”, realizzato da Isnart e Legambiente è stata presentata due giorni fa alla Fiera del Cicloturismo, in collaborazione con Bikenomist, organizzatore della medesima fiera che si chiude oggi a Bologna.

Ciò che salta subito agli occhi è che il cicloturismo nel nostro Paese ha fatto registrare, lo scorso anno, 56,8 milioni di presenze (il 6,7% di tutte le presenze turistiche in Italia), tornando così ai livelli pre-pandemia, anzi superando il dato del 2019 del 4% (54 milioni di presenze). Se però prima del Covid esso era un fenomeno emergente, ora è una voce consolidata nell’offerta turistica nazionale. Basti pensare che il fatturato del settore è stimato in 5,5 miliardi di euro facendo segnare un +19% sul 2019 e un +35% sul 2022. 

La Fiera del Cicloturismo, iniziata venerdì, si chiude oggi a Bologna (depositphotos.com)
La Fiera del Cicloturismo, iniziata venerdì, si chiude oggi a Bologna (depositphotos.com)

La capacità di spesa

Secondo la ricerca, il cicloturista spende in media 95 euro al giorno per l’acquisto di beni e servizi, un importo che per gli stranieri sale a 104,5 euro: cifre considerevoli, se pensiamo che la spesa media giornaliera del totale dei turisti in visita nel nostro Paese è pari a 59,6 euro. I dati dell’Osservatorio sull’Economia del Turismo delle Camere di Commercio restituiscono, poi, il profilo ben definito della domanda. Il cicloturista in Italia nell’estate 2023 è in prevalenza un Millennial (47%, +10% sul 2022), ovvero è nato tra il 1981 e il 1995, ha un livello di istruzione medio-alto e dichiara un reddito medio (52%) o addirittura medio-alto (24%), il che lo rende un target economicamente molto appetibile per i territori.

Nel nostro Paese egli viaggia in compagnia: del proprio partner (41%), della famiglia (26,7%) o degli amici (17%). E’ anche un turista “trasversale”, ovvero usa la bici come “collante” tra interessi e motivazioni turistiche variegate. Dalle visite al patrimonio artistico-monumentale (37%), all’immersione in quello naturalistico (36,4%), dalle esperienze enogastronomiche (24%) a quelle orientate al wellbeing in senso lato (8%).

All’inaugurazione della rassegna bolognese, da sinistra ecco Cassani, l’organizzatrice Pinzuti e l’assessore Santori
All’inaugurazione della rassegna bolognese, da sinistra ecco Cassani, l’organizzatrice Pinzuti e l’assessore Santori

Il tipo di bici

Per quanto riguarda la tipologia di bici scelta, quasi la metà degli intervistati (49%) ha optato per la Mtb/gravel, il 24% ha preferito la bici da corsa, il 15% la bici da città/passeggio ed il 12% ha optato per l’e-bike. Quest’ultima consente di ampliare la quota di domanda cicloturistica, avvicinando una fascia di utenza non necessariamente attiva a livello sportivo. Fin qui i numeri che caratterizzano il cicloturismo come uno dei segmenti a forte trend di crescita, nell’ambito del contesto più ampio del turismo attivo, in cui è sempre più espresso il desiderio di vivere momenti ed esperienze ad alto impatto emotivo.

Infrastrutture da curare

Tutto bene, dunque? Possiamo cullarci sugli allori? Non propriamente… Infatti, stando allo studio, un pedalatore su tre afferma di aver scelto una specifica ciclovia perché ben manutenuta. Questo dato ci ricorda l’importanza di una gestione organica della rete ciclabile: dalla corretta programmazione alla manutenzione. In parole semplici, come non basta fare una strada a quattro corsie per avere un’autostrada, così una ciclovia non può essere solo un tratto che congiunge due punti lasciato al suo destino.

Non solo. Il cicloturista è anche incline a lasciare recensioni online (lo fanno 6 su 10) nonché a dare e ricevere indicazioni su itinerari, anche “tecniche”, nelle community o nei social a cui è più legato, soprattutto TripAdvisor (42%), Facebook (33,2%) e Instagram (22%).

La cultura del turismo slow

Per questo Sebastiano Venneri, responsabile nazionale Legambiente Turismo, parla di una rivoluzione gentile ma disordinata: «Gentile – spiega – perché lenta, sostenibile e lontana dalle logiche di fruizione “mordi e fuggi”. Disordinata, perché molto resta da fare per costruire una “cultura del turismo slow”, a cominciare dal Codice della Strada, affinché nella revisione in discussione in Parlamento non pare vada nella direzione di una maggior tutela dell’utenza fragile». 

Infine va sottolineato come, oltre alle interviste a circa 30.000 turisti italiani nel 2023 e ad un campione costituito da 2.800 soggetti prettamente cicloturisti, sono stati svolti sovra-campionamenti regionali su 8 ciclovie italiane. Sono stati così raccolti i pareri di 2.600 turisti nel corso della scorsa estate. Le 8 ciclovie prese a modello sono: Eurovelo/VenTO, Ciclovia Garda-Venezia, Ciclovia della Regione Emilia-Romagna, Ciclovia Assisi-Spoleto, Ciclovia Costa dei Trabocchi, Ciclo-itinerario “La Via Silente”, Ciclovia Adriatica (Puglia), e Ciclovia dei Parchi (Calabria).

Qui il link al report “Viaggiare con la bici 2024”.

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