| 9 Aprile 2025

In Lucania sta nascendo un tesoro: la Ciclovia di Lagonegro

Di piste ciclabili nate da una vecchia ferrovia in disuso, l’Italia si sta popolando sempre di più. Alcune assumono un significato particolare perché diventano motivo di cambiamento. La Lagonegro-Rotonda è una di queste, perché sta profondamente influenzando anche lo sviluppo cicloturistico di una parte importante della Basilicata. Soprattutto considerando che parliamo di una struttura che si va completando passo passo.

Il tracciato lucano presenta molti scorci di grande interesse, soprattutto passando per i borghi
Il tracciato lucano presenta molti scorci di grande interesse, soprattutto passando per i borghi

Partiamo da qualche dato: la ciclovia in questione dovrebbe essere di 35 chilometri, ma molti pezzi sono ancora in costruzione. Anche nella sua stessa parte iniziale. Il suo dislivello non supera i 1.000 metri con un picco di altitudine di 1.432 metri. Da Lagonegro si sale verso il Valico di Cerri da dove si ammira nella sua estensione il Lago Sirino. Poi iniziano alcune gallerie, di cui una molto lunga fino alle porte di Pecorone, piccola frazione di Lauria. La ferrovia la si ritrova dopo Lauria toccando Monegaldo e Laino Borgo. Arrivati a Rotonda, termine della ciclovia si può proseguire verso Castrovillari, accumulando altri 50 km per arrivare in Calabria.

«La ciclovia riprende un vecchio tracciato degli anni Venti – a parlare è Francesco Limongi, sindaco di Castelluccio Superiore, uno dei comuni più interessati dal progetto – che portava Lagonegro verso Spezzano Albanese in Calabria. La ferrovia è caduta in disuso negli anni Ottanta, soprattutto a causa di un ponte che presentava problemi di stabilità. Da allora sono state effettuate molte proposte per riattivare in vario modo quel percorso. Tra queste l’idea della ciclovia è quella che ha trovato maggiori consensi».

In rosso il percorso della Ciclovia di Lagonegro-Rotonda, con uno sviluppo di 37 chilometri
In rosso il percorso della Ciclovia di Lagonegro-Rotonda, con uno sviluppo di 37 chilometri
Perché avete pensato a questa soluzione?

Il nostro territorio ha tantissime bellezze. Basti pensare alla galleria elicoidale, unica nel suo genere in Italia e che potrebbe essere uno straordinario veicolo di richiamo turistico. Inoltre va considerato che questo tragitto si ricongiunge alla Ciclovia della Magna Grecia che attraversa i principali centri di colonizzazione greca di ben 3 regioni del Sud. Inizialmente i problemi non sono mancati. Erano stati stanziati 3 milioni di euro per la sua gestione, ma non c’erano gli uffici che potevano usufruire di questa somma. Così i comuni della zona, compreso il nostro, si sono consorziati per la sua gestione ottenendo anche un ulteriore finanziamento che sta consentendo l’avanzamento rapido dei lavori.

Non solo costruzione, ma state lavorando anche a tutto quel che concerne l’indotto…

Effettivamente nei giorni scorsi, proprio presso la Sala Consiliare del nostro Comune abbiamo presentato il Comitato per la Promozione e Valorizzazione del Cicloturismo. Sappiamo che questa ciclovia può attirare turisti e quindi servono servizi da mettere a loro disposizione, serve anche un’evoluzione culturale per far sì che questa via ciclabile diventi un tesoro per il territorio che porti frutti, anche in termini di lavoro. L’idea del comitato non è venuta da ambienti politici, ma dal basso, da alcuni appassionati che hanno espresso proprio questa esigenza di creare le strutture idonee per evolvere la ciclovia in senso positivo.

Nei giorni scorsi è stato presentato il Comitato per la Promozione e Valorizzazione del Cicloturismo
Nei giorni scorsi è stato presentato il Comitato per la Promozione e Valorizzazione del Cicloturismo
Questa evoluzione trova tutti d’accordo?

Inizialmente a dir la verità no, c’erano ambienti politici che erano un po’ contrari. Noi abbiamo fatto presente che un patrimonio come la galleria elicoidale, una delle pochissime al mondo, deve essere valorizzato e finanziato adeguatamente attraverso iniziative legate ad essa. Noi avevamo questo percorso abbandonato, che non aveva manutenzione. Ripristinarlo significa anche averlo messo in sicurezza, significa investire in un turismo “green” che nel mondo trova sempre più spazio.

Il lavoro sull’indotto in che cosa consiste?

Principalmente nel rendere tutto il  territorio a uno stesso livello. Quindi non basta gestire il percorso della ciclovia, completarlo fattivamente, ma si deve anche agire su tutti quei servizi di contorno, dalla logistica ai noleggi bici. In questo c’è disparità, perché ci sono centri già evoluti come Nemoli o la zona del Lago Sirino e altri dove ci sono spazi di manovra. In alcune zone ci sono centri di noleggio e B&B attrezzati per le bici, ma questi devono essere dappertutto e noi con il comitato possiamo agire in tal senso.

La vostra zona d’altronde ha una vasta tradizione nell’ambito dell’attività fisica all’aperto…

Sì, principalmente dalle nostre parti aveva molto spazio l’atletica, ma negli ultimi tempi stanno sorgendo anche società ciclistiche di buon livello. Dai nostri “fratelli” di Castelluccio Inferiore ad esempio c’è una società ciclistica con una tradizione ormai trentennale. E sempre in zona a ottobre è stata costituita un’associazione turistica per E-bike che il prossimo 3 agosto allestirà anche un evento a loro riservato, che speriamo prenda piede. Ma non solo: nel nostro territorio è molto diffuso l’uso della mtb, noi siamo convinti che una ciclovia come questa possa portare tanti appassionati a venire e restare da noi, per scoprire sentieri sempre diversi e trascorrere una vacanza all’insegna del divertimento più puro.

TUTTE LE CATEGORIE DEL MAGAZINE